120120tizianGiovanni, non mollare, non sei solo. Dalla tua parte ci siamo noi e tanti altri. Tutta la parte migliore del Paese, quella che intende il proprio lavoro come impegno, come strumento per migliorare la vita di tutti. Quel che ti è accaduto dimostra come la mafia non sia più un problema del Sud, checché ne dicano certi leghisti, bravissimi a lanciare ronde e cacce all'immigrato, per distrarci del cancro che sta colpendo l'economia del Paese.  Anche nel Nord esiste un intreccio perverso tra imprese, criminalità e politica. Denunciarlo a ogni costo è un nostro dovere. Così come è nostro dovere denunciare la condizione di precarietà che colpisce la nostra generazione e della quale anche tu, che hai meno di trent'anni sei vittima. Coi tuoi articoli, con le tue riflessioni, ci hai spiegato come queste siano due facce della stessa medaglia. Come diritto al lavoro  e diritti nel lavoro siano una precondizione essenziale per combattere le mafie. Come la criminalità organizzata possa essere sconfitta solo con la democrazia e la giustizia sociale. Per questo siamo a tuo fianco. E anche noi, oggi, vogliamo dire di chiamarci Giovanni Tizian.

Simone oggionni, portavoce nazionale GC

euro1Di Nicola Melloni

Il downgrading di Francia, Italia e, più recentemente pure dell'Efsf ha scatenato una ridda di reazioni sdegnate. Sarkozy ha usato parole durissime, Draghi ha spiegato che bisogna imparare a fare a meno delle agenzie di rating e che il loro potere va ridotto. Il commissario agli affari economici Olli Rehn è andato oltre, ed ha addirittura accusato le agenzie di rating di essere al servizio degli Stati Uniti. Tutte cose che a dirle fino a poco tempo fa si era tacciati irremediabilmente di vetero-comunismo e di anti-americanismo ideologico.

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120502lsu
Ieri 30 aprile 2012 presso la sede sindacale USB di Torre Annunziata (NA) una delegazione di lavoratori ex LSU scuola ha incontrato il Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero.
Nell’incontro i lavoratori avevano illustrato la problematica degli ex LSU consegnando al Segretario un libro di denuncia “LIBRO BIANCO”, in cui si evidenziano gli sprechi di denaro pubblico che si producono con il persistere dell’esternalizzazione del servizio di pulizia nelle scuole e in cui si dimostra il notevole risparmio annuo che scaturirebbe con l’assunzione ATA degli ex LSU. I lavoratori invitarono il Segr. Ferrero, nella consapevolezza che il Prc non è presente attualmente in Parlamento, di provare a dare visibilità alla vertenza degli ex LSU , essendo Ferrero un personaggio invitato nei vari Talk Show in TV.
Il Segr. Naz. Ferrero a questo appello rispondeva promettendo che il giorno successivo, essendo invitato alla trasmissione della LA 7 “COFFEE BREAK” delle ore 09,45, avrebbe provato a mostrare il Libro Bianco in diretta televisiva, accennando nei contenuti la problematica degli ex LSU e la loro rivendicazione.
Ai lavoratori sembrava una delle tante promesse del solito politico che in campagna elettorale promette ogni cosa pur di racimolare qualche voto e invece con grande stupore dei lavoratori abituati ormai ad una politica bugiarda, fatta di promesse mai mantenute, collegandosi sulla trasmissione della LA 7 hanno assistito increduli alla denuncia pubblica di PAOLO FERRERO che sfidando la presentatrice del programma, si imponeva con prepotenza ricavando uno spazio nella scaletta televisiva mostrando alla telecamera il LIBRO BIANCO, gridando allo scandalo e spiegando nei particolari la rivendicazione degli ex LSU. E’ la prima volta in assoluto che i lavoratori ex LSU, dopo anni di lotta e di tentativi di portare a conoscenza all’opinione pubblica la loro vertenza, riescono a denunciare pubblicamente su una rete nazionale lo spreco di denaro pubblico dovuto all’esternalizzazione del servizio.
E’ la prima volta che coraggiosamente un politico denuncia pubblicamente su una TV nazionale questo scandalo, eppure questa vertenza interessa un bacino di 12.000 lavoratori impegnati su tutto il territorio nazionale, ma gli evidenti interessi politico/sindacali, ad oggi, hanno impedito a questi lavoratori di poter esporre le loro soluzioni e di denunciare lo sperpero dello Sato di più di 60 milioni di euro annui, grazie a una politica del finto risparmio che garantisce solo gli utili delle aziende , ma che affama poi i lavoratori con notevoli riduzioni di salario, frutto di una inutile e assurda cassa integrazione in deroga e di una futura (2013) gestione della gara dalla società per azioni CONSIP di proprietà del Ministero dell’ Economia.

 

 

krugmandi Paul Krugman
L’economia americana, sotto molti punti di vista, è ancora adesso gravemente depressa. Eppure gli utili societari stanno raggiungendo cifre da record. Come è possibile? Semplice: gli utili si sono impennati come frazione del reddito nazionale, mentre i salari e le altre retribuzioni della manodopera sono in flessione. La torta non sta crescendo come dovrebbe, ma il capitale se la passa bene arraffandone una fetta sempre più grossa, a discapito della manodopera.
Un momento: stiamo forse parlando ancora una volta di capitale in contrapposizione a lavoro?

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120707reggioemiliadi Girolamo De Michele
Il 7 luglio 1960, nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai reggiani, tutti iscritti al PCI, sono uccisi dalle forze dell'ordine. I loro nomi, immortalati dalla celebre canzone di Fausto Amodei "Per i morti di Reggio Emilia": Lauro Ferioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli. I morti di Reggio Emilia sono l'apice - non la conclusione - di due settimane di scontri con la polizia, alla quale il capo del governo Tambroni ha dato libertà di aprire il fuoco in "situazioni di emergenza": alla fine si conteranno undici morti e centinaia di feriti. Questi morti costringeranno alle dimissioni il governo Tambroni, monocolore democristiano con il determinante appoggio esterno dei fascisti del M.S.I. e dei monarchici, e apriranno la strada ai futuri governi di centro-sinistra. Ma soprattutto, contrassegneranno in modo repentino un radicale mutamento di clima politico nel paese: l'avvento della generazione dei "ragazzi con le magliette a righe".

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di Donatella Della Porta

Emersa a dieci anni di distanza dalla nascita del movimento per una giustizia globale, la nuova ondata di protesta che è cresciuta in Europa, contro la crisi finanziaria e le politiche di austerity, mostra certamente continuità ma anche discontinuità rispetto al passato. Diversa è soprattutto la forma di transnazionalizzazione della protesta, simile l’attenzione alla costruzione di un’altra democrazia. Per quanto riguarda la costruzione di un movimento transnazionale, entrambe le ondate di protesta parlano un linguaggio cosmopolita, rivendicando diritti globali e criticando il capitale finanziario globale.

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ferrero_blogdi Paolo Ferrero

L’attacco speculativo contro l’Italia è arrivato. Se non verrà bloccato determinerà effetti molto pesanti sulla condizione sociale del paese: disoccupazione, ulteriore precarietà, taglio di salari e pensioni, taglio dello stato sociale. Come abbiamo visto per quanto riguarda la Grecia, la speculazione produce danni come una guerra e le politiche europee non costituiscono una difesa ma favoriscono la speculazione. Una guerra economica scatenata dalle classi dominanti – politiche ed economiche - contro i popoli europei al fine di cancellare tutte le conquiste ottenute dal secondo dopoguerra in avanti, sia quelle sociali che quelle democratiche.

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110722muhlbauerdi Luciano Muhlbauer

Sono passati dieci anni da quel luglio genovese e nel frattempo molte cose sono cambiate. A chi c'era può sembrare ieri, ma in un mondo dove tutto corre e la memoria è sempre più labile un decennio è un tempo maledettamente lungo. E così, la trappola della commemorazione, del come eravamo è sempre in agguato. Cascarci sarebbe però un disastro, perché equivarrebbe alla collocazione di quella stagione di movimenti nel museo delle cere. E, possiamo starne certi, in quel caso i detrattori le darebbero un posto d'onore in cambio dell'espulsione dal tempo presente.
Ebbene sì, perché Genova continua ad essere una spina nel fianco per troppi , sia per quelli implicati nella repressione di ieri che per quelli tuttora convinti che il cambiamento consista nella semplice sostituzione degli inquilini del Palazzo. Quindi evitiamo di regalare ai responsabili operativi e politici delle violenze l'archiviazione storica. Non è una questione che riguarda le sole vittime della violenza poliziesca del 2001, a partire dalla famiglia Giuliani e da chi subì le infamie di Bolzaneto e della Diaz. No, è una questione generale che riguarda l'insieme del Paese, perché il lezzo nauseabondo dell'impunità corrode il rapporto tra istituzione e cittadino e la stessa legalità costituzionale.

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articolo11costituzione

di Manlio Dinucci

Oltre 1.500 bambine e bambini fra i 3 e i 14 anni (dalle materne alle medie) saranno condotti, il 27 aprile a Pisa, lungo «il cammino delle libertà», visitando luoghi fisici della città collegati a nove articoli della Costituzione.

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