di Daniela Preziosi

Che Casini non sia «nel campo» del centrosinistra, mancherebbe, non ci voleva Bersani per rivelarlo. Né Buttiglione per certificarlo. E che Vendola sia l'alleato prediletto del Pd, per carità sempre meglio farselo dire che no. Ma non basterà a far passare il malumore di cui soffre da qualche tempo la base vendoliana. E anche un pezzo del gruppo dirigente che oggi si ritroverà a Roma nell'assemblea nazionale, una specie di comitatone centrale da oltre 200 persone. Non è ancora un vero dissenso. Ma certo, l'estate è trascorsa a colpi di litigi a mezzo post sul tema dell'alleanza con i moderati, pure smentita da Vendola e dai suoi strettissimi. Leggere nuovaonda.blogspot.it per credere: «Non possiamo ignorare che le dichiarazioni di Vendola, in cui esclude questa ipotesi appaiono poco coerenti con alcuni passaggi del patto di alleanza con il Pd da lui sottoscritto, nel quale il riferimento ad un successivo accordo di governo con il polo centrista è assolutamente esplicito, vincolando ad esso i contraenti del patto».

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di D.P.

Se Sel allontana la prospettiva della lista unica con il Pd, il coniuge separato Rifondazione comunista (che aderisce alla federazione della sinistra) invece lo avvicina. A grandi passi e persino a prescindere dalla legge elettorale. «Noi siamo contro il porcellum e contro la legge finto proporzionale che Pd, Pdl e Udc stanno preparando al solo scopo di rendere necessarie le alleanze dopo il voto», ha detto mercoledì sera a Modena Paolo Ferrero (nella foto), durante un dibattito con Giuliana Beltrame dell'Alleanza lavoro benicomuni ambiente. «E tuttavia, comunque vada a finire il balletto della legge elettorale, proponiamo ai movimenti, ad Alba e a tutte le forze della società civile e quelle sindacali di fare una lista comune, aperta, scelta dal basso e in maniera democratica, con il criterio di una testa un voto. Rifondazione comunista certo non si scioglie.

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di Simone Subrero, Filippo Orlando e Giampiero Dorato

Sono trascorsi ormai più di 70 giorni dal momento in cui i braccianti schiavi, trentanove lavoratori marocchini, occupati presso l’ azienda agricola Lazzaro situata nel comune di Castelnuovo Scrivia,
hanno deciso di dire basta alla loro condizione di sfruttamento e alla mancanza dei minimi requisiti di trattamento lavorativo dignitoso e umano, proclamando uno sciopero con effetto immediato e l’ istituzione di un presidio permanente di fronte alla azienda stessa, ai bordi della statale Tortona- Castelnuovo Scrivia. Ricordando brevemente nel concreto le ragioni di tale protesta dei lavoratori, spiccano la costrizione alle 13-14 ore di lavoro giornaliere con retribuzioni di poco superiori ad un euro all’ ora, mancanza di un minimo di umanità, la costrizione degli stessi a bere l’ acqua con cui si irrigano i campi, i continui dileggi con soprannomi tendenti a sminuire la dignità dei lavoratori ecc. ecc.;

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Stanno ormai per scadere i fatidici primi 100 giorni di vita della giunta Rossa, sostenuta da una coalizione di centrosinistra che ha raccolto la speranza di migliaia di cittadini alessandrini, di poter uscire dal guado del disastro economico, morale e sociale dentro cui il sindaco Fabbio e il centrodestra avevano cacciato questa città.
E’ tempo quindi di trarre un primo bilancio: di fronte al dissesto finanziario proclamato dalla Corte dei Conti (decisione che impone uno “strangolamento” dei conti pubblici e delle finanze di cui ha totale responsabilità la destra che ha governato) questa Giunta ha mosso i primi passi su un terreno minato, ma cercando di mantenere fermi i propri orientamenti politici e ideali.

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Un intreccio impressionante tra affari economici e politici: è quanto si evince dal documentato dossier sul pirogassificatore in Valle d’Aosta elaborato dai Gc della Valle d’Aosta. Il documento è stato presentato il 26 agosto durante un’affollata assemblea alla quale hanno partecipato Rosa Rinaldi, resp. Nazionale Ambiente di Rifondazione comunista, Francesco Lucat segretario della federazione valdostana del Prc e i rappresentanti dei giovani comunisti. Numerose le testate giornalistiche presenti all’assemblea. Diversi gli interrogativi che scaturiscono dalla lettura del dossier. Non si capisce perché la regione voglia produrre energia da rifiuti, quando è ricchissima di centrali idroelettriche. Non è chiaro con cosa sarà alimentato il pirogassificatore. La raccolta differenziata è inoltre stranamente molto al di sotto di quanto previsto dalla legge.

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