di Giulietto Chiesa

Non mi piacciono i necrologi. In genere costringono chi li scrive a parlare bene del morto, cioè non sono sinceri, quali che fossero le sue qualità. Meno che mai mi piace scriverne quando chi se n’è andato era un mio amico, e caro.
Ne parlo, in morte, per ricordare le cose più importanti che ha scritto. Per me Gore Vidal è stato l’equivalente, nel secolo XX, di quello che fu Alexis de Tocqueville nel XIX. Se quest’ultimo descrisse la nascente democrazia americana, Gore Vidal è stato il più lucido, acuto, implacabile analista della sua fine. Per meglio dire, della sua trasformazione in “impero”. Alcuni libri suggerisco, a chi voglia misurare la sua grandezza come scrittore: “Impero”, per l’appunto, e “Giuliano”, e “L’età dell’oro”.

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di Francesco Paternò

I mercati oscillano paurosamente tra il precipizio fiscale degli Stati Uniti e la bancarotta di Atene, ma c'è chi è già finito sfracellato fuoristrada. È la popolazione greca, poco più di 11 milioni di persone di cui la maggioranza in età lavorativa non è più al lavoro. Accade in un paese dell'Europa, non chissà dove: secondo gli ultimi rilevamenti fermi ad agosto scorso, in Grecia la disoccupazione ha investito 1,3 milioni di persone, con un tasso del 58% fra i giovani con meno di 24 anni. A questi vanno aggiunti 3,4 milioni di adulti registrati come inattivi. Vuol dire che 4,7 milioni di persone oggi in Grecia non sono al lavoro, contro 3,7 milioni ancora occupati. Una tragedia senza fine.

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di Articolotre

I leader greci avrebbero concordato la maggior parte delle misure di austerità richieste dalla Troika e guardano ora ai tagli alle pensioni e ai salari per recuperare gli ultimi 1,5 miliardi di euro di risparmi ancora necessari. Lo rivela una fonte vicina ai colloqui. “I leader politici non sono in disaccordo su qualcosa, ci sono solo proposte alternative in discussione per proteggere le persone con pensioni basse”, ha detto la fonte, che è coinvolta nei colloqui in corso con i rappresentanti della Troika. “Abbiamo bisogno di interventi per un valore di 1,5 miliardi di euro – ha spiegato – per finalizzare il pacchetto di 11,5 miliardi di euro”

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di Claudio Grassi

La dichiarazione di Beppe Grillo: "i sindacati vanno aboliti", assieme a quella di pochi giorni fa di apertura ai fascisti di Casa Pound, ci dicono quanto sia pericoloso fare affidamento al M5S per cambiare il nostro Paese.
Detto questo non dobbiamo sottovalutare due elementi. In primo luogo molte cose che per noi sono ovvie come l'antifascismo e l'importanza del sindacato, non lo sono affatto per le giovani generazioni. In secondo luogo se alle invettive di Beppe Grillo risponde Raffaele Bonanni, è molto probabile che il messaggio del comico genovese anziché perdere consensi li aumenterà.

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di Leonardo Martinelli

E la tassa sui super ricchi, dov’è finita? Era una delle promesse più eclatanti di François Hollande durante la campagna delle presidenziali: una di quelle giudicate più «di sinistra», che di sicuro hanno contribuito a portare al secondo turno al leader socialista i voti (determinanti) di Jean-Luc Mélenchon, del Front de gauche. Ebbene, entro la fine del mese il Governo francese deve presentare il suo progetto per la finanziaria 2013, da far approvare al più presto al Parlamento. Dovrebbe consistere in una profonda riforma fiscale, proprio l’occasione per introdurre anche la tassa sui super ricchi. Ma, dalle prime indiscrezioni in circolazione, Hollande e compagnia starebbero per alleviare le condizioni previste inizialmente: insomma, vorrebbero fare retromarcia. Mentre in questi giorni, pressione in più in questo senso, è emerso che proprio Bernard Arnault, il più ricco di tutti in Francia (ma pure il numero uno a livello euopeo e quarto nel mondo), ha chiesto la nazionalità belga. In fuga dal fisco del suo Paese.

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di Fabio Marcelli

L’elezione a presidente della Repubblica di Hugo Chavez, nel 1998 e l’approvazione della nuova Costituzione venezolana nel 1999 hanno certamente aperto una nuova era per il Venezuela e l’America Latina. Epoca segnata da importanti affermazioni dei diritti sociali e della partecipazione democratica. Fatto sta che mai come negli anni dal 1998 ad oggi in Venezuela si è votato per elezioni presidenziali, politiche, locali, referendum costituzionali e revocatori e sempre Chavez ne è uscito vittorioso, con l’unica eccezione del referendum del dicembre 2007, perso per un’incollatura, probabilmente perché prospettava, insieme alla rieleggibilità, una serie di modifiche di troppo ampia portata.

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di Massimiliano Lombardo

Siamo quelli con meno di 40 anni, cresciuti tra Happy Days e Dawson’s Creek, che hanno nel fallimento il comune denominatore. La prima generazione dal dopoguerra a stare peggio dei propri genitori. I più formati che questo Paese abbia mai avuto, ma anche le risorse che meno ha utilizzato. Per non parlare dei debiti che gentilmente ci sono stati messi sulle spalle e che, nel caso riuscissimo a venire fuori dalle sabbie mobili, ci toccherà estinguere. Tanto per saldare il conto del benessere dei nostri carnefici. Noi che non andremo in pensione e che le parole “mettere su famiglia” o “avere un progetto di vita” ci paiono fantascientifiche. Siamo la Generazione Perduta, tanto per usare le parole del premier Mario Monti che qualche settimana fa, in barba ai proclami d’inizio mandato, ha ammesso di non poter far nulla per noi.

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di Stefano Galieni

Cie, ovvero centri di identificazione ed espulsione, il nome meno ipocrita che il ministro Maroni ha dato ai vecchi Cpt. La sostanza è la stessa, galere etniche che in continuazione organizzazioni umanitarie, commissioni

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di Rassegna.it

(Labitalia) - “Siamo al fianco dei lavoratori del Sulcis, ai qualli esprimiamo la nostra piena solidarietà. Non possiamo non rilevare che il Paese ha perso la capacità di investire, soprattutto nell’industria mineraria, ma anche in quella estrattiva. Non possiamo non rilevare che siamo rimasti al palo, anche in un momento di forte crisi economica, rispetto al resto dell’Europa, che invece fonda buona parte delle proprie economie e basa i propri investimenti sulle materie prime”. Lo afferma Gianvito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi.

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