121130cambiaresipuo(Di seguito l’appello con 70 firme fra le quali Fiorella Mannoia, Piergiorgio Oddifreddi e Gino Strada). Le prossime elezioni politiche saranno un momento costituente per la ricostruzione del nostro paese: dalla nuova legislatura – se ci impegneremo tutti – può nascere un’Italia più civile, più onesta, più giusta. Che sostiene il pubblico e non il privato, rifiuta la guerra, combatte davvero la corruzione e l’evasione.
Ad aprire questa porta verso il futuro saranno i cittadini e le cittadine: non le banche, non i poteri forti, non le cancellerie europee.
Nelle ultime settimane si è andata formando, per molti versi in modo spontaneo e fuori dagli apparati dei partiti, un’area civica e politica che si ispira alla pagina più bella della storia italiana recente: quella dei referendum vittoriosi sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento; quella dei nuovi sindaci che hanno vinto a sorpresa in tanti comuni piccoli e grandi.

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arancione-rossodi Gaetano Azzariti
È tempo di primarie. Sembra proprio che i partiti esangui della sinistra abbiano trovato una formula magica per superare d'emblée la crisi d'identità nel quale versa l'intero sistema politico. In fondo la soluzione di tutti i problemi è apparsa la più semplice: chiamare a raccolta il popolo della sinistra. E questo ha risposto in massa.
Inebriati dal buon risultato, le primarie nel campo progressista stanno diventando la regola aurea per la selezione del ceto politico. È bene che sia così? Saranno queste a salvare i partiti e quanto resta della sinistra? Forse è opportuna qualche riflessione di sistema che guardi oltre al successo del contingente.
Cominciamo con il dire, allora, che le primarie sono state per la sinistra una scelta obbligata. "Non potevano non farsi", vista l'incapacità delle forze politiche di dare soluzione ai conflitti interni, in particolare tra Renzi e Bersani, ma, più in generale, tra le diverse anime che coesistono senza integrarsi all'interno del Pd.

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distefanoandreadi Luca Fazio
Umberto Ambrosoli, il giorno dopo la vittoria, ha cominciato a mettere le mani avanti sapendo a quale tipo di abbraccio verrà sottoposto nei prossimi giorni. «La mentalità per cui si salta su carro del vincitore chiedendo posti e potere da oggi non vale più». I partiti del centrosinistra sono avvisati e dovranno muoversi con cautela perché il candidato alla Regione Lombardia potrebbe rivelarsi un osso più duro del previsto. Ambrosoli dice che «riconosce il ruolo fondamentale dei partiti» ma aggiunge anche «ho avuto come punto di riferimento il mondo dell'associazionismo e quindi immagino una squadra che abbia tutte queste componenti».
Non siamo ancora alla lista dei nomi, ma sembra un segnale poco incoraggiante per Pd e Sel, le formazioni che hanno scelto di stare con l'avvocato moderato che vuole allargare - verbo che piace al sindaco Pisapia - soprattutto alla società civile e... al centro.

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hollandedi Anna Maria Merlo
«Non dimenticare l'elettorato popolare», che ora fa i conti con la realpolitik
Quindici deputati di base del Partito socialista hanno pubblicato un appello indirizzato a François Hollande, per sollecitarlo a «non dimenticare l'elettorato popolare», che «ha svolto un ruolo-chiave» nella sua elezione all'Eliseo. I deputati di base protestano contro la svolta social-liberale del governo e chiedono una politica che tenga conto dell'«aspirazione legittima dei salariati e degli operai modesti a migliorare le loro condizioni materiali di vita».
La lettera è uno dei sintomi del malessere che sta vivendo la sinistra, che ha vinto le elezioni nel maggio (presidenziale) e giugno (legislative) scorsi. Il Senato, con i voti del Parti communiste français (Pcf) e anche dei Verdi (oggi hanno due ministri nel governo Ayrault), che si sono uniti all'opposizione di destra, ha respinto la principale misura della rettifica alla finanziaria 2013: il Cice, il Credito di imposta competitività e occupazione.

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121130cambiaresipuoL'assemblea romana conferma la prospettiva di costituire liste elettorali per le elezioni politiche imminenti, liste che abbiano la realistica possibilità di portare in parlamento voci determinate a far valere i temi programmatici del progetto Cambiare Si Può, allegati nella sintesi in dieci punti; fermo restando, tuttavia, che la necessaria ricostruzione culturale e politica non si esaurisce certo con l'appuntamento elettorale ma richiede i tempi lunghi del cambiamento profondo, per i quali questo movimento deve attrezzarsi in contenuti, nuovi metodi e pratiche inclusive e non gerarchiche. Dobbiamo ridefinire il senso profondo della sinistra, e concetti che sono stati frantumati e vanno ricostruiti per intero.

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