Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Il voto favorevole del Senato alla proposta della Lega che reintroduce il carcere per i giornalisti, come pena alternativa alla multa, a seguito di condanna per diffamazione, mette a serio rischio la libertà di stampa. È un bavaglio preventivo che minaccia soprattutto i tantissimi giornalisti precari, giovani e meno giovani, che svolgono inchieste e cercano di fare il loro lavoro “a schiena dritta”. La legge va riscritta. Con il carcere per i giornalisti si chiude il cerchio di chi vuole un’informazione a senso unico: nessuno sarà più in grado di criticare le imprese, le banche nè i potenti in generale».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

«I dati sulla disoccupazione in Italia sembrano un bollettino di guerra: ogni giorno peggiorano, ogni giorno in questo Paese si perdono posti di lavoro e le prospettive per il futuro, nello specifico per l’anno prossimo, peggiorano sempre di più. Per il 2013quindi si preannunciano ancora crisi e un pesante aggravamento dei tassi di disoccupazione, come per altro già nelle previsioni. Altro che crescita: crisi nera e disoccupazione a due cifre stabile, stanno demolendo l'Italia! È evidente a tutti – tranne forse ai “tecnici” – che le politiche sbagliate di Berlusconi prima e di Monti ora hanno causato questa situazione, aggravando gli effetti della crisi. Serve subito un intervento pubblico per rilanciare l’occupazione: dopo aver aiutato le banche il governo non pensa sia il caso di fare qualcosa per i lavoratori, per chi il lavoro non ce l’ha o l’ha perso?»

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, ha dichiarato:

«La Fornero si dice disperata per i tagli e dice non avere risorse per il fondo per le politiche sociali: vergogna! La verità – e la Fornero lo sa benissimo – è che i fondi ci sarebbero ma vengono usati male, per opere inutili come la Tav, per le spese militari, per finanziare le banche. Basterebbe fare la patrimoniale e disdire il Fiscal Compact. Disperati sono i milioni di disoccupati, i precari, i lavoratori che i tecnici stanno impoverendo, i lavoratori che andranno in pensione più tardi, le persone con disabilità e tutti i cittadini che subiscono sulla loro pelle i tagli al welfare e ai servizi».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Esprimo il nostro pieno sostegno all’iniziativa del sindaco De Magistris e del Consiglio comunale di Napoli che per la prima volta si è riunito simbolicamente in piazza Montecitorio. Il decreto “anti dissesto” proposto dal governo viola il principio costituzionale dell’autonomia degli enti locali e impone un meccanismo centralistico di controlli del tutto inaccettabile. Questo provvedimento, conseguenza della sciagurata riforma che ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione, significa per i Comuni dover privatizzare, aumentare tariffe, non dare servizi ai cittadini. E ancora una volta saranno i cittadini a pagare i costi della crisi: è una vergogna. Per questo siamo a fianco del Comune di Napoli e ci impegniamo in tutte le amministrazioni locali a sostenere queste richieste: contrastare la riduzione dei trasferimenti agli enti locali e spalmare i debiti, per continuare ad erogare servizi ai cittadini. Quanto alla copertura finanziaria dell’operazione, come hanno sostenuto anche De Magistris e gli amministratori oggi in piazza, ricordiamo che il governo ha previsto 12 miliardi per l’acquisto dei cacciabombardieri: si taglino quelle spese inutili e si aiutino i Comuni italiani».  

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Stamattina un lavoratore di 29 anni è morto sul lavoro allo stabilimento ILVA di Taranto. È l’ennesima giovanissima vittima di un sistema produttivo che considera il lavoro un costo e gli operai carne da macello. Nell’esprimere le condoglianze alla famiglia, voglio denunciare una volta di più un sistema produttivo che oramai è basato sul ricatto e sulla paura, sistema aggravato pesantemente dalle leggi del governo che danno mano libera completa ai padroni nello sfruttamento dei lavoratori. La famiglia Riva, invece di cercare il modo per mettere in cassaforte i profitti degli anni scorsi, spenda quello che deve per ristrutturare lo stabilimento e renderlo sicuro per i lavoratori e per i cittadini. Anche per questo raccogliamo le firme per abolire l’articolo 8 e ripristinare l’articolo 18».

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