Malapolvere, l'ultimo lavoro di Laura Curino, ci racconta una delle tante assurde storie del nostro tempo. Quella dell'amianto che ha ricoperto innumerevoli tetti d'Italia, giusto il tempo che qualcuno si accorgesse dei pericoli che rappresentava per chi lo lavorava o per chi semplicemente lo aveva vicino.

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Giornate di studio sulla fotografia documentaria e il fotogiornalismo (seconda edizione)


Gli organi di informazione e l'uso delle immagini. Dalla spettacolarizzazione delle news all'infotainement, passando per la concentrazione del mercato editoriale italiano fino all'analisi di un caso concreto: il processo Eternit di Torino visto dai media. Sono i temi della seconda edizione delle giornate di Studio sulla Fotografia Documentaria e il Fotogiornalismo, organizzata da Punto di Svista e Officine Fotografiche, dal 18 al 20 aprile 2012. Tre appuntamenti di approfondimento e dialogo con addetti ai lavori, giornalisti, critici e photoeditor che culmineranno con la visione, in anteprima a Roma, del film documentario di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, Polvere - Il grande processo dell'amianto.

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Un documento a cura della Dott.sa Anna Maria Virgili, presidente Associazione esposti amianto Lazio, su cosa è l'Amianto, dove si trova, quali sono i pericoli e a quali patologie si va incontro. Ed inoltre informazioni sulla normativa e sugli indennizzi.

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E’ passato più di un secolo dal suo primo utilizzo da parte dell’industria. Centinaia di migliaia di lavoratori che ne sono venuti a contatto diretto o indiretto, si sono ammalati, hanno sofferto nella solitudine, sono morti. Le multinazionali che lo hanno utilizzato massicciamente ne hanno tratto profitto e si sono servite del ricatto, dell’inganno, hanno esercitato pratiche senza scrupoli e sacrificato la salute dei lavoratori per il loro vantaggio. E’ l’amianto o asbesto che in greco vuol dire perpetuo, indistruttibile…..

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                       ORDINE DEL GIORNO


il Consiglio /Regionale/Provinciale/Comunale…..

 
















Considerato

che la Dichiarazione di Bruxelles del 23 settembre 2005  ha stabilito che il 28 aprile di ogni anno sia celebrata la giornata mondiale delle vittime dell’amianto;

che nel mondo sono 1.300.000 le persone vittime dell’amianto ed  al 2020 è previsto il picco  delle malattie asbesto correlate;


che l’amianto è stato dichiarato pericoloso da tutta la comunità scientifica internazionale fin dagli anni ’60,  vi sono ancora paesi produttori come Russia, Canada, Brasile, Cina, che lo esportano verso i Paesi in via di sviluppo dove le forme di tutela sociale e sanitaria sono inadeguate o inesistenti;


che in Italia con la legge 257/92  è stata vietata l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione  dell’amianto ed è stata prevista la dismissione graduale dell’utilizzo dell’amianto;


che  non esiste un esplicito divieto di utilizzo o un termine alla dismissione graduale dell’amianto e nessun obbligo di bonifica è posto ai detentori di materiali contenenti amianto, permane il rischio amianto negli ambienti di vita e di lavoro;


è ancora aperto il problema dei risarcimenti alle vittime dell’amianto e nel nostro paese in particolare, il Fondo Vittime Amianto, istituito con L. Fin. 2008, a favore degli esposti familiari e ambientali è stato poi regolamentato escludendo  proprio coloro per i quali era stato previsto;


che non esiste un  fondo nazionale per la bonifica degli edifici pubblici e aperti al pubblico (previsto peraltro dalla stessa finanziaria e poi cancellato con la successiva finanziaria) né un piano nazionale  di sorveglianza sanitaria;


che nei siti di interesse nazionale con presenza di amianto le operazioni di bonifica stanno andando avanti da anni e non sono ancora terminate; in molte regioni non è neppure stata completata la mappatura/censimento dell’amianto e di conseguenza non sono state avviate le bonifiche né tanto meno adottate misure per la messa in sicurezza di edifici pubblici o aperti al pubblico come scuole, ospedali, infrastrutture, ecc.


che le regioni sono intervenute con differenti modalità e termini  lasciando spesso i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl privi di protocolli sanitari e senza alcuna regolamentazione circa la valutazione del

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