latorrefrancodi Rachele Gonnelli
Si presenta con Rivoluzione civile, anche se ha ancora in tasca la tessera del Pd, Franco La Torre, figlio di Pio. «È scaduta, mi è rimasta attaccata al portafoglio, un fatto sentimentale di cui non voglio parlare ».
E si candida con la cosiddetta “sinistra radicale” o “massimalista”?
«Io non sono massimalista e non lo è Flavio Lotti o Gabriella Stramaccioni di Libera. Sono anche siciliano. Prima, quando all’estero qualcuno mi diceva Sicilia uguale mafia, mi arrabbiavo. Ora nella campagnaelettorale è naturale che si alzino i toni con i competitori, mi rifiuto di chiamarli avversari. Nella lista di Ingroia è rappresentata una vasta area e anche quattro partiti che in passato sono stati anche su posizioni contrapposte».

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rifondazionedi Bruno Steri
Ho condiviso il percorso e l’obiettivo che Rifondazione comunista  ed altre forze politiche si sono date: la costituzione di un cartello elettorale “No Monti”,  contro le destre (quelle populiste e sfasciste come quelle liberiste e in doppio petto) e in alternativa al centro-sinistra. Ribadisco: un polo elettorale “No Monti” (che non è la stessa cosa di un “polo della sinistra di alternativa”, anche se ambisce a porsi in una tale prospettiva). Un’impresa che non si presentava affatto semplice, legata alla possibilità di reperire una coalizione di forze che si ponessero il suddetto obiettivo e di disporre di un candidato a capo del governo che fosse credibile (come l’attuale legge elettorale impone); ma, soprattutto, al fine di riportare – per quanto riguarda il Prc -  dei comunisti nel Parlamento nazionale. Il risultato è stato conseguito e non era per nulla scontato.

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cortegiustiziaeuropeadi Mauro Palma
Irrompe l'Europa, con una sentenza della Corte per i diritti umani sulle carceri, in un confronto elettorale finora avvitato attorno al tema degli equilibri economici e finanziari e a quello, più di cucina, delle sotto-aggregazioni in cerca di seggi. Un avvio di campagna elettorale che sembra fin qui aver dimenticato, come lontana nel tempo, la linfa vitale che si era espressa in modo lampante nella partecipazione di massa ai referendum dello scorso anno e che, sebbene con altri numeri, si era rivista in quella alle primarie per scegliere il leader della coalizione. Tutto è sembrato ricomporsi in questi giorni in una sorta di gioco interno a un sistema scarsamente dialogante con l'impellenza dei bisogni concreti di larghi settori in sofferenza e anche con le potenzialità di un mondo giovanile che non trova possibilità di essere protagonista, ristretto nella condizione di precarietà sociale, oltre che economica e soggettiva.

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ingroiarivoluzionedi Daniela Preziosi
Alla fine, saggiamente, alcuni partiti ci hanno ripensato. Anche nel Lazio ci sarà la Lista Ingroia, unica, e non una coalizione-sommatoria di liste dei partiti, come in un primo momento erano orientati a fare verdi e Federazione della sinistra (Prc e Pdci). La decisione è arrivata ieri a Roma nel corso di una riunione delle forze politiche arancioni. Determinante è stato anche l'orientamento dello stesso Ingroia, il candidato premier quartopolista alle politiche, che ha fatto capire che non avrebbe concesso l'uso del «brand» nazionale a una coalizione di soli partiti, e per di più con un candidato presidente politico professionista. Ora infatti come capolista si parla di Carmine Fotia, vicino all'Idv ma attivista di Cambiare si può.

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ambrosoliumbertodi Andrea Di Stefano
L'intesa Lega-Pdl, o meglio Maroni-Berlusconi sotto il ricatto di Formigoni e Cl, deve spingere la coalizione Ambrosoli a un immediato scatto in avanti per erodere il terreno che in questi anni ha costituito la coltura degli Ogm leghisti: intere fasce dei ceti popolari che sono stati abbindolati dalle promesse anti globalizzazione dell'asse Tremonti-Lega. Il centrosinistra può e deve vincere se non avrà paura di avanzare proposte forti in grado di rispondere alle paure dei lombardi che oggi si chiamano povertà e disoccupazione.
Per questo sin dalle Primarie ho caratterizzato la campagna con alcune proposte «forti»: reddito minimo garantito dentro programmi di welfare municipale, una nuova politica economica che abbia il suo asse portante su sostenibilità e smantellamento alla radice del sistema economico-affaristico Cl-Compagnia delle Opere cresciuto grazie a una oliatissima macchina amministrativa deviata al servizio di questo modello.

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ikea2di Antonio Sciotto
Si erano beccati perfino le manganellate della polizia, il 2 novembre scorso, quando erano stati caricati al presidio davanti ai magazzini Ikea di Piacenza. Ma gli addetti al facchinaggio non si sono arresi, e dopo oltre due mesi di lotte hanno ottenuto il reintegro di 9 lavoratori sospesi dalle cooperative in appalto di cui sono dipendenti. L'accordo è stato siglato due sere fa con la mediazione del Comune, anche se i sindacalisti del SiCobas, che hanno gestito la vertenza, precisano che la mobilitazione non si fermerà fino a quando le condizioni di lavoro non torneranno «normali». E sì, perché seppure il committente sia la «civilissima» svedese Ikea, sembra che gli addetti alla logistica - il 90% extracomunitari - si siano trovati a lavorare in condizioni pessime e con salari da fame: il sindacato, coloritamente, parla di «semischiavismo».

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ciedi Iside Gjergji
A. H., cittadino marocchino, viveva con la famiglia e lavorava come artigiano a Gioia Tauro quando la polizia lo ha trovato senza documenti e portato nel Cie di Isola Capo Rizzuto. Una volta arrivato nel centro è stato costretto a permanere – come egli ha poi raccontato al Tribunale di Crotone – in condizioni igieniche precarie, in ristrettezza di pasti e di luoghi all’aria aperta. Il 9 ottobre 2012, A. H. scopriva che sua madre era in coma. Chiedeva di poter andare a visitare la madre, ma il permesso gli veniva negato. Fu così che prese la decisione di protestare contro la restrizione della sua libertà e contro quelle condizioni di vita, che – secondo quanto dichiarato da A. H. al giudice – ‘manco gli animali’ conoscono.

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eccidiofonderiedi Cristina Provenzano
62 anni fa alle Fonderie Riunite di Modena furono uccisi 6 operai e oltre 200 persone rimasero ferite negli scontri con la polizia. Questa mattina l'eccidio è stato ricordato con una cerimonia alla quale hanno partecipato anche i testimoni di allora. Fra questi, Fermo Meschiari: “Era il 1950 e noi della sezione del Pci già alle 4 del mattino eravamo qui pronti per controllare cosa stava succedendo; la polizia era sopra alle strutture e faceva il tiro al piccione”. O Iride Malagoli, sorella di Arturo Malagoli: “Ero in gravidanza, mio fratello poco prima aveva lasciato a casa nostra la sua bicicletta. E' stato terribile”.

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ciampipierodi A67
Piero Ciampi è sicuramente tra gli artisti più originali della scena cantautoriale italiana e allo stesso tempo il più dimenticato. L’artista livornese, scomparso il 19 gennaio 1980, è stato spesso considerato un artista maledetto per vie del suo grande amore per l’alcol e la sua scrittura drammaticamente vera. “Bisogna pagar pegno a Piero Ciampi”, diceva Fabrizio De Andrè, ed è quello che hanno fatto i “Letti Sfatti”, giovane rock band napoletana. Il trio rock – Jenna Romano: voce e chitarra, Roberto Marangio: basso e Mirko Del Gaudio: batteria – che, nel 1999, vince il premio Ciampi, ha collaborato con nomi del calibro di Beppe Barra ed Erri De Luca.

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ingroiarivoluzionedi Antonio Ingroia
Buongiorno, dottor Ingroia, bentornato in Italia”, la voce gentile dell'hostess Alitalia mi sveglia. Sono le 7 del 7 gennaio. Mi affaccio dal finestrino e vedo le luci dell'alba che illuminano ll'Appennino. Sul monitor dell'aereo le immagini di Prometeus, l'ultimo film dell’immaginifico Ridley Scott. Il protagonista si interroga sulle domande cruciali : “ Da dove veniamo? Qual è il nostro scopo? ”, nella storia aggiornata del mito del titano Prometeo che voleva dare alla razza umana piena dignità e perciò venne cacciato dall'Olimpo. Le domande cruciali che ogni tanto bisogna porsi nella vita per non vivere alla giornata. Per avere obiettivi alti, ambiziosi.

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