di Luca Fazio

Ha fatto già male, sta facendo addirittura malissimo. E forse il peggio deve ancora venire. Susanna Camusso, nonostante il suo ruolo la preservi dal chiacchiericcio della campagna elettorale, spara a zero contro l'ex primo ministro Mario Monti. E il suo, più che un saluto di fine anno o di fine legislatura, sembra quasi un arrivederci che sa di sfida, adesso che l'ex «tecnico» super partes - per quelli che avevano fatto finta di crederci - ha finalmemente gettato la maschera. Non le manda a dire il segretario generale della Cgil. In merito alle cose fatte (o non fatte), che simbolicamente stanno tutte nel minestrone indigeribile della legge di stabilità approvata ieri

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di Domenico Moro

La legge di stabilità è passata al vaglio del Senato e si appresta a ritornare alla Camera per l’a pprovazione definitiva. Proviamo a vederne i punti principali. Irpef. La formulazione originaria data dal governo prevedeva il taglio di un punto percentuale dell’aliquota dell’ imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef) per i due scaglioni più bassi, quello fino a 15mila euro che sarebbe passato dal 23% al 22% e quello fino a 28mila euro che sarebbe sceso dal 27% al 26%. A questo proposito bisogna notare che la stragrande maggioranza degli operai e degli impiegati del nostro Paese rientrano in queste fasce.

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di Patrizio Gonnella

Ho visto un giovane piangere perché incarcerato a dieci anni da un episodio di spaccio. Nel frattempo si era fatto una famiglia e aveva smesso di farsi. Ho visto un ragazzo sulla sedia a rotelle che muoveva solo il viso e a stento una mano incarcerato con l'accusa terribile di pedo-pornografia on-line. Penso che chi lo ha condannato a svariati anni di prigione non lo ha mai visto dal vivo così come l'ho potuto vedere io. Ho visto un giovane somalo finire dentro perché a seguito di uno sgombero di una occupazione abusiva è stato fermato e incarcerato in quanto fumava hashish. Ho visto un direttore di giornale ottenere la grazia mentre molti detenuti si fanno la galera per fatti molto meno gravi.

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ferreropaolodi Paolo Ferrero
Care Compagne e Cari Compagni,
come deliberato in varie riunioni della Direzione nazionale e del Comitato Politico Nazionale, stiamo lavorando per la costruzione di una lista unitaria di sinistra che si presenti autonomamente alle prossime elezioni.
E’ questo un obiettivo necessario per evitare che proprio le forze che si sono opposte alle politiche del governo Monti siano escluse dal prossimo Parlamento, e con esse le ragioni dei diritti del lavoro, dell’opposizione al Fiscal Compact e alle politiche europee, della difesa del welfare. Sarebbe un fatto assai negativo per il nostro partito e per il nostro progetto politico.
Nessuna di queste forze, dall’IdV a Rifondazione Comunista, dal movimento di De Magistris ad Alba ha, da sola, la possibilità di eleggere. E’ invece evidente che una lista che tenga insieme l’arco di forze politiche, sociali e culturali che si sono opposte al governo Monti, può rappresentare un punto di riferimento reale per quanti non si riconoscono né nell’alleanza dei democratici e progressisti, né in Grillo.

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ingroiadi Checchino Antonini
«Accogliamo l'invito di "Facciamo presto" e quindi aspettiamo "Cambiare si può", insieme a tutte le soggettività che hanno animato gli appuntamenti svoltisi dal primo dicembre ad oggi nelle diverse città italiane, al teatro Capranica di Roma, dove ci incontreremo venerdì per confrontarci sulla sfida ormai imminente, prima che elettorale, soprattutto politica e civile che attende il nostro Paese».
Così, in una nota congiunta Ingroia e De Magistris, ex pm di Palermo l'uno e sindaco arancione di Napoli l'altro, entrambi tra i punti di riferimento per la costituzione del quarto polo, la lista rosso-arancione autonoma dal Pd e antitetica al montismo.

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landinimaurizioMario Monti e Sergio Marchionne sono uguali, “hanno in mente lo stesso modello di Stato e di società”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, che in un'intervista a Repubblica commenta la scelta del premier uscente di ricandidarsi, smentendo se stesso e dimostrado, dice Landini, di “non essere mai stato un tecnico, un neutro, un salvatore della Patria”, ma uno che porta avanti una precisa linea politica, “come è stata politica la decisione di andare a Melfi poche ore prima dell'annuncio ufficiale”.
Il modello di Monti e Marchionne, spiega Landini, prevede “la negazione della democrazia e della contrattazione. La volontà di non metter mano alle vere cause che hanno originato la crisi”. Se vince Monti secondo Landini “il modello Melfi diventa modello Paese”.

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grillobeppedi S. Mes.
Nel giorno in cui viene ufficializzata la discesa in campo di Scopelliti alle prossime elezioni politiche (il presidente calabrese sarà capolista al Senato del movimento che porta il suo nome apparentandosi col Pdl, in un'operazione concordata con Alfano per speculare sulle anomalie del Porcellum), Beppe Grillo sbarca in Calabria per il «Firma Day». E vira decisamente a destra. Una concorrenza a tutto campo all'armata Scopelliti, ultima roccaforte della destra berlusconiana, e per di più nel feudo scopellitiano, Reggio Calabria.
Piazza Camagna è stracolma di gente, circa un migliaio di persone, ad ascoltare ieri sera tutto il repertorio populista del comico genovese.

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monti berlusconidi Felice Roberto Pizzuti
La “discesa in campo” di Monti dovrebbe almeno servire ad eliminare un equivoco che sta condizionato significativamente la vita politica italiana cioè che il suo governo sia tecnico, le cui decisioni sono “dovute”, prive di riferimento ideologico, estranee alla politica ed esenti dalla sfiducia che essa suscita nell’opinione pubblica.
Quell’equivoco ha favorito, anche in ambiti progressisti, il fenomeno dell’assolutizzazione dell’agenda Monti la quale andrebbe inevitabilmente applicata anche dopo le elezioni, a prescindere dal loro esito, dal governo che si formerà e dai programmi che troveranno il consenso democratico degli elettori.

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onu assembleadi Giuliana Sgrena
L'Assemblea generale mette al bando le escissioni genitali femminili L'Onu contro la pratica che ferisce 140 milioni di donne nel mondo
Una data da ricordare: il 20 dicembre 2012, l'Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato la risoluzione per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (Mgf). La risoluzione era stata depositata dal Gruppo dei paesi africani e sostenuta dai due terzi degli stati membri delle Nazioni unite.
L'evento è stato seguito in diretta da una sala del Partito radicale a Roma e accolto con commozione e entusiasmo dai presenti (in maggioranza donne, ma non solo). E soprattutto da Emma Bonino che con l'associazione Non c'è pace senza giustizia (Npsg), dal 2000, è stata una delle protagoniste della campagna per la messa al bando di una delle pratiche più crudeli inflitte al corpo della donna, fin da quando è bambina.

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numeridi Andrea Baranes
Una multa di un milione di euro per ognuna delle quattro banche accusate di truffa nella vendita di derivati al Comune di Milano. Una somma minuscola per gli istituti coinvolti, ma una sentenza - quella di questi giorni - di portata storica, non solo per l'Italia.
Viene riconosciuta la gigantesca asimmetria informativa tra le grandi banche che maneggiano e vendono derivati e chi li acquista. Più in generale la sentenza riapre il dibattito sui danni che tali strumenti possono provocare.
Parliamo di contratti finanziari nati come assicurazioni contro i rischi. Ho un pastificio, e intendo proteggermi da un possibile aumento dei prezzi del grano. Acquisto un derivato che mi da il diritto di comprare il grano tra un mese a un prezzo fissato già oggi.

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FB Ezio Locatelli

 

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Relazione di Ezio Locatelli

 

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