di Mario Pianta

Come il Kazakistan. Così Moody's, l'agenzia di valutazione dei rischi finanziari, considera oggi i titoli di stato italiani: «Baa2». La repubblica ex-sovietica ha petrolio quanto basta per garantire un debito pubblico pari ad appena il 10% del Pil, mentre l'Italia viaggia intorno al 123%. Per la finanza non conta più nulla lo sviluppo di un paese, solo la possibilità d'insolvenza.

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di Paolo Ferrero

Dopo i dubbi francesi emersi dalle indiscrezioni di ieri su Le Figaro, poi in parte smentite, oggi anche l'Ue parla di un suo "ruolo modesto" nel progetto, che è "anzi tutto progetto franco-italiano": quindi chi paga? È evidente che stanno scaricando i costi sull’Italia. I dati de Le Figaro sono gli stessi che noi e il movimento contro la Tav in Val di Susa abbiamo sempre detto: il traffico merci su quella linea è in calo, la Tav non serve a nulla. Passera difende gli interessi dei costruttori, non quelli dell’Italia.

di Luigi De Magistris

‎"Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e la Giunta del Comune di Napoli aderiscono alla campagna “Taglia le ali alle armi!” promossa da Sbilanciamoci, Rete italiana per il disarmo e Tavola della pace, con cui si chiede al governo la cancellazione del programma d'acquisto di 90 cacciabombardieri F35 e l'impiego dei fondi così risparmiati per misure e politiche civili.

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di Alessandro Gilioli

In quel 33 per cento di voti ottenuti quattro anni fa dal Pd ce n’erano molti, moltissimi, che non erano né consensi storici dei due partiti di provenienza, Ds e Margherita, né di elettori affascinati dal sogno veltroniano della ‘buona politica’ di cui Walter aveva straparlato per anni. Semplicemente, erano voti di persone che, molto pragmaticamente, ritenevano insano e insensato che per la terza volta, in questo Paese, salisse al potere un conclamato bugiardo tycoon mediatico che aveva a cuore soltanto la sua sorte e i suoi interessi economici.

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In meno di due anni le classi dirigenti europee, per fronteggiare la crisi economico-finanziaria, hanno centralizzato a passo di carica i poteri decisionali dell’UE costruendo una governance che non rivela tanto il tradizionale deficit democratico quanto una vera e propria fuga dalla democrazia.
Chi decide nell’UE? Per avere una risposta basta leggere le Conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo e si vedrà, per prendere un solo esempio, che a preparare le prossime tappe dell’Unione economica e monetaria sarà un gruppo formato dal Presidente del Consiglio Europeo, da quello della Commissione,  dell’Eurogruppo e della BCE.

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