di Massimiliano Piacentini

Quanto è importante il racconto della crisi? Molto, se si tiene nel conto il suo impatto sulla rappresentazione della realtà; se si vede in esso un potente strumento politico. “Oggi abbiamo a che fare con delle vere e proprie menzogne, come ad esempio la questione della speculazione finanziaria sul debito pubblico. Essa investe solo i paesi dell'euro e non è causata dai debiti pubblici come ci viene raccontato, ma dal fatto che la Bce è l'unica banca centrale del mondo che presta i soldi alle banche private, cioè agli speculatori, e non agli stati”. Tanto per essere chiari. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, inizia a parlarci così del suo ultimo libro.

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di Laura Stochino

Era il 1999 quando in Italia, all'interno di una riforma complessiva del sistema scolastico, si decise di mettere fine per il reclutamento degli insegnanti alla prassi dei concorsi. Allora, si disse, si metteva fine ai concorsi perchè la selezione avveniva esclusivamente sui contenuti e non si davano gli strumenti interdisciplinari necessari ad affrontare un mestiere così importante e complesso. Si ideò la SISS, la scuola di specializzazione per l'insegnamento, consistente in corsi abilitanti della durata di due anni, sostitutivi del “concorsone”, a cui si accedeva tramite concorso pubblico.

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di Loris Campetti

Si lavora per vivere, e per lavorare si è disposti a tutto, anche a morire. A rinchiudersi in un pozzo minerario nero come il carbone e profondo quasi 400 metri con altrettanti chili di esplosivo, minacciando di farsi saltare in aria. E se non basta ci si può persino tagliare le vene ai polsi, come ha fatto ieri un minatore sardo. Siccome le lotte operaie non fanno più notizia si è costretti a spettacolarizzarle, a costo dell'autolesionismo. Persino l'occupazione di un'isola da parte dei cassintegrati aveva smesso di far notizia dopo un anno.

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di Ninni Terminelli

Caro Segretario,
Il PD e' stato la piu' grande delusione della storia del mio impegno politico. Scrivo questa lettera per comunicare le dimissioni da qualsiasi carica ricoperta nel partito e la mia decisione di lasciare il PD.
Il PD aveva il progetto di unire differenti culture politiche per costruire non un nuovo partito, ma un partito nuovo. Il risultato e' che oggi non esistono piu' i partiti che diedero vita al PD e non esiste il PD.
Il partito, e la Sicilia ne e' un emblema drammatico, ha assunto la forma di una SPA.Una brutta e vecchia organizzazione di stampo feudale, ridotta a Palermo ad un coordinamento di comitati elettorali che non a caso hanno portato il PD ad un penoso e irrilevante 7 per cento contro il 23 per cento delle ultime europee e il 17 per cento delle ultime provinciali, quando ancora mi trovavo alla guida del partito palermitano. 

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di Ugo Mattei

Ritengo un errore per chi voglia candidarsi per portare avanti le ragioni della sinistra stringere un patto politico con il Partito Democratico prima delle elezioni. Non voglio soffermarmi sul terreno tattico, perché su questo piano la sola valutazione che conta è quella di Vendola il quale avrà valutato, da politico di razza quale ritengo sia, i pro e i contro della sua alleanza anticipata. E’ quello strategico il piano su cui invece posso intervenire, perché se lo scopo ultimo deve essere quello di far prevalere idee radicalmente alternative rispetto al riformismo neoliberale, la costruzione di un percorso maggioritario deve prendere in considerazione l’opinione di tutti e quindi anche la mia.
Il Partito democratico è allo stato attuale il più importante e pericoloso interprete del riformismo neoliberale in Italia.

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