Intervista ad Antonio Di Pietro di Luca Sappino
Antonio Di Pietro deve avere in mente la fine brutta della Sinistra Arcobaleno, rimasta sotto la soglia di sbarramento e fuori dal Parlamento dopo una separazione «consensuale ». Perché il pallino lui, lo mette nelle mani di Bersani e Vendola. E si affida. Lo fa intervenendo alla Camera, per l’ennesimo voto di fiducia - negata - e lo conferma poi, pesando le parole, cercando di non passare per quello che, in fondo, spera in un «no», in una risposta che giustifichi la nascita del quarto polo, aprendo così la via alla candidatura dell’altro Antonio. Ingroia. Bussa alla porta del Pd, onorevole. Io non busso. Io ritengo che sia necessario essere chiari nei confronti degli elettori, soprattutto sul programma.