di Laura Maragnani

Il leader del Prc spiega la spending review in casa comunista e chiama a raccolta gli anti Monti.
«Questo Paese ha bisogno di una sinistra di buon senso»: Paolo Ferrero, 52 anni, segretario di Rifondazione («1500 circoli») per l’autunno si è dato un obiettivo da niente: rimettere in piedi la sinistra. Corteggia Fiom, Sel, Idv. Cinguetta con il gruppo Alba sui beni comuni. Assicura: «La sinistra sta rinascendo non solo in Francia e in Grecia ma anche in Italia, grazie alle nostre proposte».
Quali?
No al fiscal compact, patrimoniale sopra il milione di euro, niente Imu sulla prima casa. Tetto di 5 mila euro per pensioni, stipendi di parlamentari e manager pubblici. Salario sociale ai disoccupati. Riassetto del territorio. Lavoro per i giovani.

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di D.P.

Se Sel allontana la prospettiva della lista unica con il Pd, il coniuge separato Rifondazione comunista (che aderisce alla federazione della sinistra) invece lo avvicina. A grandi passi e persino a prescindere dalla legge elettorale. «Noi siamo contro il porcellum e contro la legge finto proporzionale che Pd, Pdl e Udc stanno preparando al solo scopo di rendere necessarie le alleanze dopo il voto», ha detto mercoledì sera a Modena Paolo Ferrero (nella foto), durante un dibattito con Giuliana Beltrame dell'Alleanza lavoro benicomuni ambiente. «E tuttavia, comunque vada a finire il balletto della legge elettorale, proponiamo ai movimenti, ad Alba e a tutte le forze della società civile e quelle sindacali di fare una lista comune, aperta, scelta dal basso e in maniera democratica, con il criterio di una testa un voto. Rifondazione comunista certo non si scioglie.

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di Marco Zerbino

«Chi dice che vuole andare al governo e fare politiche di sinistra senza pronunciarsi sul fiscal compact, sta di fatto prendendo in giro il paese e i lavoratori». Non ricorre a giri di parole, Paolo Ferrero, quando si tratta di spiegare quella che, secondo lui, è la strada da imboccare per ricostruire una sinistra degna di questo nome in Italia.
«Si tratta, molto semplicemente, di mettere insieme quelli che sono contro le politiche di austerità e di chiedere poi agli italiani un voto per governare sulla base di un programma veramente alternativo, di un new deal per il paese». Secondo il segretario di Rifondazione Comunista, una lista o una coalizione «anti Monti» potrebbe aspirare ad una percentuale a due cifre.

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di Enrico Piovesana

L’Italia terremotata, l’Italia in crisi, l’Italia dei tagli alla spesa sociale e dell’austerità spende tre milioni di euro per la sobria parata militare del 2 giugno, ma ‘parata’ e ‘sobria’ sono un ossimoro. Ciliegina amara su una torta indigesta da 25 miliardi di euro l’anno, 68 milioni al giorno: tale è la spesa per mantenere l’elefantiaco quanto inutile apparato bellico-militare italiano.

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di Mauro Del Corno

A volerla vedere l’America la trovi anche qui. Per cercare innovazione, prodotti d’avanguardia, lavoratori efficienti ed esperti, i dirigenti di Volkswagen non hanno attraversato l’Oceano ma solo le Alpi. Sono venuti a Torino per incontrare 30 aziende piemontesi di componentistica auto e valutare accordi di fornitura. Proprio in quello che fino a ieri fa era il feudo della Fiat ma da cui il Lingotto si sta progressivamente disimpegnando dopo la svolta “Detorit-centrica” impressa da Sergio Marchionne.

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di Tonino Bucci

E adesso anche i fan più irriducibili sono costretti a ricredersi. A malincuore, magari, ma si ricredono. Dei venti miliardi che Marchionne aveva promesso di investire nel nostro paese non si è vista neppure l'ombra. Chi aveva preso per oro colato il piano Fabbrica Italia, nei giorni scorsi ha ricevuto una doccia gelata. Il supermanager di casa Fiat ha spiegato senza mezzi termini che sarebbe un azzardo fare investimenti nella situazione attuale. Che il mercato è peggiorato rispetto alle previsioni di un anno fa. Che lanciare nuovi modelli non servirebbe a risollevare le sorti del marchio automobilistico in Italia e in Europa. Per ora non è in ballo la chiusura degli stabilimenti italiani.

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di Piergiorgio Odifreddi

Finalmente esce di scena, travolto dagli scandali, uno dei tribuni del popolo più rozzi e imbarazzanti che abbia mai avuto il nostro paese, che pure ci ha fatto ripetutamente vergognare per la levatura personale, morale e politica della sua classe dirigente.

Umberto Bossi ha incarnato per venticinque anni l’anima più rudimentale, ignorante e becera dell’italiano medio.

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di Tonino Bucci

Loretta Napoleoni è un'economista accreditata. Vive e lavora a Londra e gode di una certa notorietà, anche in televisione. Ieri, ospite in collegamento al programma di Lucia Annunziata “In 1/2 h", si è presentata nel suo nuovo incarico di consigliere economico di Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma del Movimento 5 Stelle.

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Articolo21.org

- Stiamo con i 19 della Fiom che hanno vinto la causa e debbono rientrare nello stabilimento Fiat di Pomigliano, dal quale erano stati espulsi perché sgraditi politicamente e sindacalmente.

- Stiamo con i 19 che ora Marchionne vorrebbe espellere dalla fabbrica per contrapporre ai loro compagni.

- Siamo contro ogni forma di rappresaglia e di disgregazione del principio di uguaglianza e della carta costituzionale. Per questo chiediamo al Governo di imporre il rispetto della legalità e della dignità delle persone. A nessuno possono essere consentite eccezioni, neppure alla Fiat.

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