di Giulio Marcon

Dalle discussioni estive sulle alleanze politiche in vista delle prossime elezioni e sulle prospettive di governo sta mancando completamento il merito: il programma e gli obiettivi che sarebbe necessario darsi per fronteggiare la crisi e avviare un modello di sviluppo radicalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E scompaiono - dal dibattito politico - da una parte la società con le sue sofferenze e dall'altra i soggetti (il lavoro, i movimenti, la società civile) che dovrebbero essere il perno di un cambiamento radicale del paese.
Prevale, per parafrasare il detto gramsciano, una logorante "guerra di posizionamento" in cui a farla da padrone sono le continue mosse e giravolte tattiche, le battute e la loro esegesi, il detto e il non detto, gli equilibrismi sul nulla, i minuetti che cambiano di tonalità ogni giorno, le foto più o meno sfocate: cioè il rito di una politica autoreferenziale a destra come - ahinoi - a sinistra.

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di Stefano Caselli, Emiliano Liuzzi e Elisabetta Reguitti

“L’Italia è una Repubblica fondata sulla speranza di lavoro”. Un’ipotetica assemblea costituente di giovani, oggi, il primo articolo della Costituzione probabilmente lo scriverebbe così. In cinque anni gli occupati sotto i 35 anni sono diminuiti del 20 %. Significa che sono 1.386.000 i ragazzi sotto i 35 anni che cercano un lavoro. Chi ha in tasca un diploma, una laurea o una specializzazione e non sa più a che porta bussare e chi un lavoro ce l’aveva ma lo ha già perso o prova a difenderlo con le unghie e i denti. Sono i figli che hanno la (quasi) certezza che ciò che avranno sarà meno di quello che hanno avuto i genitori, ma non solo: in questa Italia del 2012 anche essere figli minori diventa un handicap.

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di Patrizia Sentinelli

“Ripareremo: mandaremo Prodi al Quirinale” ha detto Niki Vendola alla festa dell’Unità. Provo a replicare non per gusto della polemica, peraltro in questo periodo abusata da molti in politica, ma per difendere un passaggio particolamente delicato della storia della sinistra italiana e di Rifondazione Comunista che ha influito molto sulle scelte e sul carattere dell’opposizione al “pensiero unico” del centro sinistra che in quegli anni veniva a consolidarsi.
Le parole di Vendola mi sono apparse non solo superficiali e gratuite ma, cosa più grave, ispirate a un bisogno di piacere, di farsi accettare proprio da quel popolo e da quei dirigenti che in quel tornante più ci hanno attaccato duramente e accusato in ogni modo e luogo per aver troncato l’esperienza che consideravano molto progressiva del governo Prodi.

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di ilfattoquotidiano.it

Lo scorso febbraio la questione sembrava risolta: anche la Chiesa, secondo quanto stabilito dal governo Monti, avrebbe pagato l’Imu. Esenti soltanto le scuole cattoliche non commerciali, aveva precisato il premier. Ma del provvedimento, che aveva ottenuto il via libera presso la commissione Industria del Senato, non c’è più traccia. Il decreto attuativo infatti, evidenzia Milano Finanza, era atteso lo scorso maggio, ma non è arrivato. E se anche entro gennaio non ci sarà, allora per il 2013 la Chiesa, a cui si aggiungono anche sindacati, fondazioni, partiti e associazioni, non dovrà pagare nulla.

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di Maria Grazia Meriggi

E' mancato a Milano lasciando un grande vuoto Edgardo Bonalumi, militante di lunga e tenace fedeltà della sinistra comunista cittadina e lombarda. In lui si riassumevano - un pò come nel suo grande amico Carlo Cuomo - le qualità così specifiche del quadro comunista della sua generazione: radicalità nell'analisi, concretezza nell'individuare gli spazi del possibile, estraneità al gesto retorico sovversivo, e una caratteristica spesso disconosciuta eppure così importante, l'autoironia che accompagnava un'etica di tenace fedeltà alle ragioni degli sfruttati e al loro assalto organizzato al cielo.

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