120708camussodi D.D.
«Di quello che ha detto la signora Susanna Camusso condivido praticamente tutto. Sono d'accordo con lei al cento per cento». La loda troppo, e la inguaia, il presidente della Confindustria Giorgio Squinzi alla segretaria della Cgil. Ma l'aria che tira è quella del minuetto, al primo faccia a faccia fra i due avversari - in senso istituzionale, per lo meno - a Serravalle Pistoiese, dove si svolge la tradizionale festa «Cgil Incontri». È andata talmente bene che c'è chi scherzando l'ha definito «il patto di Serravale». Scherzando fino a un certo punto.
Squinzi si è schierato contro il voto anticipato, «di tutto abbiamo bisogno fuorché di ulteriori traumi», come se le urne fossero un guaio e non un esercizio di democrazia. Ma poi è tutto miele per la leader sindacal: «Ci vorrebbe più concertazione ma concertazione non vuol dire diritto di veto. In questo momento storico è fondamentale la concertazione.

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camusso

«Non esiste una fase due se non si parte dall’occupazione.Iltema è creare lavoro, far partire le infrastrutture, i cantieri pronti ma bloccati da patti di stabilità. Serve mettere a disposizione le risorse che ci sono, e non ci stiamo immaginando che improvvisamente piovono miliardi, perchè non ci sono». È il messaggio al premier Mario Monti che il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha lanciato nel corso di un’intervista su Sky.

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120707artondi Damiano Mazzotti
“La rivoluzione che viene” è un’opera che riunisce sei saggi molto originali di David Graeber, uno dei protagonisti del movimento “Occupy Wall Street”.
La tesi principale dell’antropologo americano consiste nel ritenere i pensatori neoliberisti ossessionati dall’idea di dover garantire che “non c’è nessuna alternativa” al capitalismo finanziario. Però i trionfi ideologici neoliberisti portano a ripetute catastrofi economiche e al diffondersi del “capitalismo kamikaze”: “un sistema che non esiterà ad autodistruggersi se ciò sarà necessario per sconfiggere i propri nemici”. Per questo motivo Graeber insiste nell’evidenziare alcuni aspetti centrali della lotta di classe nella società statunitense: “la negazione del diritto di comportarsi bene, di essere nobili, di ricercare valori diversi dal denaro”.
In realtà i principali membri della casta del potere multinazionale hanno compreso che il sistema “basato su un’antica alleanza tra potere militare e potere finanziario, tipica dell’ultimo periodo degli imperi capitalisti” è ancora in piedi quasi per miracolo. Oramai non si preoccupano di salvare l’attuale sistema capitalista-debitalista che è destinato all’implosione più o meno lenta e violenta. La loro strategia principale è diventata quella di eliminare ogni alternativa possibile dalle menti dei cittadini, in modo da essere “gli unici a poter fornire delle soluzioni” al momento della crisi finale.

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caporalato2di Elena Ciccarello
In Italia vive una popolazione di “invisibili”. Stranieri che lavorano nelle campagne, lontano dagli occhi dei centri abitati, spesso alloggiati in tuguri fatiscenti, sfruttati e mal pagati da caporali e imprenditori nostrani. Da nord a sud, il loro impiego nelle campagne è capillare. È anche grazie alle loro braccia se certi prodotti arrivano sulle nostre tavole, eppure la loro vita resta confinata nel silenzio.
Secondo il primo Rapporto su caporalato e agromafie realizzato da Flai Cgil, si tratta di circa 700mila lavoratori tra regolari e irregolari, di cui circa 400mila coinvolti in forme di caporalato.

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donnefiatdi: 205 lavoratrici FIAT

Cara professoressa Elsa Fornero,

ci rivolgiamo a lei nel doppio ruolo istituzionale di Ministra del Lavoro e delegata dal Presidente del Consiglio a coordinare le politiche di Pari Opportunità, siamo lavoratrici di varie aziende del gruppo Fiat e Fiat industrial a cui da gennaio 2012 viene applicato il cosiddetto "Contratto collettivo specifico di Lavoro di primo livello del 29 dicembre 2010" che pretende di sostituire ogni precedente accordo e contratto previgente nelle aziende Fiat ivi compreso il CCNL lavoratori Industria metalmeccanica privata.

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carcerida Rassegna.it
Un detenuto italiano di 51 anni è morto di infarto nel carcere di Teramo. E' solo l'ultimo caso, in Italia l'80% dei detenuti ha problemi di salute. E' l'allarme che arriva oggi (5 dicembre) dal Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che sottolinea la gravità della situazione negli istituti. "La notizia della morte per infarto di un detenuto italiano ristretto nella sezione comuni, prossimo ad uscire per scontare la pena in affidamento ai servizi sociali, intristisce tutti, specie coloro che il carcere lo vivono quotidianamente nella prima linea delle sezioni detentive", si legge in una nota.

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121003seldi Alfredo Giusti
Care amiche e cari amici di SEL,
vi auguro anzitutto un felice cammino lungo un percorso che io ritengo, però, completamente sbagliato e lungo il quale non vi sarò vicino perchè farò scelte diverse dalle vostre.
Vi parlo a nome della redazione di “Pagine on line”, una Rassegna stampa, che ogni due giorni – da alcuni anni – raggiunge 2065 famiglie del nostro territorio.
E’ in corso una consultazione degli aderenti al Circolo “Dossetti” e all’Associazione “Vittorio Foa”,promotori del nostro giornale ; dai primi giudizi pervenuti via email le due associazioni – come era prevedibile – sembrano chiaramente orientate a un rifiuto della scelta di Vendola e alla decisione di non partecipare alle primarie.
Abbiamo sempre stimato e voluto bene a Nichi,a cui ci lega ancora un sincero affetto, ma riteniamo che in questo caso stia compiendo un grave errore, di cui farà pagare il prezzo non soltanto a SEL ma a tutta la sinistra , a Movimenti, Associazioni , Comitati , Sindaci alternativi, Settori avanzati del sindacato e ad altre espressioni della società civile.

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ruotolosandrodi Sandro Ruotolo
Caro Antonio, accetto con entusiasmo la candidatura nella lista di Rivoluzione Civile che tu e Luigi De Magistris mi avete proposto.
Ci ho pensato e riflettuto dopo aver firmato l’appello “io ci sto” con il quale donne e uomini della società civile si sono impegnati a sostenere il progetto per costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e alle politiche liberiste del governo Monti. Non ho tessere di partito in tasca, l’unica che ho è quella dell’Anpi, dell’associazione nazionale dei partigiani, perché penso al loro sacrificio ogni volta che sento pronunciare la parola Costituzione, “la più bella del mondo” come l’ha definita Roberto Benigni.

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bersanibaladin

Caro Segretario Bersani,

chi ti scrive è un ex-elettore del Partito Democratico. L'ho votato alle politiche del 2008 e me ne sono pentito. Oggi faccio parte di quel 50% dell'elettorato che non andrebbe a votare, perché non sa proprio più a chi credere (o a che santo votarsi). Ho 23 anni, a luglio mi laureo, ad ottobre sbarcherò a Londra, non penso di tornare, perché qui in Italia, a parte gli affetti familiari e l'impegno politico nella diffusione degli ideali di Enrico Berlinguer e la difesa della sua memoria, non c'è nulla che mi trattiene o che mi invogli a rimanere.

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