di C. Ma.

«Siamo pronti a tutto pur di assicurare ai Paesi Bassi un governo di sinistra e stiamo lavorando per convincere gli elettori a fare una scelta netta di rottura con il passato». Così Harry Van Bommel, numero due del Partito socialista olandese, riassume la strategia dell'Sp a poche ore del voto. Van Bommel si occupa di esteri ed Europa e per l'Sp ha guidato nel 2005 la campagna referendaria contro il trattato costituzionale europeo.
Il Partito socialista ha guidato i sondaggi per diverse settimane, ma negli ultimi giorni ha perso un terzo dei consensi. Perché?

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di Marco Zerbino

Ufficialmente non esistono. Eppure ci sono. Lavorano sotto il sole delle nostre campagne per quindici, sedici ore consecutive. Raccolgono angurie e pomodori in Puglia, agrumi nel siracusano e nella piana di Gioia Tauro, pesche e ortaggi nel casertano, uva in Veneto, mele in Trentino. Dormono nei campi o vivono stipati in condizioni di fortuna all’interno di capannoni e casali abbandonati, lontani dai centri abitati e da qualsiasi tipo di servizio. Sottoposti alla dura legge dei caporali, dipendono in tutto dai loro aguzzini: cibo, acqua, trasporto sul posto di lavoro, un medico quando ne hanno bisogno.

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di Fabio Marcelli

La manifestazione di ieri a Roma degli operai dell’Alcoa ha mostrato a quali livelli sia giunta l’esasperazione dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro Paese. Personalmente mi dispiace che a farsi male, come al solito, siano stati qualche operaio e qualche poliziotto e carabiniere, lavoratori delle forze dell’ordine, ma lavoratori anch’essi, come più volte ho sostenuto e continuerò a fare. Non è infatti accettabile che i conti lasciati da una classe politica, imprenditoriale e finanziaria impresentabile e incompetente siano pagati come al solito da chi lavora. E soprattutto non è accettabile che migliaia e migliaia di famiglie, in Sardegna, come nel resto d’Italia, siano di fronte al baratro della disoccupazione e della miseria.

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di Francesco Piccioni

Nelle botti piccola sta il vino buono. In tempi di lettori deboli, il vino buono è costretto a stare in testi brevi. Ma ci vuole arte.
L'operazione è riuscita a Giovanni Mazzetti, economista orgoglioso della sua eterodossia, con un illuminante critica del pensiero unico (Ancora Keynes? Miseria o nuovo sviluppo?, Asterios, euro 8). In meno di 90 pagine propone una corsa nella teoria economica e tra i pilastri delle grandi crisi del secolo scorso per illuminare «l'idiozia» - letterale - delle politiche applicate in piena recessione, a cominciare da quel «pareggio di bilancio» che è stato inchiodato a forza nella Costituzione.
Quel «pareggio» è stato «una conquista borghese» al tempo della lotta contro la monarchia assoluta.

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Intervista a Gianni Rinaldini
di Stefano Galieni

Questa mattina un vasto comitato promotore si è recato presso la Cassazione di Roma per depositare per richiedere il ripristino integrale dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori e la soppressione dell’art. 8 emanato a suo tempo da Berlusconi in finanziaria. Del comitato promotore, in cui oltre a personalità si ritrovano molte forze della sinistra, fa parte Gianni Rinaldini, coordinatore nazionale dell’area programmatica “La Cgil che vogliamo”. A lui chiediamo le ragioni di questa campagna.
«L’iniziativa del referendum è su quesiti di grande rilevanza. L articolo 8 che annulla di fatto i contratti nazional. Prevalgono quegli aziendali in ogni aspetto, dal rapporto fra committente e appaltante alle telecamere che potranno vigilare sui lavoratori, fino alle modalità di applicazione di ciò che resta dell’art.18. Non era mai accaduto neanche negli anni 50 e tutto all’insegna delle liberalizzazioni. Un esempio? Monti ha emanato un decreto per la non applicazione contratto nazionale nelle ferrovie. Questo significa che sui treni di Montezemolo il contratto non vale, su quelli di Trenitalia finora si. Sull’art. 18 bisogna ottenerne il ripristino integrale dopo che per anni si è smantellata la sua portata. I due quesiti hanno poi una forte valenza politica: riportano al centro le questioni del lavoro con un fronte ampio che su altri temi è spesso diviso. Fa irrompere il lavoro nella campagna elettorale e questo è un fatto estremamente positivo visto che sappiamo quanto queste – da ultime le vicende dell’Alcoa ce lo confermano – sono esplosive».

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