121004comunenapolidi Giuliano Pennacchio
La riunione del consiglio comunale di Napoli di oggi 3 ottobre è stata caratterizzata dall’implosione della Lista Napoli è Tua, la lista civica arancione, diretta emanazione del Sindaco di Napoli, che perde quattro consiglieri su otto. Si è costituito un nuovo gruppo consiliare ‘Ricostruzione Democratica’, composto da due ex esponenti di NET e da una consigliera, (Simona Molisso) indipendente, in quanto non iscritta a nessun partito, della Federazione della Sinistra. Il gruppo misto, inoltre, al consiglio comunale di Napoli s’infoltisce di due consiglieri (Vasquez e Rinaldi) provenenti dalla lista arancione.
Tutto questo accade dentro la maggioranza che sostiene De Magistris che nessuno mette in discussione, ma che da oggi ha un problema più in tema di coordinamento dei suoi consiglieri.

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121004finanzaAppello per un percorso comune promosso da Attac, Rivolta il debito, Re:Common, Smonta il debito, Centro nuovo modello di sviluppo
Le crisi - finanziaria, economica, sociale ed ambientale - sono ormai arrivate ad un punto critico, soprattutto in Europa. A cinque anni dallo scoppio della bolla dei sub-prime negli USA, la crisi bancaria, sintomo della finanziarizzazione strutturale dell'economia e della società attuata negli ultimi decenni, è stata trasformata in una crisi del debito pubblico dei governi con il fine di imporre ulteriori riforme liberiste (politiche di austerità e conseguente svendita del patrimonio pubblico).
Si accelera la crisi democratica nell'Unione europea ma anche in Italia, dove l'imposizione di un governo tecnocratico apprezzato dai mercati ha tolto potere ai cittadini e a chi sta pagando l’ impatto della crisi. Intorno alla questione della finanza ruota il futuro di una rinascita politica così come la possibilità di pensare una nuova democrazia dei diritti e dei beni comuni ben oltre l'attuale fallimentare modello di sviluppo.

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121004carceridi Paolo Persichetti
Soltanto un terzo delle richieste di risarcimento per ingiusta detenzione trovano soddisfazione. E’ quanto emerge dagli ultimi dati forniti dall’Eurispes e dall’Unione delle camere penali italiane. Su una media di 2500 domande annuali (nel 2011 ne sono state presentate 2369) appena 800 vengono accolte. Il motivo è semplice e al tempo stesso sconcertante: l’Italia è l’unico paese in Europa dove l’istituto della riparazione per ingiusta detenzione è regolato da una clausola, inserita nel comma 1 dell’articolo 314 cpp, che esclude il risarcimento nei casi in cui il ricorrente «abbia dato o concorso a darvi causa per dolo o colpa grave».
Secondo la norma per avere diritto al risarcimento non è sufficiente avere dalla propria parte una sentenza d’assoluzione irrevocabile, secondo una delle formule previste dal codice: iI fatto non sussiste, oppure non è stato commesso o non costituisce reato o non è previsto dalla legge come tale. Non basta nemmeno che la giustizia abbia riconosciuto l’illegittimità della misura cautelare.

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Il passaparola è l'arma principale che abbiamo a disposizione per far conoscere la raccolta di firme per i referendum sul lavoro. Raggiungere 10.000 adesioni fino a domenica 7 ottobre è un obiettivo ambizioso ma realistico.
Cosa fare? Postate questo messaggio sul vostro profilo (condividendolo) anche più volte nella giornata (le 11, le 13, le 15 e le 17 sono gli orari migliori...), diffondetelo nelle nelle pagine alle quali siete iscritte/i, mandatelo a amiche e amici anche con messaggi privati, twittate #lottoperildiciotto annunciando che avete aderito su questa pagina (ricordate il link www.facebook.com/referendumlavoro), create post con i link a Twitter, Facebook e al sito magari commentando altri post, ricordatevi i grandi quotidiani e gli aggregatori e, non dimenticate di dirlo anche agli amci al bar, durante la fila in posta, dovunque voi siate fuori dal web. Siamo pronti? Passaparola!

121003antonio di pietroDialogo con la redazione di Pubblico a cura di Luca Sappino
Se vince Renzi, per Di Pietro, la partita della foto di Vasto è chiusa. Il leader dell’Italia dei Valori su questo è chiaro e cita D’Alema: «Se vince Renzi non esisterebbe più il Pd, figuratevi se può esistere una coalizione». In quel caso la via sarebbe obbligata, seppur nell ’incognita della legge elettorale: l’Italia dei Valori si trasforma nell’Italia dei Lavori e dà vita a un polo alternativo, nella forma dettata dalla soglia di sbarramento e dal sistema con cui si assegna il premio, coalizione o listone. La via preferita, per Di Pietro, però, rimane la foto di Vasto. E siccome se vince Renzi salta tutto, Di Pietro mette in dubbio anche l’appoggio a Vendola nella corsa per le primarie. «Con Nichi c’è un patto programmatico» confessa Di Pietro «ma io devo stare attento perché, se sostengo Vendola, può anche succedere che faccio perdere Bersani e vincere Renzi».

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