informazionedi Fabio Marcelli
Poter disporre di un’informazione ampia, completa e obiettiva costituisce un presupposto irrinunciabile per una democrazia degna di questo nome.
Va detto chiaramente a tale proposito che, se l’ Italia è un Paese che non brilla certo per realizzazione del diritto all’informazione dei suoi cittadini, il che ha permesso fra l’altro il buio ventennio berlusconiano e l’infausta reggenza del professor Monti, ciò si deve anche alla scarsa professionalità e all’innato servilismo del settore di punta dei suoi giornalisti professionisti, quelli, per intenderci che, manovrando più o meno abilmente, riescono a tenersi sempre vicino alle caste, cricche e cosche al potere.
Si guardi alla veemenza con la quale questi professionisti della cattiva informazione si scagliano contro le forze che vogliono portare avanti un effettivo rinnovamento della sfera politica. Da tempo loro bersaglio sono stati Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle. Stiamo poi da ultimo assistendo a un crescendo di attacchi contro Rivoluzione civile, il suo leader Antonio Ingroia e altre persone fortemente coinvolte in questo tentativo di dare all’Italia una prospettiva di alternativa, come il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

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bertinottiFausto Bertinotti

Si potrebbe dire che l'intera vicenda delle relazioni sindacali, e dei rapporti sociali tra lavoratori e impresa capitalista, sia leggibile attraverso la sorte toccata ad una sola parola: esigibilità. L'esigibilità dei contratti di lavoro è stata rivendicata per un intero periodo storico dai lavoratori e dalle loro organizzazioni nei confronti dell'impresa. La ragione è evidente. Il contratto di lavoro prescriveva un miglioramento delle condizioni di lavoro, di salario e di orario a cui il padronato spesso resisteva alla sua pratica attuazione, sicché l'esigibilità è stata comprensibilmente un'istanza del mondo del lavoro. Questa istanza è stata sempre promossa attraverso un esercizio democratico e partecipato, spesso con la mobilitazione e l'azione sindacale. Nel nuovo ciclo economico e sociale, in specie nell'era Marchionne, si è consumato il rovesciamento. L'esigibilità è diventata una richiesta padronale. La ragione è altrettanto evidente: nei casi che pretendono di fare scuola e di indicare la tendenza, il nuovo contratto è un contratto in peius che peggiora la condizione lavorativa. Perciò è l'impresa a pretenderne l'attuazione incondizionata ed è essa a temere una prevedibile resistenza. Ma cambiando i soggetti protagonisti, cambiano anche i metodi di azione. Se ieri l'esigibilità era rivendicata dai lavoratori con una prassi democratica, oggi l'esigibilità è pretesa dai padroni con una pratica neoautoritaria e con la sospensione della democrazia. La prima e fondamentale ragione per opporsi all'accordo tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil consiste proprio nel constatare come alla sua origine ci sia questo rovesciamento dei rapporti sociali che vorrebbe liberare l'impresa e imprigionare i lavoratori.

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Luca Fazio

120119treviConfermata la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la norma che smonta il voto di giugno. Tra un comma e l'altro, mortificati referendum e democrazia Blitz in via XX Settembre: «Nessuno può tradire il voto di degli italiani»
Un piccolo blitz, una sorsata di democrazia. Tanto per ricominciare. Del resto qualcuno li dovrà pur rappresentare quei 26 milioni di italiani che lo scorso giugno hanno votato per dire (al governo Berlusconi) che l'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Anche se il destinatario oggi è cambiato ed è addirittura molto più insidioso, perché adesso è il governo Monti che si appresta a violare l'esito di una consultazione democratica per consegnare l'acqua - anche l'acqua - nelle mani del mercato.

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121009bandiera rossadi Luce Manara
Piace alla Fiom l'idea di costruire una forza di democrazia radicale che si oppone a Monti. Landini: «Ma non è targata Fiom»
Tanto per venire al dunque, non ci sarà una lista «Alba», ovvero dell'alleanza lavoro beni comuni ambiente, alle prossime elezioni. Ma non è il segno di una resa, anzi, è un nuovo modo di affrontare una questione politica urgente, cioè ridare speranza a quella galassia frantumata che si sente orfana di rappresentanza. Se questo non vuol dire presentarsi alle elezioni, allora cosa significa? Lo ha spiegato Marco Revelli nel suo intervento conclusivo cercando di sintetizzare la due giorni di convegno che si è tenuta sabato e domenica a Torino su iniziativa di quel «movimento politico nuovo» nato con una grande ambizione.

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Adriana Pollice

120128napoliOggi l'appuntamento dei referendari. Parlano gli amministratori, leader presenti ma in ascolto
Invasione pacifica oggi a Napoli per il «Forum dei comuni per i beni comuni». Amministratori di diverse aree del paese si incontrano e, soprattutto, accettano il contraddittorio di movimenti, centri sociali, associazioni e cittadini su economia, beni comuni e servizi, welfare e diritti, passando per migranti e lavoro, ambiente e modelli urbani. Il comune di Napoli ha investito molto su questi temi, anche contraddicendosi soprattutto in tema di migranti e sgomberi. Contraddizioni di una società spinta spesso verso il sacrificio neoliberista come «male inevitabile», con il suo corollario di politiche securitarie per sedare il conflitto sociale; ma anche attraversata da sommovimenti e ribellioni.

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benicomunidi Franco Frediani
Scrivere di politica non è facile di questi tempi. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo, con l'onestà di chi vuol cambiare le cose chiamandole con il loro vero nome. E' il momento in cui tutti i gatti sembrano bigi, tutti i partiti eguali nell'accezione negativa del termine. Eppure così non è... Bé, iniziamo a dipanare la matassa. Tre punti tre, sui quali porre l'accento; passaggi fondamentali per capire e far capire quali sono o possono diventare, le differenze palpabili, vere, sostanziali delle "proposte" finora messe all'attenzione. Risulta evidente come ci sia e non da ora, un reale tentativo di cambiare il panorama politico e le aspettative di molti cittadini. La fotografia del momento ci consegna un frenetico tentativo di riportare al successo la galassia rappresentata dalle forze di chiaro stampo centrista, in modo, oltretutto, da tagliare le ali ai "non allineati".

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110916prcCosì si sconfigge la speculazione...

In primo luogo tre obiettivi europei:
- modifica dei trattati di Maastricht e dello Statuto della Bce trasformando la medisima in una Banca centrale sottoposta alle direttive del Parlamento europeo e avente come obiettivi istituzionali la piena occupazione e il finanziamento dei Fondi comunitari degli stati membri, attraverso l'acquisto diretto dei titoli di stato
- tassazione comunitaria sulle transazioni finanziarie speculative, adozione di un comune sistema fiscale e di una comune politica economica finalizzata alla piena occupazione e alla riconversione ambientale e sociale dell'economia
- revoca degli accordi Gatt e Wto con la ricontrattazione del sistema dei dazi per quanto riguarda le merci

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121129cambiamentodi Livio Pepino, Andrea Morniroli
Passati i giorni del trionfalismo occorre tornare a ragionare. Le indicazioni provenienti dal primo turno delle primarie del Partito democratico sono, a dir poco, articolate e non c'è da stare allegri.
Primo. Cominciamo dai dati generali: hanno votato al primo turno 3.110.709 cittadini, mentre nelle primarie dell'Unione del 2005 avevano votato in 4.311.149 e, in quelle per la segreteria del Pd, 3.517.000 nel 2007 e 3.102.709 nel 2009. C'è stata, dunque, una lieve ripresa dal 2009 ma un netto calo rispetto alle consultazioni precedenti (un milione e 400 mila voti in meno rispetto a sette anni fa). I titoli giornalistici sull'affluenza-record (avvalorati dall'incauta comunicazione iniziale che i votanti avevano superato i quattro milioni) vanno dunque ridimensionati.

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121017benicomuniRivolgiamo questo appello alle cittadine e ai cittadini, alle forze sane e alle realtà civiche e ambientaliste disperse, alle centinaia di amministratori locali, che da troppo tempo manifestano l'urgenza di agire per cambiare questo paese, ma che non riescono a trovare una sintesi politica e dare vita ad un'unico progetto con ambizioni di governo e che sappia essere realmente attrattivo e credibile per gli elettori.
Le prossime elezioni, probabilmente, vedranno una contesa tra poli costruiti e strutturati attorno alla cosiddetta Agenda Monti. Qualcuno persegue in maniera molto chiara il Monti Bis, altri si definiscono alternativi ma sono in realtà portatori delle stesse ricette, ormai provate e riprovate, che non possono essere la soluzione alla crisi economica, ambientale e morale del paese.

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