di Paolo Valentini

Nel 2009 il primo numero della rivista Wired pubblicava in copertina la foto di Rita Levi-Montalcini sorridente, volto sbarazzino da eterna ragazza del secolo scorso. Intelligenze superiori dal pianeta Italia. La rivista non poteva cominciare le sue pubblicazioni senza immortalare l'espressione gaudente di una protagonista speciale del novecento italiano. Per una testata che parla di futuro e idee che cambiano il mondo quell'immagine voleva essere di buon auspicio per una nuova generazione di ricercatori e inventori che avrebbero votato la loro vita a migliorare le condizioni dei propri simili nel mondo, nelle tante università in cui nascono i piccoli miracoli della scienza.

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Dal mio amico e collega Attilio Bolzoni, uno dei maggiori esperti di mafia in Italia, ricevo questa mail che volentieri pubblico:

Caro Alessandro, è molto atipica questa iniziativa dei figli di Bernardo Provenzano. Denunciare qualcuno non è nella tradizione dei figli dei boss. Poi, denunciare un magistrato. Poi ancora, denunciare Antonio Ingroia proprio nel giorno in cui presenta la sua candidatura. Una delle prime regole di Cosa Nostra è quella di non denunciare mai allo Stato. Nessuno. Neanche i peggiori nemici. E’ il tradimento massimo. E’ davvero singolare, oggi, che i due ragazzi di Corleone abbiano deciso di inoltrare un esposto in una Procura della Repubblica, un ufficio dello Stato. E’ come il mondo sottosopra.

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redazionale

Le differenze sono tante e tali, da legittimare il termine alternativa. Al contrario di Monti, quella di Ingroia non è una "salita" in politica, ma l'annuncio della volontà di cambiare lo “stato delle cose” mettendosi a disposizione di una lista che si oppone al liberismo portato avanti dallo stesso Monti e dal suo predecessore, Silvio Berlusconi. Forse a molti appare un dato di poco conto, ma non lo è affatto! E' bene intanto prendere atto di un crescente interesse per "l'evento", cosa che non accadeva da tempo... La costruzione e la nuova presenza di un Quarto polo non è passata quindi inosservata. Lo dimostra l'indifferenza arrogante di Bersani, la candidatura di Piero Grasso

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di Checchino Antonini

«Direi che ci siamo», attacca Ingroia nella cornice del Capranica che l'ha visto solo pochi giorni fa ufficializzare il percorso che oggi si annuncia ufficialmente. L'ex pm di Palermo sarà il candidato premier di Rivoluzione civile, la lista alternativa a Monti e a chi l'ha sostenuto, «vera lista nuova - dirà lui - vera lista civica». Nel logo un quarto stato stilizzato a spiegare che l'anomalia italiana è anche l'esclusione dei ceti subalterni dalla rappresentanza. Che poi lui non se lo sarebbe mai immaginato di dover scendere in politica per proseguire la stessa battaglia iniziata nelle aule di giustizia contro mafie e corruzione ma oggi è il momento della «responsabilità politica» perché la politica «non ha fatto il suo dovere: non siamo in un paese normale, c'è un'emergenza democratica dovuta allo strapotere dei sistemi criminali».

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di Salvatore Cannavò

E’ un documento da conservare con cura il rapporto “Moneta e banche” redatto dalla Banca d’Italia. Perché se si vuole vuole sapere per che cosa facciamo i sacrifici, subiamo le stangate, gli aumenti, il blocco dei servizi e dei diritti, parte della risposta è data dai numeri, un po’ complessi e fitti, che la banca centrale italiana pubblica sul proprio sito.

Al 31 ottobre 2012, infatti, la proprietà di Titoli di Stato da parte delle banche italiane ammontava a 340 miliardi di euro, in aumento del 63% rispetto all’anno precedente (208 miliardi ma, nel 2009 a ridosso dell’esplosione della crisi, erano solo 147 miliardi). Una fetta importante del debito pubblico, quindi, si trova nella pancia delle banche:

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di Fabio Marcelli

Ho giò avuto modo di trattare, in alcuni miei blog, la natura doppia della religione, magazzino di risorse spirituali individuali e collettive per la giustizia e il miglioramento sociale ovvero strumento del potere, al servizio della conservazione dei privilegi di settori ristretti, fra cui ovviamente gli stessi ecclesiastici.

L’abbraccio con il potere è certamente di conforto, anche economico, agli alti prelati ma non aiuta la Chiesa in quanto tale, intesa come comunione dei fedeli. Uno dei tratti più negativi della nefasta esperienza del governo Monti, e prima ancora di quella di Berlusconi, è stato probabilmente costituito dall’ossequio portato al Vaticano, sotto

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di Felice Roberto Pizzuti

Il professor Monti, nella conferenza stampa di Natale, mentre ufficializzava la sua «salita» in politica, ribadiva di essere "imparziale nelle analisi" e, se non super partes, si dichiarava extra partes. Questa reiterata pretesa, che pure ha assicurato il successo del suo governo in quella parte dell'opinione pubblica più sfiduciata nella politica, è evidentemente insostenibile; e per capirlo, se ce ne fosse ancora bisogno, basta mettere a confronto la sua «Agenda» con i fatti.  Il capitolo dell'Agenda dedicato al qualificante obiettivo di «Costruire una economia sociale di mercato, dinamica e moderna» inizia con l'affermazione che «La riforma delle pensioni ha dato al Paese il sistema più sostenibile

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di Tonino Perna

Il Professor Monti nel presentare la sua agenda-programma per le prossime elezioni ha attaccato la Cgil e Vendola, sostenendo che sono dei conservatori, che rappresentano ormai posizioni arcaiche che impediscono all'Italia di crescere, modernizzarsi. E Monti, bisogna ammetterlo, questa volta ha ragione.
Siamo in tanti ad essere diventati conservatori perché vogliamo conservare i diritti del lavoro conquistati in decenni di lotte sociali, perché vogliamo conservare il welfare come diritto alla sanità pubblica, all'istruzione statale , all'indennità di disoccupazione. Siamo decisamente conservatori perché vogliamo proteggere l'ambiente e gli ecosistemi dalla

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di Carlo Lania

Siamo un Paese che ribolle, con centinaia di aziende in crisi, vertenze che durano mesi se non anni e una conflittualità nei posti di lavoro in continua crescita. Il 2012 che sta per chiudersi sarà ricordato come uno degli anni più conflittuali per il mondo del lavoro, con le ore di sciopero che nel primo semestre sono cresciute del 9% rispetto al 2011. Un aumento «marcato, prevedibile e inevitabile», lo ha definito ieri su Facebook il garante dell'Autorità sugli scioperi Roberto Alesse, per il quale il livello di conflittualità «non potrà che confermarsi» anche nel 2013. A meno che, ha aggiunto, «il nuovo parlamento e il nuovo governo non sapranno, con senso di responsabilità, affrontare i difficili nodi

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di Giorgio Salvetti

Di questi tempi avere una pensione è già una fortuna. Almeno rispetto a chi non ha lavoro e a chi una pensione non l'avrai mai. Ma certo non sono i pensionati quelli che dovrebbero fare ulteriori sacrifici per aggiustare i conti dello stato. E invece è proprio ai loro danni che da troppo tempo il governo ha deciso di fare cassa. Dal primo gennaio 2013 scatta l'aumento del 3% delle pensioni per l'adeguamento al costo della vita. Ma per il secondo anno consecutivo la rivalutazione non è valida per le pensioni che sono tre volte superiori alla soglia minima. Significa, spiega in uno studio la Spi-Cgil - che ben 6 milioni di pensionati avranno un blocco dell'adeguamento e che dunque il loro potere d'acquisto

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