di Donatella Della Porta

Per i movimenti, la politica in rete corre più veloce, ma può inciampare in meccanismi di decisione che non sono partecipati: tutti i pericoli del sondaggio telematico come metodo per decidere. C'è qualche ricerca e molto dibattito sui vantaggi e gli svantaggi delle nuove tecnologie per i movimenti sociali. Certamente per attori poveri di risorse materiali, Internet ha rappresentato un consistentissimo vantaggio in termini di comunicazione, sia interna che esterna.
Le mailing lists facilitano gli scambi di idee e la logistica della mobilitazione. Lo stesso fanno i siti web, che permettono anche una azione di (contro)informazione efficace, sviluppando una logica di rete.

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di Alberto Lucarelli

La consultazione interna al movimento «Cambiare si può», che ha visto la maggioranza esprimersi per la realizzazione di un vasto fronte con candidato premier Antonio Ingroia, indica la necessità di compattare a sinistra un solido e plurale punto di riferimento che nasca dalle lotte dei movimenti e da quei partiti che da subito si sono contrapposti al neoliberismo dell'Agenda Monti, sostenuta da Bersani, Casini e Alfano. Chi l'avrebbe detto fino a qualche settimana fa che sarebbe nato uno spazio politico a sinistra della coalizione Pd-Sel? Tuttavia, è necessario rafforzare questo polo, soprattutto con il peso e l'energia dei movimenti che, con le loro lotte per la democrazia dal basso, in questi anni

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di Carlo Lania

«Non basta più parlare genericamente di lotta alla mafia. Servono azioni che contrastino fortemente i fenomeni criminali». Gabriella Stramaccioni è tornata da Borgo Sabotino, in provincia di Latina, dove il primo giorno dell'anno ignoti hanno appiccato il fuoco al Villaggio della Legalità, un ex campeggio abusivo sequestrato e affidato a Libera. L'ennesimo attentato contro l'associazione di don Ciotti. Di Libera Stramaccioni è stata per anni la coordinatrice nazionale, ruolo dal quale si è sospesa qualche settimana fa quando ha deciso di accettare la candidatura che le è stata offerta dalla «Rivoluzione civile» di Antonio Ingroia. «Quella di Borgo Sabotino - dice - è un'esperienza purtroppo

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di Ermanno Rea

Se sul banco degli accusati arriva la cattiva politica e tutti ne chiedono lo smascheramento, il bando, la gogna, la cattiva politica che fa? Essendo una volpe capace delle più inaudite scaltrezze si unisce subito al coro e, alzando la voce ancora più degli altri, cerca di scaricare la responsabilità per intero sulla politica in quanto tale - la politica come prassi democratica - fino a cancellare ogni distinzione tra quella buona e quella cattiva, fino ad affermare che la politica è marciume di per sé e perciò va severamente condannata e possibilmente sostituita. Con che cosa? A questa domanda si risponde in maniera duplice ma convergente.

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di red.

"Sono perfettamente d’accordo con le proposte di Antonio Ingroia, le condivido e mi sento in piena sintonia con lui e con il movimento che sta crescendo al suo fianco. Credo che in questa fase particolare della vita politica italiana ci sia un gran bisogno di persone come lui che hanno un passato di vita, anche rischiosa, interamente dedicata al Paese. Ingroia è uno di quelli che fanno i fatti e non le chiacchiere. Mi auguro che riesca con il suo movimento a cambiare realmente l’Italia, perché c’è un gran bisogno di cambiamento". Con queste parole l'astrofisica Margherita Hack ribadisce a OltremediaNews il suo apprezzamento ed il suo sostegno alla candidatura di Ingroia.

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di Angelo d'Orsi

Sto seguendo, come tanti, le vicende relative alla costruzione di un possibile “Quarto Polo”, desideroso, per una volta, di uscire dal ruolo dell’osservatore, sia pure partecipe e simpatetico, e impegnarmi direttamente: “metterci la faccia”, come si dice da qualche tempo. In particolare sono stato stimolato dall’iniziativa di Luigi De Magistris. Ho provato a seguire anche, in certa misura, “Cambiare si può”, partecipando a qualche assemblea. L’ultima delle quali, domenica 29 dicembre, a Torino, mi ha gettato nello sconforto. I “garanti” reduci da incontri con Antonio Ingroia, hanno annunciato l’intenzione di chiudere la trattativa, a causa della insistenza di tre segretari di partiti (Diliberto, Bonelli, Di Pietro) disposti ad appoggiare la Lista Ingroia senza simboli, di entrarvi.

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di Antonio Di Pietro

“Il discorso del Presidente della Repubblica Napolitano quest’anno è stato più vuoto che mai, senza anima, senza cuore e senza alcuna assunzione di responsabilità, anzi con un improprio autoelogio finale. Un compitino fatto di parole vuote e di circostanza”. Così il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica. “Il Presidente si è rammaricato della mancanza di una nuova legge elettorale. Ma perchè non ha fatto il suo dovere mettendo il Parlamento di fronte alle sue responsabilità? Per dare così una risposta a quel milione e duecentomila cittadini che hanno firmato per ripristinare una legge elettorale che  avrebbe permesso loro

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di Enrico Grazzini

A destra Silvo Berlusconi propone una politica populista anti-europea e anti-tasse, mentre a sinistra Grillo propone con un certo successo un populismo ecologico e antipartitico. Il liberista Mario Monti, neo-candidato premier per il centro, e il progressista liberalizzatore Pier Luigi Bersani accusano quasi all'unisono sia Berlusconi che Grillo di populismo anti-europeo. Il populismo - e non invece il liberismo e le politiche neo-conservatrici di selvaggia deregolamentazione finanziaria che hanno effettivamente scatenato la crisi globale ed europea - sembra essere il nuovo demone da esorcizzare della politica italiana. Il populismo però è un Giano bifronte: c'è un aspetto dominante del populismo, che è

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di Ignacio Ramonet

Dopo che siamo sopravvissuti - lo scorso 21 dicembre - alla annunciata fine del mondo, non ci resta ora che cercare di prevedere - con ragionamenti prudenti ma più cartesiani - il nostro futuro immediato. Basandoci sui principi della geopolitica, una disciplina che permette di comprendere il gioco complessivo delle potenze e di valutare i principali rischi e pericoli. Per anticipare, come su una scacchiera, le mosse di ogni potenziale avversario. Se guardiamo, in questo inizio d'anno, una mappa del pianeta, immediatamente notiamo vari punti con luci rosse accese. Quattro di essi presentano alti livelli di rischio: Europa, America latina, Medio Oriente e Asia.

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di Antonello Mangano

«Il canguro è forte e salta con la morte». È il titolo di un sito web curato da ex parà della Brigata Folgore. Una serie di pagine nate con un solo scopo. Fare a pezzi – dal punto di vista scientifico – lo studio «Autoritarismo e costituzione di personalità fasciste nelle forze armate italiane: un’autoetnografia», scritto dai sociologi Pietro Saitta e Charlie Barnao. Quest’ultimo oggi fa il ricercatore a Catanzaro, ma ha un passato da paracadutista tra Pisa e Siena. Il suo diario è alla base del working paper che interpreta la caserma come «istituzione totale» e la Folgore come un corpo caratterizzato da riti di iniziazione e addestramento particolarmente violenti, con precisi richiami «fascisti».

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