121121napolitano montidi Dino Greco
E' passato sotto il più assoluto silenzio di tutti i commentatori – anche i più assidui – del chiacchiericcio politico nazionale, l'intervento con cui l'altroieri Giorgio Napolitano ha speso il proprio endorsement per una replica del premierato di Mario Monti o – ad ogni buon conto – per un governo quale che sia purché ne prosegua le gesta, benedette dal Capo dello stato come la via maestra, anzi, come la sola via capace di portare l'Italia fuori dalle secche.
Ci eravamo abituati, in questo crepuscolo della Seconda Repubblica, al protagonismo border-line del Presidente, ma un'entrata così vistosa nella competizione elettorale dà il segno di quale sventramento abbiano subito le regole istituzionali di cui Napolitano si dice custode irreprensibile.

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napolitano

di Gianni Ferrara

Non c'è dubbio che sia giunta ad una fase avanzata la transizione dalla democrazia voluta e disegnata dalla Costituzione repubblicana ad un ben diverso ordinamento. La Repubblica è a sovranità limitata, limitata dal capitale finanziario, dal capitale tout court.

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121016natodi Manlio Dinucci
La pirateria, esercitata nel Mediterraneo sin dall'antichità, fu considerata legittima quando, dal XII secolo, si trasformò in guerra di corsa autorizzata dai sovrani. Ufficialmente abolita nel 1856, continua a essere praticata oggi con motivazioni e tecniche nuove. Come quelle usate dalla Nato, le cui navi da guerra sono autorizzate ad abbordare «mercantili sospetti» in acque internazionali e requisirne il carico, e i cui caccia possono intercettare, anche nello spazio aereo internazionale, «aerei civili sospetti» e forzarli ad atterrare. L'azione della Turchia, che con caccia F-16 ha costretto l'aereo di linea siriano Mosca-Damasco ad atterrare ad Ankara, è dunque per la Nato pienamente legittima. Sequestrati i passeggeri, tra cui cittadini russi con bambini, le autorità turche hanno perquisito l'aereo senza testimoni, dichiarando di aver trovato e sequestrato «materiali militari e munizioni».

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evo-morales1

"Questo decreto supremo ha per oggetto quello di nazionalizzare in favore della Ditta Nazionale d'Elettricità (ENDE), a nome dello Stato, il pacchetto di azioni che possiede l'impresa Rete Elettrica Internazionale (filiale di Rete Elettrica Spagnola) nell'impresa del Trasporto dell'Elettricità", ha annunciato Morales nel palazzo presidenziale a La Paz.

La catena elettrica si divide in generazione, trasmissione e distribuzione. Il governo boliviano recuperò già nel passato le generazione.

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di Pierluigi Sullo

«Baciare il rospo?» era il dilemma sul governo «tecnico» guidato da Lamberto Dini dopo la caduta del primo Berlusconi, agli inizi del '95. Il vicedirettore dell'epoca Pierluigi Sullo ne ricorda la genesi, e qui sotto ripubblichiamo l'editoriale di Luigi Pintor. Vi ricorda qualcosa? Se si dovesse o meno "baciare il rospo" fu la domanda finale, e alquanto deprimente, di un anno fiammeggiante, per l'Italia e per il manifesto. In marzo, Berlusconi vinse per la prima volta le elezioni con i suoi compari fascisti e leghisti; pochi giorni prima era andato in edicola un giornale molto originale, formato tabloid, che si presentava con una copertina fatta di un titolo e di una immagine, e basta. Accompagnato, per altro, da una campagna pubblicitaria divenuta celebre: «La rivoluzione non russa».

Dal Manifesto di oggi ma anche del 14 gennaio 1995.

Rileggere Luigi Pintor per ricordarci che ieri come oggi "Non esiste il meno peggio"
«Baciare il rospo?» era il dilemma sul governo «tecnico» guidato da Lamberto Dini dopo la caduta del primo Berlusconi, agli inizi del ’95. Il vicedirettore dell’epoca Pierluigi Sullo ne ricorda la genesi, e qui sotto ripubblichiamo l’editoriale di Luigi Pintor. Vi ricorda qualcosa?

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121109neilyoungdi Michele Primi
L’essenza di Neil Young sta tutta nel finale del suo nuovo mastodontico album, Psychedelic Pill, trentaseiesimo della sua carriera. Sedici minuti di cavalcata rock, una dichiarazione di intenti sfacciata nonostante i quasi settanta anni di età (Walk Like a Giant ) e poi il silenzio, rotto dal rumore della sua chitarra che sbatte contro l’amplificatore con un tonfo. Intorno, un muro di distorsioni si sbriciola sotto i colpi di una melodia che si perde lontano. Questo è il gigante del rock americano. Un’icona che non ha voluto diventare monumento e continua a bruciare di rabbia. All’inizio della sua carriera, era The Loner: un viaggiatore solitario in preda al furore dei vent’anni, pronto a salire su una Pontiac e lasciare il tempo immobile di Winnipeg, Ontario, per raggiungere la terra promessa, la California della controcultura e degli hippy.

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121019primariepddi Fausto Bertinotti
Le elezioni si avvicinano e con il voto riaffiorano, nella sinistra, appena riverniciati i suoi vizi più antichi. Siccome sembra aver ereditato dalla sua storia, non le virtù, ma soltanto i vizi, questi stessi diventano come dei tic così grandi da prendere il posto della fisionomia intera del suo protagonista.
Si comincia, va da sé, dalla demonizzazione della sconfitta. Dato lo schieramento elettorale che il centro sinistra (o progressista che sia) si dà e la sua piattaforma di massima, chi lo critica lo fa perché innamorato della sconfitta. La sconfitta è, del resto, solo e nient’altro che una condanna che può colpire il “popolo dei cancelli” nei 35 giorni di lotta alla Fiat, come i referendari per l’estensione dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori o come la Fiom che si oppone a Marchionne a Pomigliano. Funziona anche come monito per il futuro.

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121016marxdi Marcello Musto
Così come è accaduto di nuovo 150 anni dopo, nel 1857, gli Stati Uniti furono teatro dello scoppio di una grande crisi economica internazionale, la prima della storia. Tale avvenimento generò grande entusiasmo in uno dei suoi più attenti osservatori: Karl Marx.
Dopo il 1848, infatti, Marx aveva ripetutamente sostenuto che una nuova rivoluzione sarebbe avvenuta soltanto in seguito a una crisi e, quando questa giunse, si decise a riassumere gli intensi studi condotti dal 1850 presso il British Museum di Londra e a dedicarsi, nuovamente, al progetto di scrivere una critica dell’economia politica. Risultato di questo lavoro furono 8 voluminosi quaderni: i cosiddetti Grundrisse, ovvero la prima bozza de Il capitale.

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121010rottamazionedi Franco Frediani
Alla fine i nodi e le contraddizioni vengono sempre al pettine. Placate per un attimo le polemiche con Renzi, nel PD si aprono altri "scenari" non meno importanti.
Questa volta non si tratta di polemizzare con o contro qualcuno, ma di affermare una posizione che difficilmente potrà essere condivisa tra le varie anime che aleggiano nel partito di Bersani.    Protagonista del giorno, Stefano Fassina, responsabile economico del PD, delfino di Bersani (ricordiamo il suo ruolo di Direttore scientifico di NENS, Associazione fondata da Bersani & Visco) e rappresentante della corrente di sinistra dello stesso PD, chiamata Giovani Turchi.
Con una lunga argomentazione ripresa attraverso un articolo sul Foglio, Stefano Fassina esplicita la sua presa di distanza dall'agenda Monti, della quale chiede addirittura la "rottamazione".

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