Mezzo miliardo di ore di cassa integrazione, oltre due miliardi di euro di reddito persi, che fanno circa 4000 euro per ogni singolo lavoratore: è il disastroso bilancio della cig nel primo semestre 2012, così come lo ha elaborato la Cgil. «Al giro di boa del 2012 - scrive l'Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della Cgil nel suo rapporto - la richiesta di ore di cassa integrazione supera il mezzo miliardo, in deciso aumento sullo stesso periodo dello scorso anno, collocando in cassa a zero ore oltre 500 mila lavoratori con un  del reddito per oltre 2 miliardi di euro, quasi 4 mila euro per ogni singolo lavoratore».

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di Fabio Marcelli

Ci si indigna, e giustamente, per i danneggiamenti del patrimonio culturale mondiale operati dai talebani in Afghanistan o, più recentemente, dai gruppi islamisti in Mali, ma la reazione è più blanda nei confronti di analoghi attentati contro scienza e cultura portati avanti ieri dal futile Berlusconi e oggi dal sobrio Monti. In questo caso la distruzione non assume la forma esplicita dei bulldozer o delle cariche esplosive, ma quella, più subdola ma altrettanto efficace, dell’incuria e del taglio dei fondi. Il risultato è tuttavia lo stesso.

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di ilfattoquotidiano.it
I rifiuti diventano soldi, o meglio ticket da spendere nei negozi convenzionati. Succede ad Acerra che in un anno ha quintuplicato la quantità di rifiuti differenziati e vince il premio “Start up” nell’ambito dei “Comuni Ricicloni”, il concorso promosso da Legambiente. L’onorificenza è stata consegnata al comune campano per aver implementato “efficacemente il nuovo piano di raccolta differenziata su tutto il territorio comunale, passando in circa 12 mesi dal 10 per cento al 62 per cento di raccolta differenziata”.

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di Mimmo Cosentino
Mentre la Sicilia brucia, nell’afa africana di questo torrido luglio 2012, boschi e riserve, e mentre si squagliano migliaia di posti di lavoro, il sistema di potere politico ed economico continua ad esibirsi in balletti di posizionamento, in vista delle elezioni annunciate – ma sarà vero? - per fine Ottobre.
Da Termini Imerese ai Cantieri navali di Palermo, dalla Nokia di Catania ai braccianti ormai ridotti a condizioni di servitù: l’elenco dei senza lavoro si allunga senza speranze e senza prospettive.

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di Sergio Cesaratto

Nel clima di sospensione di ogni democrazia sostanziale nel paese, giovedì il Senato ha ratificato il cosiddetto fiscal compact con la medesima (vergognosa) maggioranza bulgara che aveva approvato l'inscrizione del pareggio di bilancio in Costituzione. Ora la parola passa alla Camera. Non sembra che, con l'eccezione de il manifesto, gli organi di informazione abbiano cercato di spiegare ai cittadini cosa fosse in ballo, e pour cause.
Il fiscal compact, concordato lo scorso marzo dall'Unione europea, con l'eccezione del Regno Unito, prevede una serie di misure fiscali vincolanti: a) pareggio di bilancio (oltre alla menzionata iscrizione in Costituzione) con l'obbligo di meccanismi automatici di riequilibrio, come l'aumento automatico dell'Iva; b) l'obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia in 20 anni ad un ritmo pari a un ventesimo all'anno, come già definito nel precedente Accordo di Stabilità e Crescita (sic), «six-pack», entrato in vigore a fine 2011; c) misure di sorveglianza e punitive in caso di inadempienza.

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