Syriza2

di Argiris Panagopoulos
La sinistra greca non si lascia ricattare da Berlino, Bruxelles, Papadimos e gli speculatori internazionali. Nel primo sondaggio post elettorale pubblicato dalla Marc per l'emittente privata Alpha Tv, due greci su tre - il 62,7% del campione - vogliono una coalizione di governo e Syriza vola quasi alle stelle arrivando al 27,7%, (11 punti in più rispetto alla percentuale ottenuta il 6 maggio) contro il 20,3% della Nuova Democrazia, il 12,6% del Pasok, il 10,2% dei Greci Indipendenti, il 7% del Kke, il 5,7% di Xrisi Avghi e il 4,9% della Sinistra democratica.


Il presidente della coalizione della sinistra radicale considera un disastro per la Grecia e l'Europa una possibile uscita di Atene dall'eurozona, ma nello stesso tempo insiste nel denunciare le politiche dei tagli chiudendo a qualsiasi possibilità che Syriza accetti nel parlamento, nei luoghi di lavoro e nelle piazze un governo che applica le politiche imposte dalla troika. No, dunque, alla proposta del leader del Pasok Venizelos di entrare a far parte di un governo di unità nazionale.
Il leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras, aveva creduto che Syriza potesse appoggiare un governo di larghe intese, dopo i duri attacchi da lui sferrati, insieme al leader del Pasok Evangelos Venizelos, contro Tsipras e la coalizione da lui guidata, Syriza, appunto. «Non ha nessuna idea di come funzioni il sistema bancario», ha detto Samaras, accusando Tsipras di portare avanti tattiche «irresponsabili e populiste» che metterebbero a rischio la presenza della Grecia nell'eurozona.
I numeri però per Nuova Democrazia e Pasok non ci sono. E non solo. Per gli elettori greci sembra che Tsipras abbia giocato bene il suo mandato per formare un governo della sinistra, cosa che a questo punto sembra la più auspicabile per la maggioranza degli elettori. Pasok, Sinistra Democratica, Verdi e Antarsya perdono consensi di fronte a Syriza. Con il vento in possa, Tsipras ha detto: «Noi vogliamo l'euro, ma non i tagli duri», chiudendo a ogni possibilità per la sinistra radicale di sostenere qualsiasi governo di coalizione che segua le politiche dei Memorandum.
Da parte sua il presidente della Sinistra Democratica Koubelis ha sottolineato che «senza Syriza non si può fare nessun governo», aggiungendo che comunque la sua formazione non è disposta ad appoggiare una coalizione con Nd e Pasok.
Tsipras e Syriza hanno trovato ieri indirettamente un grande alleato a Bruxelles, perché le previsioni della Commissione Europea per la situazione dell'economia e le finanze di Atene hanno riacceso gli animi contro le politiche dei Memorandum. Secondo le previsioni economiche di primavera la Grecia resterà in recessione per tutto il 2012 con un crollo del Pil del 4,7%. La sinistra però non consentirà a un nuovo governo di continuare la macelleria sociale in atto, e per di più nel suo nome. E il neo presidente francese Hollande si è già detto pronto a incontrare Tsipras se diventerà primo ministro.
Dunque Tsipras ieri sera ha formalmente respinto l'offerta di Venizelos di far parte di un governo di unità nazionale. E così oggi il leader socialista rimetterà il suo mandato nelle mani del presidente Karolos Paopulias.
L'ultima possibilità prevista dalla Costituzione greca di formare un governo e evitare il nuovo immediato ricorso alle urne è affidata a una riunione del presidente con i leader di tutti i partiti, nella quale «ognuno si assumerà le proprie responsabilità», come ha auspicato Venizelos, concludendo che «è l'ora della verità».

da Il Manifesto, sabato 12 Maggio 2012

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