Da mesi sentiamo parlare dai telegiornali della speculazione finanziaria contro l'Euro e in particolare contro i titoli di stato della Grecia prima e dell'Italia poi. Per far fronte a questa speculazione il governo Berlusconi ha fatto un paio di manovre in agosto e adesso si appresta a fare ulteriori stangate. Dalla libertà di licenziamento all'allungamento dell'età per andare in pensione, dalla privatizzazione dei servizi pubblici locali alla messa in discussione dei contratti nazionali di lavoro, al taglio dei fondi per l'assistenza sociale.
Tutte queste misure sono state condivise con l'Unione Europea che anzi chiede - insieme alla Banca Centrale Europea - misure più pesanti di taglio della spesa pubblica. Si tratta delle stesse misure che da un anno sono state applicate alla Grecia e che hanno prodotto una pesante recessione e un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in quel paese.
Ma queste misure servono a combattere la speculazione finanziaria? NO!
La speculazione sull'Euro e poi sui titoli di stato greci e italiani è frutto di un fatto preciso: la Banca Centrale Europea (quella che stampa l'Euro per conto degli stati europei) è l'unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all'1,5% di interesse) e non presta direttamente i soldi agli stati. Gli stati sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori che ovviamente ricercano il loro guadagno. A tal fine gli speculatori (cioè le banche e le grandi finanziarie) attaccano uno stato per volta e per acquistare i titoli di stato si fanno pagare un tasso di interesse da usurai.