di Loris Campetti

Dopo 73 anni di vita la più grande fabbrica di automobili d'Italia è arrivata al capolinea. Dopo aver annunciato la cassa integrazione a Pomigliano dove si costruisce l'unico modello nuovo della Fiat, Marchionne sta facendo cadere la mannaia su Mirafiori dove i 2.600 lavoratori della penultima linea in produzione, quella che sforna la Lancia Musa e la Idea, rientreranno in officina due giorni la prossima settimana, forse qualche mezza giornata a settembre e poi saranno rimandati a casa per un anno e mezzo almeno, in cassa integrazione a zero ore con la promessa di costruire, mercato permettendo, un piccolo Suv destinato agli Stati uniti tra fine 2013 e inizio 2014.

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di Antonella Beccaria

Sono gli ultracinquantenni italiani, quelli espulsi dal mercato del lavoro e con scarse possibilità di rientrarvi, i nuovi obiettivi del caporalato. Vengono assorbiti in primis nella logistica e nei trasporti da cooperative “spurie” (forme di collocamento illegale a cui va tra il 30 e il 50% dei compensi dei lavoratori), percepiscono un “salario” che oscilla tra i 3,5 e i 4 euro all’ora e i loro turni di lavoro possono arrivare fino a 12 ore non scendendo in genere sotto le 10. Sono i nuovi poveri a rischio schiavitù che, secondo la Cgil dell’Emilia Romagna, possono diventare un fenomeno destinato a consolidarsi se non si interviene per stroncarlo.

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di Irene Camuffo

«Siamo minatori non terroristi». Il giorno dopo le violente cariche della polizia di Madrid, i feriti e gli arresti, i minatori in lotta esprimono rabbia ma anche la determinazione a continuare la lotta. «Una lotta - dicono - che non riguarda soltanto i minatori. Il governo infatti ha sferrato forse il suo attacco più duro ai diritti dei lavoratori». Il riferimento è alle misure di austerità annunciate dal presidente Rajoy mercoledì che sono «un'aggressione inaudita ai lavoratori», come sottolinea Ignacio Fernandez Toxo, segretario generale di Comisiones Obreras.
Un'aggressione che giovedì è stata anche fisica.

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di Keynes Blog

Siamo tra i paesi europei che pagano meno i lavoratori, mentre abbiamo gli orari di lavoro più lunghi. Nonostante ciò la competitività delle nostre imprese è tra le più basse. Il quadro di un paese che ha sbagliato obiettivi e che si appresta a commettere ulteriori errori.

Ieri e oggi i quotidiani hanno riferito la diffusione dei dati Eurostat sui salari medi lordi nei paesi dell’Unione. Tuttavia i dati diffusi, per ciò che riguarda l’Italia, si riferiscono al 2006, mentre per altri paesi si arriva al 2009. Inoltre i dati italiani riguardano le aziende con più di 10 dipendenti, mentre per altri paesi il campione è l’intero mondo del lavoro.

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di Rassegna.it

Altri 4,5 milioni di disoccupati nell'eurozona: nei prossimi quattro anni si potrebbe arrivare a un totale di 22 milioni. È l'allarme lanciato da un rapporto dell'Ilo diffuso oggi (11 luglio) a Ginevra. Lo studio avverte che senza cambiamenti di rotta delle politiche di austerity ci saranno nuove difficoltà sia per i paesi attualmente sotto pressione sia per quelli in cui la situazione odierna è più stabile.

"Non è solo l'eurozona in difficoltà, ma è l'intera economia globale che rischia di essere contagiata", afferma il direttore generale dell'organizzazione, Juan Somavia.

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