di Luigi De Magistris

‎"Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e la Giunta del Comune di Napoli aderiscono alla campagna “Taglia le ali alle armi!” promossa da Sbilanciamoci, Rete italiana per il disarmo e Tavola della pace, con cui si chiede al governo la cancellazione del programma d'acquisto di 90 cacciabombardieri F35 e l'impiego dei fondi così risparmiati per misure e politiche civili.

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Intervista a Domenico Pantaleo
di Roberto Ciccarelli

«Aspetteremo il bando e, una volta definite le procedure, valuteremo anche tutte le azioni legali per contrastare questo concorso». A tre giorni dalla pubblicazione del contestatissimo bando di concorso per 11.542 cattedre a scuola, il segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo sta pensando ad un rimedio estremo.
Dopo avere chiesto la sospensione delle procedure in un appello inviato ieri al Parlamento, Pantaleo spiega le ragioni della sua radicale opposizione: «Non siamo contrari ai concorsi che rappresentano una forma trasparente e democratica di selezione nella pubblica amministrazione.

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di Giorgio Lunghini

Oggi tutti parlano di crisi, ma fino a qualche mese fa sembrava uno spauracchio. Eppure la crisi attuale ha radici ben profonde. Ne abbiamo parlato con l’economista Giorgio Lughini, che ha da poco pubblicato “Conflitto, crisi, incertezza. La teoria economica dominante e le teorie alternative” (Bollati Boringhieri).

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di Gianni Mula

È di qualche giorno fa l’appello contro il “Furto di informazione” pubblicato dal Manifesto (il 24 luglio, in prima pagina) e ripreso dal Fatto quotidiano e dal Corriere della sera. L’appello, che riportiamo in appendice, denuncia la "intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell'opinione pubblica" che si genera quando si rappresentano le recenti scelte di austerità dei governi europei e delle autorità comunitarie come "comportamenti obbligati ("non-scelte"), immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell'eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare". In tal modo "Viene nascosto all'opinione pubblica che, lungi dall'essere un'evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori", così che "i maggiori mezzi di informazione (ivi compreso il servizio pubblico)" si rendono di fatto colpevoli di un "un furto di informazione e di conoscenza gravido di devastanti conseguenze per la democrazia".

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di Riccardo Chiari

Si mette l'euro, si tira la leva, il nastro a ruota gira. In un attimo il gioco è finito e si riparte subito, si vinca o si perda. Un altro euro, un altro tiro di leva. C'è chi lo fa per dieci minuti, chi per un'ora, chi per l'intera giornata. Un meccanismo tanto semplice quanto seducente quello delle slot, vista la loro diffusione sempre più ramificata nelle sale giochi, nei bar e nei circoli di tutta la penisola. Ad esempio solo nel Lazio sono più di 37 mila, accese ogni giorno in più di 9 mila bar ed esercizi commerciali. Perché gli italiani, di ogni età e condizione sociale, giocano, giocano, giocano. Sono drogati dall'azzardo e stanno aumentando a dismisura, denuncia l'associazione Libera di don Ciotti, a nome dei tanti che criticano giochi in cui non serve l'abilità o la logica ma solo la fortuna.

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I minatori andranno in pensione un anno più tardi. Lo ha stabilito qualche ora fa il Consiglio dei ministri, su proposta della titolare del Lavoro Elsa Fornero. La notizia era nell’aria da qualche giorno. Da quando martedì scorso il pre-Consiglio aveva esaminato lo schema di regolamento per armonizzare i requisiti di accesso al nuovo sistema pensionistico di alcune particolari categorie professionali (con «requisiti diversi rispetto a quelli in vigore nell’assicurazione generale obbligatoria»). Ma certo, leggere nero su bianco in un comunicato ufficiale del governo che chi lavora in miniera dovrà andare in pensione più tardi fa il suo effetto. Dopotutto anche nell’immaginario popolare è questa la professione usurante per eccellenza.

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di Salvatore Cannavò

Sono 50 milioni i posti di lavoro andati in fumo negli anni della crisi. Lo ha rilevato l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) nel suo Rapporto sul lavoro nel mondo di qualche mese fa e che siamo riusciti a leggere in ritardo. La cifra di 50 milioni si riferisce al saldo tra impieghi nel 2008 e quelli nel 2011, quindi il saldo potrebbe essere molto più negativo se consideriamo il tasso di recessione che il 2012 sta producendo. Un saldo negativo nonostante diversi paesi emergenti abbiano continuato a creare posti di lavoro non sufficienti a compensare l’andamento negativo che proviene soprattutto dall’Europa.

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di Sara Nicoli

Alla fine, la chiave di lettura di quello che era sembrato a tutti uno scatto in avanti di Nichi Vendola per conquistare un posto in paradiso (di governo) nella prossima legislatura, accanto al Pd e a costo di sacrificare anche una fetta del suo elettorato, l’ha data un vecchio democristiano come Beppe Fioroni: è “il grande centro” il nuovo che avanza. Si rassegni chi, anche solo per qualche minuto, ha sperato di vedere una sinistra vera e solida al timone dell’Italia post montiana. Il “dopo”, quell’area “riformista” di cui tutti sembrano pronti a issare la bandiera, sarà una riedizione di un già visto, qualcosa di simile all’Unione che, però, già viene salutata come sinonimo di grande rinnovamento. E Nichi Vendola ci sarà.

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di Guglielmo Ragozzino

Cosa avrà deciso ieri pomeriggio il gip Patrizia Todisco? avrà davvero firmato «il provvedimento di sequestro (senza facoltà d'uso) degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto, oppure avrà accolto i miti, unanimi consigli di governo, padronato, sindacato metalmeccanico, ricamati sul giornale della Confindustria? Si sarà fidata dei mediatori della Regione? Per una volta, il giornale non aveva rampogne, ma comprensione e sostegno ai lavoratori che bloccavano le strade nazionali e il centro della Città, si addensavano intorno alle sedi della giustizia e della politica, per difendere il proprio lavoro e insieme l'azienda e i proprietari Riva.
Dal canto loro, i verdi - il presidente Bonelli è consigliere comunale a Taranto - descrivono una città divisa tra gli operai e chi non vuole morire di cancro.

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