Articolo tratto dal sito http://www.tellusfolio.it

Torno su Taranto, perché è la prosecuzione di una nuova giurisprudenza che bisogna sostenere e propagandare, alla quale bisogna trovare alleanze sociali e Taranto è un test di eccezionale importanza. Ho citato in proposito il caso Thyssen Krupp e quello dell'amianto a Casale. In ambedue i casi viene fatta ricadere la responsabilità penale sulla proprietà e sulla dirigenza, sicché i danni all'ambiente e alla salute o alla sicurezza sul lavoro non restano generiche osservazioni e consigli di riguardarsi o di stare attenti (non respirare? per esempio), ma caricano sulle spalle di chi ha il potere ed estrae profitto dalle varie lavorazioni nocive la responsabilità di farlo senza riguardo alcuno per l'ambiente e per le persone: è finita, d'ora in avanti dovranno rendere conto, buttare sangue, cioè - per loro - soldi. È assolutamente necessario favorire questa tendenza del diritto, trattando forme tempo passaggi gradualità necessarie col motto “le fabbriche non debbono chiudere, e la popolazione, i lavoratori e le lavoratrici debbono essere al più presto e gradualmente sottratti/e ai rischi per la salute, a spese degli inquinatori”.

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di Roberto Musacchio

Mentre il Pd sembra scegliere come proprio profilo fondamentale quello dell'antigrillismo, per giunta gridato, e' Eugenio Scalfari, come capita sovente, a definire il quadro di quello che dovrebbe essere lo scenario di prospettiva. Nel consueto editoriale della domenica l'uomo che tanto ha influito nella modificazione genetica di quella che fu la più grande sinistra d'Europa dice tre cose che hanno un peso non indifferente. Le riassumo brevemente.
Primo. L'azione del governo Monti deve usare questi mesi rimanenti per influire nel passaggio aperto nella dimensione europea e che e' quello della definizione di una possibilità di intervento strutturale sugli spread per limitarne i differenziali.

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di Gabriele Pastrello

Bisogna cercare di fare il punto. Non vi è dubbio che ci sia uno scontro interno alla dirigenza tedesca. In parte è dovuto a motivi elettorali; ma non è l'aspetto più importante. Certamente Merkel, da apprendista stregone, ha lanciato due anni fa, come guerra preventiva per raddrizzare la pericolante situazione elettorale della sua maggioranza, una campagna contro la presunta prodigalità dei paesi del sud in difesa del contribuente tedesco. Il tutto affatto pretestuoso, ma per l'opinione pubblica purtroppo molto credibile. E ha avuto successo. Un successo che però la destra tedesca le sta rivoltando contro.

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di Argiris Panagopoulos

«Mantenere la coesione sociale non sarà facile» il primo ministro greco Antonis Samaras è tornato da Parigi con questa convinzione e non si sbaglia. Atene ribolle, le piazze sono tornate a riempirsi. La protesta questa volta non è innescata dai tagli feroci imposti dalla troika, ma dal vento xenofobo che soffia violentemente nel Paese. Sono quasi 500 le aggressioni a sfondo razziale compiute in Grecia negli ultimi sei mesi e ormai hanno una cadenza quotidiana. La più feroce l'11 agosto quando un iracheno di 19 anni è stato assalito all'esterno di una moschea improvvisata di Atene, colpito più volte con un coltello, gravemente ferito, il giovane è morto poche ore dopo in ospedale.

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di Luca Tancredi Barone

Qualche settimana fa il segretario di Izquierda Unida, Cayo Lara, disse che il governo di Rajoy stava gettando benzina nelle piazze spagnole. L'ultimo Consiglio dei ministri di venerdì, il primo dopo la pausa estiva, si sforza di dargli ragione. Il 15 agosto scadeva la norma voluta dal governo Zapatero che prevedeva che, una volta esaurito il sussidio di disoccupazione, i disoccupati ricevessero un piccolo ulteriore aiuto di 400 euro per sei mesi. Il Partito popolare aveva deciso di non rinnovarla, ma i segnali di guerra che si alzavano da tutti i fronti gli hanno fatto cambiare idea. Il decreto di venerdì la proroga ma i soldi sono ancora più difficili da ottenere.

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