di Alberto Burgio

Proviamo a guardare la crisi da lontano, come facciamo con i quadri di grandi dimensioni. Se ci sottraiamo per un momento all'incessante bombardamento di cifre (spread e indici di borsa, rendimento dei titoli pubblici e tassi d'interesse, debiti, deficit e percentuali di caduta del pil) che cosa vediamo?
Questi, dopo cinque anni di crisi, sembrano i principali effetti macroeconomici e sociali. In primo luogo, la caduta dei redditi da lavoro (salari, stipendi, pensioni) anche in conseguenza dei tagli del welfare e dell'aumento dei prezzi e della pressione fiscale. In Italia il fenomeno è esasperato dal record di evasione ed elusione fiscale (una scelta politica, non un accidente).

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di Vincenzo Comito

Che sta succedendo alla Germania? L'inaugurazione del nuovo aeroporto di Berlino, fissata per l'inizio di giugno, è stata all'ultimo momento spostata al marzo 2013, e ora si parla di un nuovo rinvio. Stato federale, regione del Brandeburgo e comune di Berlino litigano su chi debba farsi carico degli extra-costi, forse 1,3 miliardi di euro in più rispetto ai preventivi. Segni di confusione, in un paese da cui non ce li aspettiamo. E proprio questa è l'immagine che offre l'attuale dibattito sull'Europa, sull'euro, e sulle prossime elezioni politiche del 2013, mostrando una Germania molto divisa e incerta. Intanto, l'economia inizia a perdere colpi.

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di red.

Se è vero che non è più il tempo delle crescite miracolose, come sottolineava Dani Rodrik qualche giorno fa, sarà bene allora concentrarsi sulla precaria situazione dell’Europa e, in particolare, sulle prospettive di crescita della Germania, fino ad oggi considerata il “paese forte” dell’Unione, quello capace di esercitare il ruolo di “locomotiva”, giustificando in tal senso anche la propria autorità nel dettare l’agenda politica di tutta l’area.

Il campanello d’allarme è suonato il 14 agosto, quando sono stati resi noti dall’Ufficio statistico federale tedesco i dati macroeconomici che mostrano per la Germania una crescita nel secondo trimestre dell’anno (rispetto a quello dell’anno precedente) pari allo 0,3%.

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di red.

Il pieno di benzina costerà all’anno per una famiglia circa 420 euro in più. Ma l’aumento del costo del carburante si ripercuote anche sui generi alimentari, trasportati su gomma grazie alla benzina. Nel settore alimentare è previsto infatti un aumento pari a 348 euro annui.
”Le variazioni sono, rispetto ad Agosto 2011 sono di +35 centesimi (con punte che arrivano a 2,00 euro al litro). I costi diretti in più per i pieni saranno quindi pari a +420 euro annui -affermano Federconsumatori e Adusbef -.

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di Mario Pianta

La speculazione sembra andata in vacanza, lo spread è in (lievissima) discesa, il cambio euro-dollaro in risalita. Soprattutto, le Borse brindano. Wall Street segna un picco e perfino la Borsa italiana ha recuperato le perdite accumulate da inizio anno. La finanza ora guadagna dal gioco al rialzo in Borsa, più che dal gioco al massacro contro il debito pubblico della periferia europea. Le agenzie di rating si adeguano, dando bei voti a Mario Monti e minacciando nuove bocciature se la politica di austerità venisse meno.

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