lavorincorsodi Claudio Grassi
In questi giorni, e purtroppo anche nei prossimi, stiamo assistendo e assisteremo ad uno dei più caotici fine legislatura che si possa ricordare a memoria. Avevamo detto fin da subito, fin dall’insediamento, che questo governo di tecnico aveva soltanto la modalità d’investitura da parte di Napolitano e che l’essenza vera era tutta e propriamente politica. Abbiamo poi avuto modo di conoscere il tempo della falsa equità applicata come fattore di disciplina dell’opinione pubblica e del dibattito politico che, anche per colpe non secondarie dei principali schieramenti presenti in Parlamento, ha mostrato tutta la sua debolezza nella risposta vari ricatti, si chiamino ieri spread, oggi mercati, domani necessità di continuità dell’agenda Monti. Poi nell’avvicinarsi della fase elettorale, come fra l’altro ampiamente prevedibile, l’ennesima capriola del Pdl mette sostanzialmente fine all’ipotesi di dolce transizione verso la prossima legislatura.

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firmacostituzionedi Alberto Lucarelli
Per ritrovare un’autentica passione nella politica, in grado di interpretare il senso della vita pubblica e della partecipazione democratica, e rilanciare con forza i valori che vi sono connessi, dobbiamo trasformarci in partigiani capaci di declinare, nei diritti e nei doveri, lo spirito autentico della Costituzione.
Diritti, principi, valori: vogliamo difendere la Costituzione in tutti i suoi modi e lo vogliamo fare non con sobrietà ma con passione, entusiasmo, felicità. Difendere la Costituzione da un gruppo di tecnocrati che ha devastato i principi costituzionali, al solo scopo di attuare il memorandum imposto dalla troika Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.
Quindi l’Europa delle banche e dei banchieri.
Cambiare si può, individuando tutti quegli aspetti che sono oggettivamente in contrapposizione con quello che ci sta proponendo un gruppo trasversale di interessi e di poteri che parte da Bersani, che passa attraverso Monti, Montezemolo,ed arriva al populismo riemergente di Silvio Berlusconi.

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rinaldiniC’è parecchio movimento a sinistra, e questa volta sembra si stia sulla strada giusta. Cosa ne pensi?
Credo che vada favorito il fatto che ci sia una espressione elettorale delle forze che non hanno condiviso le scelte del governo Monti e non si riconoscono nella carta d’intenti del Pd. E quindi spero che sia possibile aprire e consolidare questo percorso. Altrimenti, vedo la frammentazione totale con il rischio che non ci sia niente
Il lavoro sembra essere più di una semplice parola in un programma elettorale mirabolante…
Molte di queste forze sono le stesse che hanno proposto il referendum sull’articolo otto e sull’articolo diciotto. Così come penso che una delle questioni centrali è quella relativa alla democrazia. Perché tutto quello che è avvenuto nel corso di questi anni di pura demolizione del sistema contrattuale è avvenuto attraverso l’abolizione della democrazia e della possibilità per i lavoratori di potersi esprimere su questioni che riguardano la loro condizione.

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dipietro dema ferrerodi Pasquale Videtta
In un documento ufficiale risalente al 10 Dicembre, il Partito della Sinistra Europea (membro della GUE-NGL al Parlamento Europeo costituito, tra gli altri, dalla Linke tedesca, dalla Izquierda Unida spagnola e da pezzi del Front De Gauche e di Syriza) formalizza il suo sostegno al “Quarto Polo”. Il testo redatto, fortemente critico verso Monti (definito «seguace della Goldman Sachs»), il suo Governo (etichettato come un «regime speciale») e nei confronti dei partiti che lo hanno supportato, invita i cittadini italiani «a dare il loro supporto alle forze che stanno lavorando alla creazione del Quarto Polo, all’alternativa all’austerità e alla difesa sovranità popolare».
Attacchi indiretti a Pd e Pdl che, dopo «aver sostenuto la creazione di un “governo tecnico”, che ha votato le misure di austerità, stanno ora cercando di ripulire la propria reputazione macchiata».

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genovadi Gianluca Lombardi
Anche Genova, domenica 16 Dicembre, ha visto lo svolgersi della riunione costitutiva di “Cambiare si Può”. Cento e forse più persone hanno affollato la sala del Circolo ARCI Zenzero di San Fruttuoso e dalle 9,00 precise fino alle 14,00 si sono confrontate sui temi della politica per le persone, lontana anni luce dai soliti luccichii cattedratici delle solite riunioni asfittiche.
Abbiamo parlato, discusso e ragionato su un nuovo modo di fare politica immergendosi nel presente e nella crisi politica e finanziaria che ogni giorno subiamo. L’assemblea, composta da realtà diverse tra loro, ma tutte in sintonia sullo spirito di unità e soprattutto di lotta alla marginalizzazione della politica per la persona.
Sono susseguiti interventi di Compagne e Compagni che sono all’interno delle lotte sul nostro territorio, ma anche quei Compagni che non hanno ancora chiaro e ben definita la strategia che ha portato un Partito come Rifondazione Comunista a spalleggiare e mettersi a disposizione degli “Arancioni”.

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cambiaresipuofirenzeIntroduzione
La frustrazione quotidiana di dipendere da decisioni verticistiche ed incontrollabili, che si allontanano sempre più dai cittadini, riduce la partecipazione politica, che sfocia nella fuga al voto, nell’adesione a proposte populiste e a posizioni neofasciste ad oggi in costante crescita in tutta Europa.
Prevale l’idea che non ci sia più nulla da fare perché ogni scelta è obbligata ed «imposta dall’Europa», ossia dai mercati. Il modello sociale europeo è cancellato dalle compatibilità economico-finanziarie in una concezione dell’economia che non lascia spazio alla politica.?Questa posizione è stata da tempo abbracciata dal Partito democratico e si è tradotta nell’appoggio senza se e senza ma al governo Monti, nel concorso all’approvazione del cosiddetto patto fiscale e della modifica costituzionale sul pareggio di bilancio, nel contributo alla riduzione delle tutele del lavoro, nel sostegno alle grandi opere, nel frequente aggiramento dell’esito referendario in favore dei servizi pubblici locali.

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ikeadi Riccardo Chiari
Che rompiscatole questi facchini egiziani. Volevano far sapere che i loro dodici compagni, sospesi il mese scorso dalle cooperative del Consorzio Cgs, stanno ancora lottando per tornare al lavoro nel polo logistico Le Mose di Piacenza. Lì dove, sottolinea la stessa Ikea, «i depositi stanno lavorando a pieno regime, per un incremento imprevisto dei volumi di merce richiesti dalle sedi Ikea presenti nel Mediterraneo orientale».
Di qui l'idea della giornata di mobilitazione, con appuntamento all'ora di pranzo davanti al grande centro commerciale Ikea di Casalecchio di Reno. Dove è finita a manganellate. Perché l'hashtag twitter #IkeaInLotta scelto per l'occasione ha fatto subito chiedere dalla direzione del punto vendita la presenza delle forze dell'ordine. E queste ultime, con alcune decine di agenti di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, hanno impedito che l'annunciato volantinaggio davanti all'entrata di Ikea si trasferisse anche all'interno della struttura. Il cliente è sacro.

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poveri10di Roberto Ciccarelli
Sale il rischio povertà in Italia, sfiora il 30%. Peggiora il mercato Rapporto Istat Rapporto Istat Sale il rischio povertà in Italia, sfiora il 30%. Peggiora il mercato del lavoro, con i dipendenti che calano e sempre meno contratti stabili. Si ferma l'ascensore sociale MAGLIA NERA IN EUROPA È guerra generazionale, rischia di scoppiare la bomba sociale Nel 2011 calano i lavoratori dipendenti e i contratti a tempo indeterminato sotto i 30 anni (-8%)
Povertà sociale, economica e formativa. Sono alcune delle possibili declinazioni della privazione di esperienza, di benessere, e di futuro che sta vivendo l'Italia giunta ormai al quarto anno di crisi. Nell'annuario statistico dell'Istat emerge il ritratto (fotografato tra il 2010 e il 2011) del paese più vecchio al mondo, dove la mobilità sociale è un'utopia, la disoccupazione colpisce 1 milione di under 35, e il declino del lavoro dipendente si è fatto irreversibile, senza che nessuno abbia preso in seria considerazione la necessità di tutelare il lavoro intermittente, precario o autonomo.

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demagistrisacambiaresipuoRedazione
Impossibile non dare ragione a Rossana Rossanda quando afferma che "abbiamo perso un anno", e forse potremo dire anche qualcosa di più! Non c'è più uno schieramento politico appartenente allo scacchiere parlamentare, che non si stia sfaldando, che non abbia cambiato pelle, finendo per dividersi, diluirsi, cambiare direzione e ...forse anche "altro". Talvolta c'è da chiedersi se sia davvero il caso di meravigliarsi dell'avvento della tecnocrazia e dei suoi "direttori d'orchestra". Il centrodestra è dunque in una fase di disgregazione conclamata; ogni giorno perde pezzi che vanno a comporre nuovi partiti. Il processo di ricomposizione non potrà essere indolore, sempre ammesso che ci sia. Luigi Comencini avrebbe gridato al plagio, vista l'analogia con il suo celebre film, "Tutti a casa". Chi finisce per trarre vantaggio da questo processo di scomposizione è lo stesso "quasi ex premier", Mario Monti. Il PD non ci sta a veder messo in discussione il vantaggio acquisito sotto la spinta delle primarie, a tal punto che Bersani sarebbe disposto a portarsi sulle spalle Monti fino al Colle; situazione che però non manterrebbe se lo Stesso scegliesse di scendere direttamente in campo.

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ingroiada Pubblico
Conto alla rovescia per la formalizzazione del movimento degli Arancioni, con in campo l’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia. Più di un rumor visto che secondo Skytg24 il magistrato avrebbe chiesto l’aspettativa al Consiglio Superiore della Magistratura per motivi elettorali.
Le elezioni politiche in Italia «si terranno anticipatamente», dice il procuratore aggiunto di Palermo. «Ad oggi, però, non ho deciso di essere in lizza per le consultazioni che daranno un nuovo Parlamento e un nuovo governo al nostro Paese. Sto ancora riflettendo, ma venerdì 21 dicembre saro’ a Roma per illustrare il manifesto ‘Io ci sto’ di cui, peraltro, sono il primo firmatario».
Il magistrato era stato invitato nei giorni scorsi dal leader del movimento arancione, Luigi De Magistris, a candidarsi premier.Ingroia è infatti il primo firmatario del Manifesto “Io ci sto”, insieme ai sindaci di Palermo, Leoluca Orlando e di Napoli, Luigi de Magistris, in rappresentanza del Comitato promotore.

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FB Ezio Locatelli

 

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Relazione di Ezio Locatelli

 

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