di Amerigo Rivieccio

L’Ilo, l’Organizzazione internazionale del Lavoro, ci parla di decine di milioni di disoccupati in più dall’inizio della crisi e ci annuncia altri 7 milioni di ingressi nella disoccupazione entro il 2013, il Fondo Monetario Internazionale lancia l’allarme sul debito arrivato a livelli mai visti nel dopo guerra e descrive una Italia che si impoverisce sempre più e l’Istat conferma l’impennata dei prezzi registrata già nella stima provvisoria.
Quanto emerge dai dati dell'Organizzazione internazionale del lavoro presentati oggi a Tokyo dal direttore generale Guy Ryder, nel corso della riunione annuale di FMI e Banca mondiale, è la fotografia di un disastro annunciato.

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di Paola Natalicchio

Il centro commerciale “I Gigli” di Campi Bisenzio è un tetris di rettangoli e cilindri di cemento e finestre piantato a metà strada tra Firenze e Prato. Ha 15 anni esatti di vita, oltre 14 milioni di visitatori l’anno, 134 punti vendita e 1800 dipendenti. Età media: under 40. Fino allo scorso febbraio, come in tutti i centri commerciali e i negozi d’Italia, qui la domenica, di norma, non si lavorava. C’erano due aperture al mese e gli animi dei commessi erano tranquilli.
Poi è arrivato il decreto liberalizzazioni del Governo Monti e le cose sono cambiate. Da allora, qui e altrove, si lavora a ciclo continuo, 360 giorni su 365. Praticamente si sta a casa solo a Natale, Pasqua e Capodanno.

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di Teresa Paoli

“Che palle. Io i precari non li voglio”. Daniela Bagattini era al settimo mese di gravidanza quando sentì pronunciare queste parole da un’impiegata dell’Inca, il patronato della Cgil. Una coltellata alla schiena. Erano rivolte a lei. Proprio a lei che da neomamma precaria aveva pensato bene di appoggiarsi al sindacato dove militava e in cui credeva da sempre. Con un passato di movimento e di cittadinanza attiva, un dottorato in tasca e una figlia in pancia, aveva avuto il primo assaggio dell’intricatissimo mondo dei servizi ai precari. Parole rassicuranti come congedo di maternità, congedo parentale, assegno familiare si apprestavano a diventare l’anticamera di un incubo.

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di Francesco Piccioni :: Intervista a Francesca Re David (Fiom)

Come siete arrivati alla decisione di manifestare il 20 ottobre?
La Cgil ha deciso di proclamare questa come giornata di mobilitazione e riunificazione delle lotte. Troviamo estremamente positivo che si ragioni sulla riunificazione delle vertenze, perché la situazione è drammatica da ogni punto di vista. Oltre alle singole situazioni, c'è un problema di totale assenza di politica industriale in questo paese. Il governo non sta svolgendo alcun ruolo in questo senso.

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di Stefano Galieni

Rosario Rappa è entrato a far parte in questi giorni della segreteria nazionale della Fiom, la sua è una storia di rappresentante delle lotte dei lavoratori, in particolare in Sicilia che merita di essere ripresa.
«Sono in Fiom dal 1980, prima avevo fatto per 3 anni il bracciante agricolo, poi sono entranto in una fabbrica di scaldabagni, la Varm Boiler, nella linea di montaggio. Nel 1985 sono finito a lavorare a tempo pieno nella Fiom a Palermo».

Quindi la tua storia sindacale inizia in contemporanea con l’attacco padronale della Fiat, la famosa marcia dei quarantamila che ha portato a smantellare tanti diritti?
«Si e per certi versi è emblematico. Nei decenni precedenti c’erano state battaglie formidabili dei lavoratori per imporre il decentramento produttivo anche a Sud.

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