di Rosa Rinaldi*
Il nostro applauso si unisce a quello delle centinaia di famiglie che hanno assistito alla lettura della sentenza, un applauso liberatorio che arriva dopo 65 udienze e dopo sedici anni di attesa.
Liberatorio, perché finalmente la giustizia diventa la moneta che ripaga la lotta dei lavoratori. Una giustizia magari lenta, lunga e tuttavia densa di speranza per il futuro e che ci fa dire che le migliaia di vittime dell'amianto non sono morte invano.
Si proclama giustizia per loro e per i loro famigliari insieme alla speranza che non accada mai più, e che l'amianto, ancora così presente nelle aziende e nei territori, venga bandito per sempre. Una giustizia che potrà mietere altri successi in Italia e nel mondo.
Casale Monferrato con i suoi 1800 morti ha avuto il coraggio di rifiutare 18,3 milioni di euro, una tentazione a cui è stato difficile sottrarsi.


di Mirella Castigli
di Filippo Vendrame
Di Guido Scorza*
Nel resto dell'Europa (molto meno in Italia) infuriano le polemiche sull'Acta, un trattato commerciale internazionale, che punta a migliorare la difesa della proprietà intellettuale. Ma che, secondo i suoi detrattori, soprattutto giovani, limiterà fortemente la libertà di espressione su Internet. Nel fine settimana diversi manifestanti hanno sfidato il freddo polare per brandire cartelli perentori («Stop Acta now»), spesso con la maschera beffarda di Guy Fawkes sul viso (quella nota a tutti per il film "V per vendetta"): solo a Monaco di Bavera erano più di 16mila. Intanto, venerdì scorso, il Parlamento tedesco ha bloccato il processo di ratifica dell'Acta. Fa seguito a una decisione simile presa in vari Paesi dell'Europa dell'Est (Polonia, Lituania, Repubblica ceca e Slovacchia).



