Ieri mattina abbiamo partecipato all’assemblea dell’Editoria cooperativa non profit e di partito insieme a Liberazione e a tutte le altre testate giornalistiche a rischio di scomparire, grazie alle politiche del Governo tese a cancellare il pluralismo dell'informazione e a svuotare l'art. 21 della Costituzione. Pubblichiamo il documento assunto, e parteciperemo a tutte le iniziative necessarie a far recedere il governo da scelte cosi sciagurate.
Rosa Rinaldi
Segr. nazionale
Resp. ComunicazioneAssemblea dell’Editoria cooperativa non profit e di partito
Documento conclusivo. Informazione libera e pluralista condizione indispensabile per lo spessore e la qualità della democrazia.
Report è la principale trasmissione d'inchiesta della televisione italiana, quella con il miglior rapporto costo-ascolti e il più alto indice Qualitel.
Report è una trasmissione di servizio pubblico che ogni anno, solo di pubblicità, porta nelle casse della Rai quasi 5 milioni di euro a fronte di un costo di poco più di 2 milioni.
Report è il programma di approfondimento giornalistico che ha raccolto più riconoscimenti in Italia e all'estero.
Report è uno dei simboli del servizio pubblico.
La Rai ha confermato Report nel palinsesto autunnale, eppure il futuro della trasmissione è concretamente a rischio. Perché apprendiamo che la Direzione Generale dell'azienda intende sospendere la copertura legale al programma. È chiaro che per Report libertà d'informazione significa potersi difendere dalle querele per diffamazione e dalle cause per risarcimento danni, che possono avere anche un carattere intimidatorio. Report, in questi anni, ha affrontato decine di cause e non ne ha mai persa una.
Fra pochi giorni l'Autorità per le comunicazioni potrebbe votare un provvedimento che metterebbe il bavaglio alla rete, arrivando perfino a chiudere siti internet stranieri in modo arbitrario e senza controllo giudiziario. Inondiamo i membri dell'Autorità di messaggi per difendere la nostra libertà d'informazione su internet!
Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all'informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.
L'Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero - da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! - in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l'incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell'opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.
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