di Marina Boscaino

Quali sono le priorità relative alla scuola in un programma politico di governo? Certamente non quelle che, un po’ svogliatamente, a dire il vero – sono state inserite a p. 9 dell’Agenda Monti. Cambiare rotta davvero – ma chi aveva stabilito o chi ha contribuito a stabilire la rotta precedente? – significa provare a determinare qualche elemento davvero imprescindibile e poi praticarlo concretamente, con precise destinazioni di risorse economiche, umane, professionali, culturali, in un ambito che, emerso da lustri di incuria e di sottovalutazione, avrebbe bisogno della concentrazione su molti più elementi di quanti io abbia messo in rilievo.

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di Carmine Fotia

La scelta di Antonio Ingroia di candidarsi come leader di una lista civica nazionale alternativa al montismo e al berlusconismo ha sollevato, com'era naturale, molte e diverse obiezioni. Alcune sono serie e meritano una risposta forte e convincente, poiché provengono da settori dell'opinione pubblica che fanno parte del potenziale bacino elettorale di questa lista. Altre sono alquanto pelose e sono destinate a cadere per la forza dei fatti.Comincio proprio da queste ultime, in particolare dall'accusa di "giustizialismo manettaro" che viene rivolta in particolare dal Pd. Sull'Unità del 23 dicembre scorso Giuseppe Provenzano

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di Franco Frediani

Tutti vogliono Monti, e Monti vuole tutti, o meglio, si capisce molto bene che non gradisce una vera opposizione, o quanto meno chi non condivide la sua agenda. E se fosse questo il suo vero limite? La realtà, ad oggi, sembra riproporre la grande coalizione centrista con a capo l'ex tecnico oggi promosso al rango di fine politico di democristiana memoria. Dobbiamo abituarci a cavalcare "l'argomento Monti", perché non potrebbe essere altrimenti: è l'uomo che incarna il neoliberismo imperante, antipopolare, nonché la politica dei poteri forti e del conservatorismo; seguirne i passi e le contraddizioni è quanto mai d'obbligo.

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di Marco Berlinguer :: intervista a James K. Galbraith, economista

È reduce da un tour europeo, James Galbraith, e non si può dire ne abbia tratto buoni auspici: «Gli europei dovrebbero iniziare a pensare a quale potrebbe essere la fine del gioco, perché io, in queste condizioni, vedo due scenari possibili: una separazione negoziata e consensuale o una che passa attraverso una spirale incontrollata e anche violenta di secessioni». Figlio d'arte - figlio dell'influente e famoso John Kenneth Galbraith - James è un esponente di punta del gruppo di economisti dissidenti che stanno guadagnando visibilità e ascolto nell'opinione pubblica statunitense, a fonte

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di Paolo Valentini :: Intervista a Piero Bevilacqua, economista

Arrivati a fine anno, ancora una volta è il lavoro che manca a preoccupare. Ci spiega cosa è accaduto in questi anni?
È in atto a livello internazionale una pressione formidabile sul lavoro, sulla fabbrica e nei servizi; accade in Europa e negli Stati Uniti, per non parlare di quello che avviene in Cina. «È una lotta di classe dopo la lotta di classe» come l’ha chiamata Luciano Gallino. Ma attenzione: l'attacco ai diritti del lavoro non è di oggi ma si è sviluppato e concretizzato prima della crisi attuale.

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di Antonio Ingroia

Oggi questo Diario dovrebbe chiamarsi Diario Italo-Guatemalteco perché in realtà lo scrivo mentre sono in Italia, ma pronto per ripartire per il Guatemala. Che ci faccio in Italia lo sapete. Non solo per le festività natalizie, ma anche perché coinvolto in un’iniziativa “politica” della società civile che si è condensata nel manifesto “Io ci sto”, di cui sono primo firmatario e che io stesso ho lanciato venerdì scorso al teatro Capranica a Roma. Sul punto, ho poco da aggiungere a quanto ho già detto venerdì. L’Italia è oggi un Paese ammalato, soprattutto di iniquità. Economica, sociale e giuridica. Gli italiani non sono mai stati eguali fra di loro. Si dice che nei momenti di difficoltà dovrebbe crescere

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di red.

Le buste paga sono arrivate venerdì: a ognuno dei 15 consiglieri grillini all’Ars ecco indennità da quasi 12 mila euro. I rappresentanti di "5 stelle" all’interno del parlamento siciliano non sono ancora riusciti a mantenere l’impegno - preso in campagna elettorale - di "lasciare alla Regione" le quote eccedenti i 2.500 euro netti, oltre ovviamente alle spese per vitto, alloggio e trasporti quantificate in circa mille euro. Il portavoce nell’Isola di M5S, Giancarlo Cancelleri, fa sapere che si sono problemi "burocratici e fiscali" che rendono al momento impossibile la rinuncia a tre quarti dei loro compensi. Problemi che, aggiunge Cancelleri, saranno risolti nei prossimi giorni.

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di Andrea Fabozzi

Lui che la candidatura se l'è giocata e vinta con le primarie, che alle primarie ha affidato anche la scelta della maggioranza dei parlamentari, adesso dovrà fare la campagna elettorale con un non-candidato come avversario. E dovrà persino evitare di attaccarlo troppo, pena la perdita del marchio di affidabilità europea. Pier Luigi Bersani è in questa brutta situazione, non gli sfugge che la corrida dialettica tra Berlusconi e Mario Monti serve solo a rinsaldare le posizioni di entrambi i suoi competitor. Guarda i sondaggi e scopre come il recupero del centro montiano avvenga a scapito del Pd, per la prima volta in leggero calo. Vede Pietro Ichino, l'ultima delle «figurine» che Walter Veltroni aveva

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di Carlo Lania

L'anno nuovo potrebbe portare centinaia di migliaia di nuovi disoccupati. A lanciare l'allarme è stato il Nidil-Cgil, il sindacato che si occupa delle nuove identità lavorative il cui segretario, Filomena Trizio, teme che la scadenza dei vecchi contratti a progetto e l'imminente entrata in vigore delle nuove norme previste dalla riforma Fornero porti le aziende a stipulare nuovi e ancora meno garantiti rapporti di lavoro. E invita i lavoratori interessati a rivolgersi agli uffici della Cgil per avere maggiore tutela. A rischio, secondo il sindacato, c'è almeno il 60-70% dei circa 700 mila contratti a progetto oggi in essere, la cui scadenza è prevista entro il 31 dicembre. «Molte aziende - denuncia Trizio

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di Costantino Cossu

Natale di lotta per gli operai ex Rockwool di Iglesias, asserragliati nella galleria Villamarina della miniera di Monteponi, i cui ingressi sono stati murati alcuni giorni fa. Una giornata di festa e di protesta, all'insegna della speranza e della solidarietà. Il 25 mattina hanno ricevuto la visita del vescovo di Iglesias, Giovanni Paolo Zedda. Nel piazzale antistante l'ingresso della galleria occupata, insieme con i lavoratori ci sono anche i giovani che sostengono la lotta dei genitori. Cristian Strina, laurea in Scienze politiche e in procinto della specialistica, è il figlio di Nunzio, ex minatore Bariosarda passato poi alla fabbrica di lana di roccia della Rockwool. «Cristian ha seguito tutte le nostre battaglie - ha raccontato

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FB Ezio Locatelli

 

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