di Luca Sappino
Quando sono stati presentati i quesiti, lo scorso 11 settembre, bisogna dirlo, la foto non era delle più belle. E non perché la politica non dovesse esserci, in quella foto, anzi. Erano però giorni di polemica, di primarie e coalizioni, e così anche quel momento fu trascinato nel quotidiano dibattito sul centrosinistra. Di Pietro, Vendola, Ferrero, Diliberto, Bonelli e pure Gian Paolo Patta, ex sottosegretario del governo Prodi, ritratti tutti insieme, furono un boccone troppo gustoso per i più polemici sostenitori della continuità montiana. È innegabile che, la presentazione dei quesiti referendari sul lavoro, rappresenti anche una mossa centrale nella partita a scacchi condotta dai partiti della sinistra largamente intesa. I due quesiti abrogativi sulla modifica dell’art.18 dello statuto dei lavoratori e sull’art. 8 dell’ultima finanziaria del governo Berlusconi, sono l’unico concreto punto di rottura, offerto ad oggi dall’opposizione al governo dei tecnici, utile per mettere in discussione la continuità e il rapporto con l’agenda Monti. Ma non solo.

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firmacostituzionedi Alberto Lucarelli
Per ritrovare un’autentica passione nella politica, in grado di interpretare il senso della vita pubblica e della partecipazione democratica, e rilanciare con forza i valori che vi sono connessi, dobbiamo trasformarci in partigiani capaci di declinare, nei diritti e nei doveri, lo spirito autentico della Costituzione.
Diritti, principi, valori: vogliamo difendere la Costituzione in tutti i suoi modi e lo vogliamo fare non con sobrietà ma con passione, entusiasmo, felicità. Difendere la Costituzione da un gruppo di tecnocrati che ha devastato i principi costituzionali, al solo scopo di attuare il memorandum imposto dalla troika Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.
Quindi l’Europa delle banche e dei banchieri.
Cambiare si può, individuando tutti quegli aspetti che sono oggettivamente in contrapposizione con quello che ci sta proponendo un gruppo trasversale di interessi e di poteri che parte da Bersani, che passa attraverso Monti, Montezemolo,ed arriva al populismo riemergente di Silvio Berlusconi.

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121003referendumlavoro2di Alfonso Gianni
Sabato 13 ottobre comincia la raccolta delle firme, ce ne vogliono almeno cinquecentomila nel giro di tre mesi, per i referendum relativi all'abrogazione dell'articolo 8 della legge 14 settembre 2011 n°148 risalente al governo Berlusconi e delle modificazioni introdotte dal governo Monti all'articolo 18 dello Statuto dei diritti dei Lavoratori.
L'articolo 8 permette di derogare dai contratti nazionali di lavoro tramite accordi sindacali raggiunti in sede aziendale anche solo da alcuni sindacati. In virtù di quell'articolo la Fiom è stata esclusa dalla stessa agibilità sindacale entro la Fiat. Una condizione addirittura peggiore dei bui anni cinquanta.

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art18

di Nicola Nicolosi

Il testo  del disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro sollecita alcune urgenti considerazioni di metodo e di merito. In primo luogo giudichiamo insopportabile la supponenza con la quale il ministro Fornero ha inteso trattare argomenti che hanno a che fare con la carne viva dei lavoratori.

Il tutto in aggiunta all'arroganza con cui il Governo ha rivendicato e continua a rivendicare come modello da imitare quello della recente controriforma previdenziale". E' quanto dichiara Nicola Nicolosi

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unioneeuropeadi Roberto Musacchio
Passo doppio, nell'ultima settimana a Bruxelles, per quella che è ormai la dimensione vera della politica e cioè l’Europa. Riunione del Consiglio europeo per definire lo stato di avanzamento di quella che viene pomposamente chiamata "l' integrazione della politica economica" e che in realtà aveva all’ordine del giorno principalmente il pacchetto riguardante il sistema bancario. E riunione del Partito Popolare Europeo (PPE) che si è occupato tra l’altro dell’Italia, alla presenza di Berlusconi e Monti.

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121129cambiamentodi Roberto Gramiccia
Non c’è dubbio che sabato 1 dicembre al Teatro Vittoria di Roma sia accaduta una cosa importante. Si è assistito, infatti, al successo notevole e non scontato ottenuto dai firmatari dell’appello “Cambiare si può”. Un successo indubbio che non  ha escluso (e forse non poteva farlo) qualche chiaroscuro. Tanta gente, anche se il dato quantitativo non va enfatizzato, a fronte delle aspettative che si erano create. Una tensione alta negli interventi che si sono succeduti e una buona capacità di analisi e di proposta, sulle quali solo a tratti hanno prevalso istanze emotive e spunti di un certo populismo di sinistra.

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di Daniela Preziosi dal Manifesto del 14 gennaio 2012

Chiudere con Di Pietro. Ora lo chiede mezzo Pd. A partire dalle amministrative Vendola vede Bersani e poi l'ex pm per mediare fra i due ex alleati dell'Ulivo. Ma Leoluca Orlando nel capoluogo vuole fare come a Napoli
120114idvChiusa, defunta, seppellita. Dopo l'ultima, sanguinosa polemica fra Di Pietro e Colle - con l'ex pm che evoca la piazza per fermare la «deriva antidemocratica» di una bocciatura dei referendum operata «per fare un piacere al capo dello Stato» - per mezzo Pd l'alleanza con Di Pietro è data per irrecuperabile. Gli spericolati 'demopop' chiedono esplicitamente di mollare il centrosinistra per una «fusione» o «una federazione stabile e motivata» con il Terzo Polo, che a loro volta chiamano «centrosinistra», però rispolverando il significato che aveva negli anni 60. Fra i pasdaran della fine del Nuovo Ulivo c'è anche Enrico Letta, numero due del Pd. Che ieri ha emesso la sentenza finale. «La linea anticostituzionale di critica alle autorità di garanzia, presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale in primis, è per quanto ci riguarda alternativa ad alleanze con noi».

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di Mirco Viola
Sono messi male i pensionati italiani: oltre la metà di loro ha un assegno inferiore a 1000 euro al mese. I dati li ha diffusi ieri l'Inps, segnalando che i pensionati sono in tutto 7,2 milioni. Il 17% può contare su un reddito veramente basso, sotto i 500 euro; il 35% conta tra i 500 e i 1000 euro. Il 24% ha assegni tra 1000 e 1500 euro, il 2,9% oltre i 3000. L'Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall'Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne). C'e grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 medi al Centro, 920 l Sud).

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120427pensionidi Lettera43.it
Condizioni degli anziani sempre peggiori, con assegni sempre più leggeri.
A lanciare l'allarme è lo Spi-Cgil: nel biennio 2012-2013 5 milioni di pensionati sono destinati a percepire 1.135 euro in meno a causa del blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a tre volte la soglia minima, cioé poco sopra i 1.400 euro mensili, introdotto con la riforma Fornero.
Il sindacato dei pensionati della Cgil ha presentato i calcoli in occasione dell'apertura dei lavori dell'Assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti in programma il 22 e il 23 ottobre a Montesilvano, in provincia di Pescara.

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