di Giuliano Garavini

Ci sono delle cose dell’economia che non possono essere dette in pubblico. Una di queste, lo sottolineano acutamente sia Luciano Gallino che Paul Krugman in recenti contributi, è che la crisi che stiamo vivendo non è una crisi del debito pubblico ma una crisi della finanza.

In altre parole: le banche e la loro regolazione sono il male, mentre il debito pubblico non è che una manifestazione di questo come di altri mali che andrebbero curati alla radice. L’ulteriore riprova dell’indicibile è il “decalogo” prodotto dal Partito democratico in vista delle prossime elezioni politiche.

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di Luca Cangemi *

Abbiamo più volte denunciato, in questi mesi come inaccettabile la proposta del concorso a cattedra, agitata dal ministro Profumo, senza sciogliere la vera questione della scuola italiana, cioè il risarcimento dei brutali tagli operati dalla Gelmini e confermati dal governo tecnico. Confermiamo la nostra opinione di fronte alla proposta del Consiglio dei Ministri. Che senso ha organizzare la mastodontica e costosissima macchina di  un concorso nazionale, mettendo in gioco meno di dodicimila posti? Intanto rimangono tagliati fuori decine di migliaia di precari che hanno fatto andare avanti la scuola per anni o decenni, per i quali una legge dello stato aveva previsto la stabilizzazione.

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di Micaela Bongi

Eccesso di zelo montiano o smania di protagonismo, chissà. La gaffe di Enrico Letta - che in un'intervista a ilsussidiario.net dà per fatto l'accordo sulla legge elettorale - ricorda quella del «pizzino» inviato dal vicesegretario Pd a Monti nel giorno della fiducia alla camera e pizzicato dai fotografi («Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall'esterno...»). Ma più che tornare utile alla causa del porcellum bis, semmai la sortita intempestiva di Letta junior, che annuncia anche l'imminente comunicazione dei termini dell'intesa, suscita imbarazzi e nervosismi tra compagni di partito e soci di maggioranza. Segue inevitabile precisazione: «Ho detto che la settimana prossima è quella cruciale per la legge elettorale. L'accordo è ormai a portata di mano. E' l'ultima chance. Va colta a tutti i costi».

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di Luciano Bertozzi

Il Governo dei Professori, dimissionario, ha stanziato con il decreto-legge di fine anno circa 900 milioni di euro per le decine di missioni militari in cui sono impegnati migliaia di soldati italiani, per il periodo 1° gennaio -30 settembre 2013 e appena 35 milioni per la cooperazione allo sviluppo. In particolare circa 450 milioni saranno spesi in Afghanistan, 119 in Libano, una cinquantina nei Balcani, 34 milioni nelle missioni antipirateria dell'Unione europea e della Nato e ben 144 milioni per la stipula dei contratti di assicurazione e di trasporto e per la realizzazione di infrastrutture, relativi alle missioni stesse.

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di ***

Siamo un gruppo di persone simpatizzanti, militanti, iscritti di SEL, preoccupati e disorientati dal percorso politico in atto, caratterizzato da tatticismi e cautele incomprensibili.

La situazione nazionale è complicata, viviamo una fase di emergenza democratica e sociale. Mentre non conosciamo ancora tutte le conseguenze che la crisi ci riserverà nel prossimo futuro, sempre più lavoratori, studenti, pensionati, comuni cittadini stanno sperimentando sulla loro pelle gli effetti dell’austerità e della recessione.
La politica (quella dei partiti) è stata annullata, sepolta dall’indifferenza delle persone, molte delle quali ora “giocano” l’ultima carta puntando sul nuovo pifferaio grillino

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di Domenico Moro

Fatta la legge trovato l’inganno. Sembrerebbe che neanche il sobrio governo Monti sia riuscito a sottrarsi a questa sorta di regola non scritta. L’opera di risanamento del bilancio statale e di riduzione della spesa da parte del governo prevedeva anche la riduzione dei maxi emolumenti e i doppi incarichi che sono diffusi nella pubblica amministrazione. Con l’articolo 3 del Dpcm del 23 marzo 2012 il governo ha individuato un tetto massimo di 293.658 euro annui per gli emolumenti nella Pa, cifra pari alla retribuzione 2011 del Primo Presidente della Corte di Cassazione. Tuttavia, il governo, in primo luogo, ha permesso che si mantenessero doppi incarichi e doppie retribuzioni, sebbene la retribuzione percepita dall’amministrazione di provenienza venga limitata al 25% dell’importo.

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di Fr. Pi.

L'idea migliore del governo sembra essere stata l'aver chiamato il consigli dei ministri di ieri un «seminario». Una consultazione quasi informale per individuare le idee adatte a far ripartire «la crescita». Ma anche un modo di dire «non aspettatevi molto».
In effetti, una sola decisione è uscita fuori dal conclave: le tasse dei terremotati emiliani potranno aspettare fino al 30 novembre. Un (piccola) proroga che non cambia nulla, ma evita le accuse di insensibilità. Il resto è individuabile solo con atti di fede.

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di Massimo Paolicelli, Francesco Vignarca, Giulio Marcon, Tommaso Di Francesco

«Non capisco perché, ci si accanisca sugli F35», «C'è un chiaro pregiudizio ideologico» con le polemiche sulle Forze Armate! A Parlare è il Ministro-Ammiraglio Giampaolo Di Paola, dalle pagine del Corriere della Sera. Come al solito ha deciso di rispondere alle polemiche di questi giorni sulle ingenti spese militari, passate di fatto indenni alla spending review, e l'acquisto dei 90 famigerati cacciabombardieri F35, con monologhi piene di livore e mezze verità affidate ai media, eludendo il confronto con chi la pensa diversamente da lui. Infatti il fronte contro il Joint Strike Fighter cresce sempre di più: sono oltre 75.000

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di Fabio Marcelli

E’ innegabile che viviamo in una società tuttora dominata da forti valori di tipo patriarcale, all’insegna della preminenza dei maschi, che non a caso contano la maggior parte dei posti di comando in campo politico, economico, sociale e culturale.  Per non parlare di fenomeni come il machismo berlusconiano, che hanno relegato le donne nel ruolo di oggetti sessuali a pagamento, o del fatto che le principali vittime della crisi in corso siano loro. Tutto ciò d’altronde non è casuale ma è l’esito di un lungo percorso storico nel cui ambito, come affermano Alberto Burgio e Gianluca Gabrielli, l’inferiorizzazione della donna ha costituito un tratto caratterizzante della modernità.

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