di Antonio Di Pietro

Ancora ieri i cronisti di Report, ribadivano accuse e illazioni diffuse in questi giorni su di un mio presunto (e in realtà inesistente) “ingente patrimonio immobiliare”. Più che di disattenta informazione, si tratta di una scientifica e reiterata azione di killeraggio politico. A portarla avanti è chi vuole, a tutti i costi e da anni oramai, distruggere il mio nome e tentare di bloccare l’azione politica di Italia dei Valori. Report continua a parlare di principesche proprietà immobiliari che farebbero capo ai miei figli Anna ed Antonio Giuseppe (detto Toto). E dopo Report si atribuiscono ad Anna ben 8 immobili e a Toto 7.

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di Luca Sappino

Altro che Cosa Bianca. Facciamo la Cosa Seria. Un movimento aperto a quel 99 per cento di cittadini che non vive di rendite e di finanza: che siano giovani o anziani, deboli o forti – perché anche i forti possono prendere con onore la responsabilità di essere garanzia degli altri. Un movimento laico di quella laicità che è la più intelligente garanzia della solidarietà senza esegesi politica.
Nella Cosa Seria le porte sono aperte a tutti coloro che si riconoscono nelle priorità di programma che sono poche e chiare.

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di Marco Revelli

Constatare che quanto sta accadendo in questi giorni al vertice delle nostre istituzioni è quantomeno irrituale è dir poco. In realtà, in questa affrettata fine di legislatura un altro pezzo di quel che resta del nostro ordinamento costituzionale è andato in pezzi. Siamo - o meglio dovremmo essere - una «democrazia parlamentare»: una forma di governo, cioè, in cui il fulcro del sistema politico è il Parlamento. È in Parlamento che dovrebbero nascere e finire i governi. Con un voto di fiducia nel primo caso. E con un voto di sfiducia nel secondo, quando la legislatura non sia giunta alla propria fine naturale.

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di Marco Travaglio

Dunque non eravamo pazzi, noi del Fatto, a occuparci con tanto rilievo e in beata solitudine delle telefonate Quirinale-Mancino sulla trattativa Stato-mafia. Se il Presidente della Repubblica interpella addirittura la Consulta, alla vigilia del ventennale della strage di via D’Amelio, vuol dire che il caso esiste ed è enorme. Naturalmente per noi lo scandalo è il contenuto delle telefonate, almeno quelle ormai note del suo consigliere D’Ambrosio (che fanno sospettare il peggio anche su quelle ancora segrete di Napolitano): un florilegio di abusi di potere e interferenze in un’indagine in corso su richiesta di un potente ma privato cittadino.

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di Dino Greco

Di fronte al tracollo dell'economia “reale” (che significa: aziende in disarmo, disoccupazione in caduta libera, crollo dei redditi popolari e dei consumi essenziali, fame, povertà e disperazione) Monti ci offre oggi una stupefacente affermazione che recita testualmente così: “Il rigore ha aggravato la crisi, ma era necessario per risanare”. Ma cosa pensava Monti di poter risanare se il taglio di ogni forma di spesa pubblica potenzialmente destinata ad alimentare la ripresa ha messo in ginocchio la produzione, se il blocco della contrattazione ha abbattuto il valore dei salari, se gli importi della cassa integrazione e le retribuzioni con cui si paga il lavoro precario sembrano mance per adolescenti, se la riforma del mercato del lavoro pretesa da Elsa Fornero

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di Marco Cedolin

In attesa della prossima classifica sulla libertà di stampa, l’Italia è precipitata nel 2011 al 61° posto, molto dopo i restanti paesi europei. La non imparzialità dei media non è un fenomeno esclusivo dell’Italia, anche se nel nostro paese emerge con maggiore evidenza: anche gli Stati Uniti ad esempio avevano perso parecchie posizioni, passando dal 20° al 47° posto...Per commentare questi risultati, tornano di estrema attualità alcune stilettate di Mark Twain, scritte oltre cento anni fa, quando ammetteva senza mezzi termini che: “I giornalisti onesti ci sono. Soltanto costano di più.” Twain non risparmiava i propri colleghi: “Conosco personalmente centinaia di giornalisti, e –in privato – l’opinione della maggioranza di questi non varrebbe più di due penny

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di red.

Venerdì 24 agosto prende il via la 21^ Festa di Liberazione di Venezia. Fino al 2 settembre, tutte le sere, in Campo S. Giacomo dell’Orio, si susseguiranno dibattiti, conferenze, momenti musicali e gastronomici, organizzati dalla Federazione Provinciale di Venezia di Rifondazione Comunista. La Festa vuole essere sede di dibattito e approfondimento di temi politici e sociali di fondamentale attualità e valore e, allo stesso tempo, grazie a eventi musicali e stand gastronomici (improntati alla cucina tipica veneziana), occasione di divertimento e incontro per tutta la città.

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di Claudio Grassi e Simone Oggionni

Abbiamo letto l’appello di Luca Sappino e altri compagni per la costruzione di una “Cosa Seria”. Ciò che ci convince è il significato profondo della proposta, e cioè la definizione di una coalizione unitaria della sinistra italiana per le prossime elezioni politiche. Con all’incirca – azzardiamo noi – le seguenti caratteristiche.

1. Una coalizione che sia sociale prima ancora che politica: che sia in grado cioè di raccogliere le realtà più dinamiche del conflitto emerse negli ultimi anni. Dai metalmeccanici che non chinano la testa di fronte ai ricatti della Fiat agli studenti dell’Onda, dalla straordinaria mobilitazione per l’acqua pubblica e contro il nucleare alle lotte contro le grandi opere inutili e dannose.

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di Davide Turrini

Il re è nudo. E ci voleva un apostata come Roberto Balzani per mostrarlo. Ieri pomeriggio il sindaco di Forlì ha rilasciato un messaggio duro e sconfortato nella sua bacheca di Facebook, proprio sulla discussa fusione Hera- Acegasche i comuni dell’Emilia Romagna stanno approvando ad uno ad uno, non senza strascichi polemici all’interno delle varie maggioranze di centrosinistra. “Di fuori c’è il lato grottesco – attacca Balzani nel post – Fiorito, i diamanti, le vacanze al mare, le case, ecc… Ma, visto da dentro, com’è l’autunno della Repubblica? E’ freddo, nonostante i 27° di oggi. E’ freddo, perché fanno venire i brividi le lotte per aggredire le spoglie dello stato da parte dei poteri meglio organizzati”.

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