Dichiarazione di Roberta Fantozzi, responsabile nazionale Lavoro e Welfare del Prc-Se, e di Antonio Ferraro, responsabile Dipartimento nazionale Welfare del Prc-Se. 

"I dati del Rapporto sui Diritti Globali 2010 sono drammatici. Crescono le famiglie in difficoltà, cresce il fenomeno dei working poor, cioè di coloro che pur lavorando sono in condizioni di povertà, cresce il numero dei senza casa ed il disagio abitativo, già acutissimo. Ed è scandaloso che l'Italia sia maglia nera in Europa per la povertà minorile, superata solo da Romania e Bulgaria. Il Rapporto evidenzia il fallimento delle misure assunte dal governo, a partire dalla social card e stigmatizza duramente e giustamente il "modello sociale" del Libro Bianco di Sacconi: l'attacco al lavoro che contiene, uno schema di welfare residuale e caritatevole che mina il sistema di protezione sociale costituzionale e i diritti fondamentali delle persone. Un modello giustamente definito "privatistico-corporativo" alternativo al welfare universalistico. E' inaccettabile che nel quadro drammatico descritto dal rapporto si pensi a nuove operazioni di macellaria sociale come quelle che si appresta a varare il governo. È necessaria la più larga mobilitazione contro Tremonti e la riproposizione sempre più pesante delle stesse ricette che hanno causato la crisi. E' necessario redistribuire reddito e benessere, contrastare la precarietà, riqualificare e rafforzare lo stato sociale".

‘Solidarietà’ ai lavoratori delle Cooperative sociali addetti alla manutenzione del verde a Roma, da oggi in sciopero della fame, viene espressa da Ivano Peduzzi, portavoce della Federazione della Sinistra alla Pisana, e da Antonio Ferraro, responsabile nazionale Politiche sociali Prc. 
“Alemanno smetta di fare il gioco delle tre carte con le cooperative sociali. Si assuma le sue responsabilità di fronte ai lavoratori - dichiarano - e abbia il coraggio di dire quali sono le sue intenzioni. Perché se è vero che vuole annullare la gara europea solo perché sono state escluse le imprese ‘amiche’, allora significa che la sua amministrazione non solo è faziosa ma ignora anche le regole mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. Per Peduzzi e Ferraro l’atteggiamento di Alemanno in questa vicenda “conferma il disinteresse della destra nei confronti dei problemi del lavoro, dell’inclusione sociale, dei più deboli”.

Riteniamo offensivo e irresponsabile che il governo promuova l’anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale rilanciando la carità di Stato con la social card e quella privata dei ricchi nei confronti dei più deboli. Lo spot televisivo del governo “Aiuta l’Italia che aiuta”, che andrà in onda da oggi sulle reti Rai, è la dimostrazione che si vuole sostituire lo Stato sociale, unica garanzia universale dell’esercizio dei diritti di cittadinanza, con un welfare caritatevole, dove il pubblico progressivamente si sottrae per lasciare spazio al “dono” del cittadino abbiente nei confronti di quello più povero.Siamo di fronte ad un vero e proprio smantellamento dei principi costituzionali che vedono in primis lo Stato nel rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza e alle pari opportunità. E i risultati purtroppo li abbiamo sotto gli occhi. Le politiche sociali del governo sono un totale fallimento. Basterebbe leggere l’ultimo Rapporto della Commissione di indagine sull’esclusione sociale, che dimostra come le misure finora adottate dall’Esecutivo hanno determinato una riduzione di appena 0,4 punti percentuali della quota di famiglie in povertà assoluta e di mezzo punto quella delle famiglie in povertà relativa.
Il governo non faccia il furbo, perché sa bene che parte del fondo nazionale delle politiche sociali, che ha quasi azzerato negli anni, è destinato proprio al Terzo settore per servizi e prestazioni sul territorio. Dunque, invece di rivolgersi alla cittadinanza chiedendo di fare carità, restituisca le risorse che ha sottratto al sociale.

di Antonio Ferraro – responsabile nazionale Politiche sociali Prc-Se (Liberazione del 26 febbraio 2010)

La campagna nazionale “i diritti alzano la voce” rappresenta il tentativo più avanzato di costruire una nuova alleanza tra organizzazioni del sociale, politica, istituzioni e cittadini per contrastare il piano del governo di distruzione dello Stato sociale. Un’opposizione che parte innanzitutto dalla lucida consapevolezza della situazione drammatica che stiamo attraversando, oscurata dai media e determinata non solo dalla crisi economica ma anche dai tagli e dalle politiche del governo, che ne acuiscono gli effetti. Come ci dicono i maggiori osservatori nazionali e internazionali, disuguaglianze e povertà continuano ad aumentare, mentre il governo rilancia la social card come unico rimedio. “Una parodia offensiva della solidarietà'' come l'ha definita Lucio Babolin del Cnca.  Una campagna autonoma dai partiti, “ma che mira a dialogare con essi” per dare forza ad un modello sociale fondato sui diritti e l’uguaglianza da contrapporre a quello mercantile e caritatevole che si tenta di instaurare nel nostro paese. “Crediamo sia giunto il momento – si legge nel manifesto del welfare che accompagna l’iniziativa – per dire che lo Stato sociale va non solo salvato ma anche rilanciato e che si deve tornare all’affermazione dei diritti di cittadinanza sanciti dalla nostra Costituzione”. Emerge così la necessità di organizzarsi tutti insieme, abbandonando atteggiamenti di autoreferenzialità, per favorire uno sbocco verticale al conflitto sociale che, altrimenti, rischiamo solo di subire. Per fare ciò la ricetta della campagna pare essere opportuna. Contro un disegno di vero e proprio “darwinismo sociale”, facilitato dalla deresponsabilizzazione del pubblico e dalla riproposizione del mercato come regolatore di tutto, va “alzata la voce”, ma va messa in campo anche una strategia che punti a “farla ascoltare”. Una voce forte di significati e proposte alternative che vanno dalla rivendicazione di maggiori risorse, incrementando la spesa sociale italiana, tra le più basse d’Europa, alla costruzione di politiche profonde e finalizzate all’effettiva redistribuzione del reddito e del benessere nel nostro paese. Le proposte agiscono su punti fondamentali di un modello sociale alternativo, che tiene insieme lavoro e questione sociale. Vanno definiti i livelli essenziali di assistenza sociale, riducendo così anche le enormi disuguaglianze territoriali, già alimentate dalla riforma del titolo quinto della Costituzione e a rischio di precipitazione con l’introduzione del federalismo fiscale. Va introdotto il diritto di voto per i migranti, riformata la legge sulla cittadinanza. Istituito il reddito minimo di inserimento come misura efficace di contrasto alla povertà (solo Italia, Grecia e Ungheria ne sono sprovviste). Promossa una giustizia fiscale attraverso politiche improntate sulla progressività e la lotta all’evasione. Generalizzati gli ammortizzatori sociali, contrastata la precarietà del lavoro. Proposte condivise da Rifondazione comunista, che sostiene la campagna e accoglie positivamente l’idea di stabilizzare un’alleanza tra forze politiche e sociali per dare vita ad una stagione duratura di lotta su questi temi, che vada oltre la mobilitazione di sabato al fine di passare, come ha suggerito Luigi Ciotti alla manifestazione di “Strada Facendo 4”, dal concetto di “farsi strada” a quello di “fare strada”. E le ultime parole del manifesto del welfare ci indicano la strada da fare: “dalla crisi si esce solo aumentando le tutele, non togliendole. Lo Stato o è sociale o non è”. 

Sul sito www.idirittialzanolavoce.org tutti i materiali e gli appuntamenti di domani.

Con Libera, sui territori

Lavoro, casa, welfare, migranti, sanità, carcere e politiche giovanili i temi trattati da Strada Facendo per «un percorso quotidiano» 
di Anna Maria Bruni (Liberazione del 9/02/2010)

E' stato un confronto stringente sul che fare quello che ha chiuso domenica la terza giornata ternana del quarto meeting di "Strada facendo". Sul palco, il segretario del Prc Paolo Ferrero, Nichi Vendola in qualità di presidente della Regione Puglia, la presidente dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti, Livia Turco, Commissioni Affari sociali della Camera, Fabio Granata, Pdl, vicepresidente commissione antimafia della Camera e il sindaco di Terni Leonardo Di Girolamo, coordinati da Roberto Morrione, giornalista e collaboratore di Libera. Sospese le polemiche su alleanze e spostamenti d'assi per le prossime regionali, la politica è stata chiamata a rispondere sulle proposte concrete avanzate e a questo si è attenuta. Sano bagno di realtà quindi sull'urgenza indicata dalle sintesi dei sette gruppi di lavoro che per tutto il sabato hanno discusso problemi e proposte, tradotte nella Carta di Temi (reperibile su www.libera.it) e su cui continuare il percorso. Lavoro, casa, welfare, migranti, sanità, carcere, politiche giovanili, questi i temi.

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