di Claudio Grassi

Il Presidente Napolitano ha concluso la legislatura con un altro grave atto contro la democrazia. Già era successo con la nomina a Senatore a vita di Monti il giorno prima di dargli l'incarico di capo di Governo. Oggi con la decisione di sciogliere le Camere e non attendere i primi giorni del 2013, come aveva chiesto il comitato promotore dei referendum, annulla il valore di oltre 500.000 firme che erano già state raccolte. Migliaia di banchetti, migliaia di persone che al freddo hanno dedicato il loro tempo libero e il loro impegno, annullati in un minuto. Il popolo italiano non potrà quindi pronunciarsi per abolire l'art 8 e ripristinare art 18. La responsabilità di tutto questo è di Napolitano

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di Domenico Moro

Qual è il bilancio del governo Monti e soprattutto qual è la situazione dell’e conomia e della società italiana dopo un anno di governo tecnico e di applicazione dell ’agenda europea? Cominciamo con i conti pubblici e con i tassi d’interesse sul debito. Secondo la vulgata i conti dello Stato fuori controllo avevano allontanato i mercati e spinto verso l’alto i tassi d’interesse, allargando il divario con quelli pagati dai tedeschi. C’era il pericolo di non riuscire a rifinanziare il debito, per l’impossibilità di collocare nuove tranche di debito. Quindi ci si sarebbe potuti trovare nella condizione di non pagare neanche gli stipendi pubblici.

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di Amerigo Rivieccio

La fiducia dei consumatori fa registrare, a dicembre, un livello che non si era mai registrato da quando esiste questa rilevazione, a renderlo noto è l’Istat che rende noto inoltre come a novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato molto meno dell’inflazione, con una perdita secca di potere d’acquisto per i lavoratori. Dure le reazioni delle associazioni dei consumatori. L’indice che segnala il livello di fiducia dei consumatori in merito alla propria situazione personale, il dato è stato diffuso oggi dall’Istat, questo mese e' sceso da 90,9 a 90,7 punti. Questo è il livello più basso da quando, nell’ormai lontano 1996, sono iniziate le rilevazioni di questo dato.

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di Mario Agostinelli

In una serie di documentati articoli sulle pagine di Repubblica, Federico Rampini espone la strategia degli Stati Uniti guidati da Obama per mantenere l’egemonia geopolitica e militare a fronte dell’impetuosa crescita cinese. Parte decisiva di questa strategia è rappresentata dal progetto di estrazione di gas (e petrolio) dagli scisti bituminosi (shale gas), che porterebbe Usa e Canada a soppiantare il primato nelle fonti fossili dei Paesi Arabi e della Russia e a determinare così un confronto diretto nella competizione economica con Pechinoda posizioni di forza. A quale prezzo per il pianeta e per la vita futura?

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di Monica Pasquino

Quando ancora non mi ero ripresa dal "ritorno" di Berlusconi e dalla tragicommedia di un Paese che mette in Costituzione il pareggio di bilancio e toglie dal Codice penale il falso in bilancio, ecco pronto il centro-centro. Monti scende in campo e questo crea difficoltà a Bersani, costretto a spostare sempre più a destra l'asse della sua coalizione per togliere spazio al nuovo rivale. Per fortuna ascolto on line Ingroia, che al Teatro Capranica scioglie la riserva sulla sua candidatura e invita i partiti a fare un passo indietro per permettere alla società civile di fare un passo avanti.

Sono a casa. Sfoglio diversi giornali, confesso di essere rimasta un po' indietro con la rassegna stampa di questi giorni.

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di red.

Alla fine Antonio Ingroia scioglie la riserva sulla sua candidatura: "Se ci siete tutti, se ci siamo, anche quelli della società civile, io sono disponibile a candidarmi in un movimento unitario". Così, dal palco del teatro Capranica di Roma, arriva l'annuncio atteso. La platea applaude. Ingroia invita Antonio Di Pietro (Idv), Olivero Diliberto (Pdci), Paolo Ferrero (Prc), Angelo Bonelli (Verdi) a fare "un passo indietro". "Il modo migliore per far fare un passo avanti alla società civile è fare un passo indietro", dice l'ex pm, specificando che ciò "non significa sparire, perché vi vogliamo con noi nella battaglia". Ma il 'nuovo polo' non deve essere "un collage, un'accozzaglia di colori, un arcobaleno

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di Giulio Marcon

La legge di stabilità per il 2013, appena approvata, riassume bene un anno di politica economica del governo Monti all'insegna del rigore (a senso unico), dell'assenza di equità, di insignificanti misure per la crescita. Rigore, equità e crescita: erano le tre parole chiave con cui Monti si era presentato in parlamento nel novembre del 2011, all'atto del suo insediamento. Il rigore è stato applicato ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini, ma non alla casta dei militari e al 10% privilegiato della società. Di equità sociale non c'è traccia tanto è vero che le diseguaglianze e le povertà nell'ultimo anno si sono accentuate: un quarto della popolazione non riesce a far fronte a spese impreviste

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di Fausto Bertinotti

Mi sembra che questi primi cenni di campagna elettorale confermino tutte le analisi espresse negli ultimi numeri di alternative per il socialismo, a partire da “L’opportunità della rivolta” dell’ottobre dello scorso anno.

La ristrutturazione dell’economia prodotta dal capitale finanziario, in risposta alla crisi, è accompagnata da una vittoria ideologica delle classi dirigenti realizzando, così, un vero e proprio rovesciamento della lotta di classe agitata, adesso, dai padroni contro i lavoratori, contro i popoli e i giovani in particolare. Appunto, come dice il movimento di Occupy Wall Street: «Noi 99%, voi 1%». Per difendere gli interessi di questo 1%, si è costruito un recinto in cui si consuma

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di Carmine Fotia

Chi lavora contro l'unità dei progressisti? Come delimitiamo il campo dei progressisti e chi è legittimato a farlo? Mi sembrano le domande fondamentali cui rispondere se si vuole prendere sul serio l'appello all'unità dei progressisti di Bevilacqua, Tronti ... (il manifesto 21 dicembre). Nella stessa giornata di ieri ho visto una dichiarazione di Antonio Ingroia che ribadisce che l'appello che ha firmato è rivolto a creare le condizioni per un governo «riformista e democratico» e letto un'intervista di Luca Orlando nella quale si ribadisce che i firmatari dell'appello che ha dato vita alla manifestazione di ieri al Capranica di Roma cercheranno fino all'ultimo di dialogare con la coalizione

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di Domenico Moro

Per parafrasare un film famoso, questo non è un paese per lavoratori salariati. Così appare dai dati rilasciati da Istat e Banca d’Italia ieri. Infatti, l’andamento delle retribuzioni rallenterà ancora nel 2013. In realtà, il peggioramento è continuo dal 2009 ad oggi, visto che l’incremento delle retribuzioni orarie nel 2009 fu del 3,5%, nel 2010 del 3%, nel 2011 dell ’1,8% e nel 2012 (fino a novembre) dell ’1,4%. Se compariamo la crescita, sempre più ridotta, delle retribuzioni all’inflazione, che nell’anno in corso è al 3%, si comprende come la capacità d’acquisto sia calata. Ma non è tutto, visto che a calare, oltre alla retribuzione oraria, sono anche le ore lavorate per dipendente.

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FB Ezio Locatelli

 

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