1 halevidi Joseph Halevi

Quello che stiamo vivendo in Europa, in questi giorni, in questi mesi e nei prossimi, è una crisi che deriva dagli scontri tra pezzi e segmenti di capitale europeo. Secondo me è necessario che la sinistra italiana - quanti ancora pensano in termini di «sinistra di classe» - cerchi di individuare e capire la dimensione intercapitalistica e intracapitalistica della crisi che si sta vivendo in Europa. Quindi non è questione che riguardi un «progetto ideale» europeo, un'unificazione fallita.
La questione è come la ricostituzione del capitale in Europa, partita praticamente dal piano Marshall in poi, si è sviluppata ed evoluta fino ad arrivare alla situazione odierna. Questo è il nostro problema principale da capire analiticamente; ma non viene affrontato da nessuna parte, perché le forze della sinistra (moderata o di estrema sinistra, non ha importanza) che operano nell'insieme dell'Europa stanno accettando tutti i pregiudizi e le ideologie che hanno accompagnato la cosiddetta costruzione europea. Questo è, secondo me, il punto nodale.

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Bundesbank_Skulptur

di Marco Fortis

L'intransigenza della Germania sul rigore fiscale e sulla propria indisponibilità a favorire un riequilibrio nelle bilance dei pagamenti attraverso un ridimensionamento del gigantesco surplus tedesco, è bene sintetizzata da una recente battuta del presidente della Bundesbank Jens Weidmann.

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universitadi Alessandro Dal Lago
Se il senato non ritirerà il taglio di 300 milioni al sistema universitario previsto dalla legge di stabilità, metà degli atenei italiani chiuderanno. È il grido di dolore del ministro Profumo, ripreso subito dalla Conferenza dei rettori, dal Cun ecc. Un grido che ci commuove, ma che non ci impedisce una domanda. Dov'erano negli ultimi anni, diciamo dalla Gelmini in poi, i rettori, il ministro (già rettore del Politecnico di Torino) e gli altri illustri esponenti della governance dell'università italiana? E che dire del resto del governo, presieduto da un ex rettore, e che vanta come ministro della cultura un altro rettore, quello della Cattolica?
E che dire del fatto che aumenta di 9,2 milioni di euro il contributo agli atenei privati dove insegnano alcuni dei ministri in carica?
Così, se il taglio verrà mantenuto, si tratterà del colpo di grazia a un ammalato in agonia, non di un' imprevedibile aggressione.

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121002europadi Gianni Ferrara
Per essere un veterano della critica all'Europa dei Trattati e dei mercati spero che l'intervento di Habermas, Bofinger e Nida-Ruemelin (la Repubblica del 4 agosto) così come la presa di posizione di Balibar (su questo giornale del 20 settembre) assieme alla crisi di rigetto che si estende nella varie nazioni del Continente ridestino la coscienza europea dal sonno delle ragioni della democrazia.
Quelle ragioni che il neoliberismo dei Trattati ha sottratto ai popoli europei istituzionalizzando della democrazia una autentica mistificazione, quella dell'Ue. La cui legittimazione sarebbe derivata dalla democraticità degli stati di appartenenza. Come se la rappresentanza politica dei Parlamenti di questi stati potesse essere trasferita ai rispettivi governi, usati come tramite per una successiva investitura di rappresentatività operata a favore delle istituzioni intergovernative dell'Unione.

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f35di Manlio Dinucci
Una schiacciante maggioranza bipartisan (salvo l'Idv), modificando l'art. 81 della Costituzione, ha fatto dell'Italia una repubblica fondata sul pareggio di bilancio, in cui la sovranità appartiene al mercato. Lo Stato, recita il nuovo testo, assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi del ciclo economico. C'è però un problema: come si fa ad assicurare l'equilibrio se si decide una spesa senza sapere a quanto ammonta? La domanda va girata agli onorevoli che hanno approvato la modifica della Costituzione, perché sono gli stessi che hanno approvato l'acquisto dei caccia statunitensi F-35. Senza sapere quanto sarebbero venuti a costare.

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distefanoandreaIntervista a Andrea Di Stefano di Luce Manara
Poche storie. Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori (economia e finanza etica), è il candidato di sinistra alle primarie lombarde. Sta girando come una trottola (perunaltralombardia.it).
Altre primarie, temi un calo di votanti?
Sto girando tutta la Lombardia e noto una grande voglia di partecipazione, certo è che il Comitato civico non sta pubblicizzando granché la giornata del 15 dicembre.
Veniamo alle proposte. Proponi il reddito di cittadinanza e Alessandra Kustermann, una delle tue avversarie, parla di utopia. Spiega dove li trovi i soldi.

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di Giorgio Cremaschi

110608marchionneCosì, dopo le leggi personali a favore Berlusconi, su una delle quali votiamo domenica, avremo anche le leggi aziendali. Quello che si sta preparando a sostegno della Fiat di Sergio Marchionne è una legge tesa ad evitare che la magistratura condanni la Fiat. L'amministratore delegato della Fiat è persino più bravo di Silvio Berlusconi nel vendere fumo e nel rispondere con accuse di lesa maestà a chiunque gli chieda notizie un pò più precise sui suoi reali progetti. Nello stesso tempo sta maturando gli stessi sentimenti del presidente del consiglio verso i giudici. Il 18 giugno a Torino si apre il processo relativo alla denuncia della Fiom sulle Newco di Pomigliano, Mirafiori e Bertone. Esse sono assolutamente illegittime ed estranee a qualsiasi regola italiana ed europea.

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121127ilvadi Gianmario Leone
L'annuncio dell'azienda dopo gli arresti dei Riva e di altri dirigenti. Nelle carte spunta anche il nome di Vendola I sindacati chiedono ai lavoratori di recarsi comunque negli stabilimenti. L'accusa a proprietà e management: associazione a delinquere per perpetrare l'inquinamento
Era solo questione di tempo. Perché il nuovo terremoto giudiziario che ieri ha colpito l'Ilva e la città di Taranto, era stato ampiamente anticipato dalla magistratura tarantina nello scorso mese di agosto. Con il gruppo Riva che nella tarda serata di ieri ha annunciato la chiusura del sito di Taranto e di tutti gli stabilimenti da esso riforniti: Genova, Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica.

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linda gallinari2di Giovanni Russo Spena
Con Prospero Gallinari ho avuto, dall'inizio degli anni '90, un rapporto intenso. Le scelte politiche ed il vissuto di Prospero erano, certo, molto differenti dalle mie scelte. Prospero fondatore e dirigente delle Brigate Rosse; io, comunista pacifista e libertario, che ho sempre pensato il conflitto, anche il più radicale, come totalmente «altro» rispetto alla lotta armata. Eppure ho imparato a comprendere la dignità di Prospero, a maturare rispetto nei suoi confronti.
Lo conobbi all'inizio degli anni '90, in una delle frequenti visite in carcere. Soffriva molto di patologia cardiaca, ma rifuggiva da autocommiserazioni e vittimismi. Nacquero settimanali discussioni, tra due percorsi di vita differenti. Da un lato un pacifista che riteneva il cortocircuito della lotta armata un sostitutismo, una espropriazione dei movimenti, la prospettazione implicita (nel raccordo tra mezzi e fini) di una società comunista autoritaria.

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