Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

«Il 20 luglio di undici anni fa Carlo Giuliani veniva ammazzato in Piazza Alimonda, centinaia di persone picchiate e torturate, la democrazia veniva calpestata e la Costituzione offesa. Oggi, undici anni dopo, ricordiamo quelle giornate cilene e la più grave sospensione dei diritti dell’uomo dal secondo dopoguerra e ci stringiamo ai genitori di Carlo. Il movimento che scese in piazza a Genova non ha avuto né verità né giustizia ma avevamo completamente ragione. Contestavamo il G8 che pianificava la globalizzazione neoliberista, quella stessa globalizzazione che ha determinato lo strapotere dei mercati finanziari e l’attuale crisi. La nostra lotta contro il neoliberismo continua nella memoria di Carlo».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«Il rischio di default per la Spagna o per l’area Euro è il frutto delle folli politiche europee. È sempre più evidente che le politiche di austerity di Monti e soci aggravano il rischio di default mentre l’unica cosa seria da fare è obbligare la BCE ad acquistare direttamente i titoli degli stati membri. La scelta dei governanti europei di non percorrere l’unica strada che permetterebbe di sconfiggere la speculazione è una scelta criminale di chi usa la speculazione al fine di ridurre i salari e distruggere il welfare, obiettivi politici di estrema destra che nulla hanno a che vedere con la lotta alla speculazione».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:
 

«Nell'unirci commossi nel ricordo del giudice Borsellino, non possiamo che porci la domanda di cosa sia accaduto realmente nei rapporti tra la mafia e lo stato. Per questo, il ricordo deve essere una spinta al sapere, al conoscere: il Presidente della Repubblica Napolitano deve dare un segnale in tal senso. Proprio per superare le polemiche dei giorni scorsi è necessario che la più alta carica dello Stato dia un segnale chiaro sui modi e le forme attraverso cui ricostruire la verità su quanto è avvenuto».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:
«L’ipotesi di aumentare le giornate lavorative, accorpando le festività, rappresenterebbe, dopo l’innalzamento dell’età per andare in pensione, un deciso aumento della disoccupazione. Per uscire dalla crisi serve una riduzione dell’orario di lavoro, non l’aumento. La crisi viene ulteriormente aggravata dalle misure del governo “tecnico” che hanno come unica logica la distruzione dei diritti dei lavoratori e la difesa dei privilegi dei padroni e degli speculatori».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

«Il Prc conferma tutto il suo appoggio ai lavoratori che hanno occupato Cinecittà, in difesa non solo del posto di lavoro ma del ruolo istituzionale che Cinecittà ha sempre svolto per il cinema italiano e mondiale. Rifondazione comunista continua a battersi perché Cinecittà torni ad essere un’istituzione a maggioranza pubblica, garantita da finanziamenti certi, per poter tornare ad essere un volano della produzione cinematografica di qualità, con un progetto pubblico di investimento nelle attività, nei servizi, nella ricerca e nella formazione e che punti sulla ripresa delle attività delle imprese artigiane e sulla valorizzazione di una manodopera interna altamente specializzata. Questo governo sta demolendo anche la cultura italiana».

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