di Dino Greco

Se si sfronda l'albero delle chiacchiere che infestano il dibattito politico, si scopre che un disegno, nitido, si va affermando. Si è incaricato di portarlo alla luce Francesco Giavazzi attraverso un editoriale del Corrierone, dove si disvela lo scenario seguente. Poche storie – dice senza mezzi termini il guru bocconiano – se si vuole uscire dalle secche della crisi bisogna continuare, dopo Monti, la strada che Monti medesimo ha tracciato: chinarsi al volere dei mercati, “rassicurarli” - dice lui – e per farlo blindare le riforme che hanno illuminato la strategia del governo in carica. Giavazzi ne indica, a titolo esemplificativo, due: il taglio delle pensioni e l'introduzione dell'Imu, ma si capisce bene che l'elenco potrebbe continuare.

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di Linda Santilli

Il punto di partenza è la crisi. Il contesto di riferimento, per circoscrivere il campo, è l’Europa delle banche. La postazione specifica da cui osserviamo, in cui viviamo, è l’Italia del governo che risponde all’Europa delle banche. E l’epoca è quella di un in profonda metamorfosi economica, sociale, perfino antropologica avvenuta in questi anni, e di uno spaesamento conseguente complessivo per non saper più connettere i fili di quanto accade sotto i nostri occhi ed averne conoscenza piena per operare cambiamenti.
Ma qui il nostro punto di partenza sono anche le donne. Vediamo perché.
Sono le donne a pagare il prezzo più alto della crisi economica in atto, ed a subire con maggiore intensità gli effetti delle misure adottate dai governi europei per pareggiare i bilanci ubbidendo  al diktat delle grandi oligarchie finanziarie internazionali.

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di Massimiliano Lombardo

Siamo quelli con meno di 40 anni, cresciuti tra Happy Days e Dawson’s Creek, che hanno nel fallimento il comune denominatore. La prima generazione dal dopoguerra a stare peggio dei propri genitori. I più formati che questo Paese abbia mai avuto, ma anche le risorse che meno ha utilizzato. Per non parlare dei debiti che gentilmente ci sono stati messi sulle spalle e che, nel caso riuscissimo a venire fuori dalle sabbie mobili, ci toccherà estinguere. Tanto per saldare il conto del benessere dei nostri carnefici. Noi che non andremo in pensione e che le parole “mettere su famiglia” o “avere un progetto di vita” ci paiono fantascientifiche. Siamo la Generazione Perduta, tanto per usare le parole del premier Mario Monti che qualche settimana fa, in barba ai proclami d’inizio mandato, ha ammesso di non poter far nulla per noi.

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di Debora Billi

Tutto sempre in nome dei giovani, per carità. Invocando il bene di figli e nipoti, si dispongono i cittadini a sacrificarsi ancora.
L'ultima del ministro Fornero (<-- fonte Sole24Ore-Radiocor), di cui collezioniamo le "perle", è la seguente: una proposta vòlta a settorializzare gli emolumenti per età. Una specie di gabbie salariali legate alla data di nascita anziché alla latitudine, insomma. Secondo la Fornero, gli over 50 guadagnano troppo e quindi con qualche tagliuzzino in busta paga i giovani se ne avvantaggerebbero. Come, non è chiaro. Soprattutto non è chiaro visto che i giovani guadagnano ancora stipendi da terzo mondo con contratti precari, e come al solito si procede a far stare peggio qualcuno con la vaga promessa di far stare meglio qualcun altro in un non precisato futuro.

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di Hilary Wainwright

Nella maestosa cornice del parlamento greco, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza, la coalizione radicale di sinistra, apre il primo incontro dei suoi 71 deputati con il suo caratteristico mix di freddezza e giovialità. Nello stesso momento in tutto il paese gli attivisti organizzano assemblee di quartiere, aprono "cucine solidali" e bazar, lavorano in centri medici volontari, proteggono gli immigrati dagli attacchi di Alba dorata, il nuovo partito fascista che ha guadagnato il 7 per cento dei voti alle elezioni, fondano le correnti di Syriza dentro il sindacato, lavorando alla transizione da una coalizione di 12 organizzazioni politiche (con 1,6 milioni di voti) a un nuovo tipo di partito.

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