di Lo. C.

Alberto Morselli è, per ora, segretario generale della Filctem, il nuovo sindacato della Cgil nato dall'accorpamento di tre categorie: chimici, elettrici e tessili. Avrebbe tutte le carte in regola per partecipare al nuovo corso firmato Camusso: riformista modenese, fa parte della maggioranza della Cgil, nel direttivo nazionale vota i documenti della segreteria, è persino iscritto al Pd. Eppure, non basta. Nonostante il suo mandato non sia a termine, ha ricevuto dalla segretaria confederale l'invito inemendabile a dimettersi per consentire l'avvio di un «rinnovamento» dei gruppi dirigenti. Il fatto è che per cambiare un segretario è necessario che il direttivo della categoria esprima un voto di sfiducia a scrutinio segreto, voto che non c'è mai stato e dunque Morselli non ha alcuna intenzione di gettare la spugna.

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di Marco Bazzoni *

È la prima volta che un associazione imprenditoriale (Federmeccanica), presenta la sua piattaforma contrattuale per il rinnovo del CCNL metalmeccanici prima ancora di aver ascoltato le richieste sindacali. Una cosa che non sta nè in cielo nè in terra: mai era successa una cosa del genere. Ma la cosa più grave ancora è aver previsto un incontro il 23 Luglio con Fim-Cisl e Uilm-Uil per il rinnovo del CCNL, escludendone la Fiom-Cgil che è il sindacato più rappresentativo. La motivazione di Federmeccanica è che la Fiom-Cgil non ha firmato l'accordo separato del 15 Ottobre 2009. Però, Federmeccanica ha detto, che se la Fiom vuole, può fare un incontro separato il 24 luglio, cioè il giorno successivo.

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di Loris Campetti

Dopo 73 anni di vita la più grande fabbrica di automobili d'Italia è arrivata al capolinea. Dopo aver annunciato la cassa integrazione a Pomigliano dove si costruisce l'unico modello nuovo della Fiat, Marchionne sta facendo cadere la mannaia su Mirafiori dove i 2.600 lavoratori della penultima linea in produzione, quella che sforna la Lancia Musa e la Idea, rientreranno in officina due giorni la prossima settimana, forse qualche mezza giornata a settembre e poi saranno rimandati a casa per un anno e mezzo almeno, in cassa integrazione a zero ore con la promessa di costruire, mercato permettendo, un piccolo Suv destinato agli Stati uniti tra fine 2013 e inizio 2014.

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di Antonella Beccaria

Sono gli ultracinquantenni italiani, quelli espulsi dal mercato del lavoro e con scarse possibilità di rientrarvi, i nuovi obiettivi del caporalato. Vengono assorbiti in primis nella logistica e nei trasporti da cooperative “spurie” (forme di collocamento illegale a cui va tra il 30 e il 50% dei compensi dei lavoratori), percepiscono un “salario” che oscilla tra i 3,5 e i 4 euro all’ora e i loro turni di lavoro possono arrivare fino a 12 ore non scendendo in genere sotto le 10. Sono i nuovi poveri a rischio schiavitù che, secondo la Cgil dell’Emilia Romagna, possono diventare un fenomeno destinato a consolidarsi se non si interviene per stroncarlo.

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di Irene Camuffo

«Siamo minatori non terroristi». Il giorno dopo le violente cariche della polizia di Madrid, i feriti e gli arresti, i minatori in lotta esprimono rabbia ma anche la determinazione a continuare la lotta. «Una lotta - dicono - che non riguarda soltanto i minatori. Il governo infatti ha sferrato forse il suo attacco più duro ai diritti dei lavoratori». Il riferimento è alle misure di austerità annunciate dal presidente Rajoy mercoledì che sono «un'aggressione inaudita ai lavoratori», come sottolinea Ignacio Fernandez Toxo, segretario generale di Comisiones Obreras.
Un'aggressione che giovedì è stata anche fisica.

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