di Giovanni Del Re

«Sconcertante». La definizione usata da alcuni negoziatori greci nei confronti delle richieste dei rappresentanti della cosiddetta troika ( i tedeschi - guarda caso - Matthias Mors per la Commissione Europea e Klaus Masuch per la Bce, più il danese Poul Thomsen per il Fmi) non poteva essere più plastica. Non a caso, al termine di due ore di colloquio con i tre, il ministro ellenico del lavoro Yannis Vroutsis non ha voluto rilasciare dichiarazioni, sfilando scuro in volto di fronte ai cronisti. In effetti, stando a indiscrezioni rilanciate ieri mattina dalla stampa greca, si sono materializzate le indiscrezioni già filtrate alcuni giorni fa (anzitutto sul Guardian britannico), soprattutto sul fronte del mercato del lavoro.

E cioè la ricetta ultraliberista, all'insegna del padre del mercato senza freni Friedrich Hayek, che sembra voler cominciare in Grecia un esperimento per molti allarmante: la rottura di quelle che sono regole consolidate (sia pure con eccezioni) in tutte le democrazie europee, compreso nelle economie virtuose e competitive del Nord Europa, come Germania, Olanda o Finlandia: la settimana lavorativa di cinque giorni, e limiti chiari all'orario di lavoro.

In una lettera della troika rivelata dal Guardian, si trova scritta, in effetti, senza mezzi termini, all’insegna dell’«aumento della flessibilità del mercato del lavoro», questa ricetta: «aumentare il numero massimo di giorni di lavoro a sei settimanali per tutti i settori». Il sabato lavorativo dovrebbe diventare, insomma, la regola - almeno in Grecia. Non basta. Secondo quanto riferito dalla stampa greca, si sono materializzate anche le indiscrezioni che volevano una richiesta di allungare l’orario di lavoro, ad almeno 13 ore al giorno (se lo moltiplichiamo per sei giorni lavorativi arriviamo a una settimana di 78 ore lavorative, praticamente il doppio della settimana standard in tutta Europa). Ed ecco infatti le ricette nel documento della troika: «aumentare la flessibilità degli orari di lavoro; fissare il tempo di riposo minimo a 11 ore; scollegare le ore di lavoro dei dipendenti dagli orari di apertura al pubblica; eliminare restrizioni sul tempo minimo/massimo tra i turni del mattino e del pomeriggio». Tutto questo, naturalmente, secondo la troika per rilanciare la competitività ellenica e il mercato del lavoro. «La disoccupazione è troppo elevata - scrive la lettera -e sono necessarie politiche per impedire che essa divenga strutturale». 

Richieste che si aggiungono ad altre drastiche, come ad esempio quella di ridurre anche le pensioni minime, ulteriori licenziamenti di pubblici impiegati e decurtazioni agli stipendi (in molti casi, soprattutto nel pubblico, il calo è stato fino al 40%). Se Atene sperava di impressionare la troika con la sua proposta di austerity di addirittura 17 miliardi di euro, contro gli 11,5 miliardi richiesti, ha drammaticamente fallito. Se poi l’“esperimento” all’insegna di Hayek sul corpo vivo della Grecia funzionerà, o invece ucciderà il paziente, resta ancora tutto da vedere. Come resta da vedere se la troika cercherà di applicare agli altri paesi in difficoltà la "ricetta" greca che spazza via le conquiste dell'economia sociale di mercato.

 

da L'Inkiesta.it

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