120323ferrerodi Paolo Ferrero

«Esprimo il nostro pieno appoggio alla candidatura di Leoluca Orlando a Sindaco di Palermo. Contro i trasversalismi, le furbizie e la mafia, Orlando ha già dimostrato di saper guidare Palermo e voglio ringraziarlo personalmente per aver accettato oggi la sua candidatura a Sindaco della Città. La sinistra appoggerà Orlando che saprà riportare la speranza del cambiamento là dove i traffici e le furbizie delle primarie ci hanno portato solo i maleodoranti effluvi della cattiva politica. Palermo ha diritto ad una alternativa e per questo la Federazione della Sinistra si farà promotrice di una lista unitaria della sinistra in appoggio ad Orlando, affinché la primavera palermitana torni ad essere realtà».

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Yousef Salman*
 Il giornalista Michele Giorgio continua a condurre la sua guerra contro l'Anp (Autorità Nazionale Palestinese) e particolarmente contro Al Fatah (il Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese) e il nostro Presidente Abu Mazen.

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ciofi

di Dino Greco

E' tempo ottimamente speso quello che si volesse dedicare alla lettura dell'ultimo lavoro di Paolo Ciofi (La bancarotta del capitale e la nuova società, Editori Riuniti university press, pp.182, 15 euro): un "saggio popolare" che mantiene la freschezza...

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omnibusPaolo Ferrero ha partecipato alla trasmissione Omnibus del 23 dicembre 2011 in onda su La7. Guarda la registrazione.

pferrero1Paolo Ferrero, sarà domani pomeriggio, martedì 10 gennaio, a Milano e incontrerà nuovamente i lavoratori saliti sulla gru in Stazione Centrale per protestare contro la decisione di licenziarli dopo la dismissione dei treni notturni da parte delle Ferrovie dello stato.

«Porterò la mia solidarietà e quella del partito – dichiara Ferrero – ai lavoratori che continuano a resistere e a lottare per il loro posto di lavoro e per quello di tantissime altre persone. Chiediamo con loro al governo di farsi carico della situazione e tutelare l'occupazione: è questa la prima ricetta contro la crisi. È inaccettabile che il governo non intervenga e lasci a Trenitalia la totale gestione della vertenza e il taglio dei treni verso il Sud».

A cura dell'Ufficio Stampa PRC

skydi Viviana Pizzi
Di censura in tv ne avevamo già parlato e anche del regolamento della par condicio che l’Agcom avrebbe fatto scattare dal 24 dicembre. Noi però ci chiediamo in cosa consiste se la democrazia poi regolarmente non viene rispettata. Con un Pdl che dal primo al 23 dicembre è stato presente per circa dieci ore con il 40% del tempo, un Pd per sei ore e 45 minuti e Mario Monti che tra il ruolo tecnico e quello politico arriva a otto ore in totale.
Sia sulla Rai che a Mediaset a soffrirne era la Rivoluzione Civile di Ingroia e il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
IL CONFRONTO E IL CASO SKY
Ora però a completare il quadro della censura ci si mette anche la pay tv sky. Che ha organizzato un confronto tra i candidati premier visibile anche in chiaro su Cielo invitando solamente Berlusconi, Bersani e Monti.

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di Sergio Cesaratto
Monti era andato al vertice europeo di giovedì giocandosi tutto sulla creazione di un potente rimedio anti-spread. È tornato con un po' di paracetamolo utile solo a evitare il tracollo dell'euro questo lunedì. Come al solito l'euforia dei mercati durerà poco, mentre fa impressione quella dei politicanti italiani. L'accordo prevede che i fondi europei salva-stati, in particolare lo European Stability Merchanism (Ems), che entra in vigore il mese prossimo con una dotazione sulla carta di 500 miliardi di euro, vengano usati per ricapitalizzare le banche spagnole, piene di perdite sui mutui immobiliari, e per sostenere i titoli di stato italiani e spagnoli.

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democraziapareggio

di Paolo Ferrero

Oggi in Italia c'è stato un colpo di stato monetario. Con il pareggio di bilancio in Costituzione si rovescia letteralmente il dettato costituzionale: invece dei diritti si mette al centro la finanza.

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numeridi Matteo Bartocci
«Approvando questo provvedimento stiamo riscrivendo la costituzione economica del nostro paese». Per una volta Renato Brunetta non è lontano dal vero. Nonostante la liquefazione della maggioranza, la camera dei deputati ha approvato quasi all'unanimità (442 sì, 6 astenuti e soltanto 3 no) la legge di attuazione del principio costituzionale del pareggio di bilancio. Il via libera definitivo ora spetta al senato, che non ha calendarizzato il ddl perché contrario alla composizione a tre membri dell'authority di controllo dei conti pubblici prevista dal provvedimento su richiesta dell'Europa.

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