di Wu Ming

Da quando è iniziato il terremoto in Emilia, i giornali e siti di informazione (soprattutto quelli locali) pubblicano foto di orologi. Le torri degli orologi di Finale Emilia, San Felice sul Panaro e Ferrara; l’orologio della chiesa di Sant’Agostino, quello della chiesa di San Rocco a Cento… Quadranti danneggiati, spaccati, scomparsi. Qualcuno è rimasto intatto ma fermo, a segnare l’ora della scossa che lo ha bloccato. Chi come me vive a Bologna non può non pensare all’orologio della stazione, fisso sulle 10:25 dalla strage del 2 Agosto.

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di Rosa Rinaldi

Il 2 giugno ci sarà una nuova manifestazione nazionale, promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, dal titolo “La Repubblica siamo noi” per chiedere l’attuazione dell’esito referendario e per richiamare il Presidente della Repubblica circa la necessità che la volontà popolare e il voto vengano fatti rispettare.

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di Davide Turrini

Il Live aid pro terremotati è qui. Con la benedizione del governatore Errani, sembra oramai certo che il 25 giugno prossimo allo stadio Dall’Ara di Bologna, si terrà “Emilia: live”. Concertone con biglietto da 30-35 euro a testa, per riscuotere una somma cospicua a favore delle popolazioni colpite dal sisma, visto che si attendono sulle 40mila persone.

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di Andrea Palladino

Tutto come da copione per Renata Polverini. Nel suo intervento in consiglio regionale si è presentata nel ruolo della rinnovatrice, il volto pulito che non molla. Niente dimissioni, anzi, una volontà ferrea di andare avanti nella gestione di una regione Lazio ormai impresentabile. La prima mossa è stata la nomina della giovanissima Chiara Colosimo a nuovo capogruppo del Pdl e il dimezzamento delle commissioni consiliari, mentre appariva chiaro, dai volti in aula, che la battaglia è tutt'altro che conclusa. Franco Fiorito continua a giurare a tutti che quei 750 mila euro contestati sono stati gestiti secondo le regole: «Sono un capro espiatorio», ripete fino all'ossessione.

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di Giuseppe Aragno

È vero, i tagli del governo tecnico producono infine i danni che ci fanno greci, ma questo è vietato raccontarlo. Non si deve sapere. Siamo al punto che a Napoli da giorni si gela, ma a scuola non c'è riscaldamento. Fai fatica a dirlo perché lo sai, non ci vuole molto ad avviare l'inaccettabile scaricabarile: «E i genitori non protestano? Magari gli insegnanti sono contenti»! E tu prova a dire che quelli gelano con gli alunni. «È il sindaco-Masaniello, sono i soliti napoletani!»
Il governo no. Il governo non c'entra.

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di Lidia Menapace

Sere fa ero a cena da compagni di Bolzano e la compagna -che è anche un'ottima cuoca- aveva preparato un risotto con gli asparagi davvero sopraffino. Ci sediamo a tavola e lei sbotta, interrompendo  i nostri elogi:"Li ho comprati qui sotto al supermercato e solo quando sono arrivata a casa mi sono accorta che venivano dal Perù!".

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di Micaela Bongi

Il diretto interessato continua a svicolare, prima ribadisce, attraverso i suoi collaboratori di non volersi occupare della questione e che non desidera essere «tirato per la giacchetta». Poi ripete in prima persona che «il mio orizzonte finisce ad aprile 2013, nessun dubbio». Ma il Forum Ambrosetti di Cernobbio si conferma sempre più come l'appuntamento per il lancio del Monti-dopo-Monti.
Dopo il sondaggio tra gli imprenditori, all'80% pro Monti-bis, è direttamente il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, artefice del governo dei «tecnici», a dettare tempi e modi in cui si dovrà arrivare, se non a una nuova investitura per il presidente del consiglio in carica (del resto lui stesso potrebbe davvero non desiderare il ritorno a palazzo Chigi nel 2013), a un governo che non si discosti di una virgola dalla famosa agenda del professore.

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di Francesco Piccioni

Fare la spesa tutti i giorni è diventato un problema, ma se per caso volete comprare un pacchetto-vacanza non avrete problemi; ve lo tirano dietro.
Nonostante sia costretta a servirsi soprattutto di ricercatori precari - a causa dei continui tagli al bilancio - un giorno o l'altro bisognerà proporre un monumento all'Istat, che riesce a sfornare report illuminanti sullo stato comatoso del paese anche in poche righe. E qualche numero.
I dati provvisori sull'inflazione, diffusi ieri, sono una sintesi chiarissima di come stiano cambiando la pelle e l'anima della società italiana.

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di Vladimiro Giacchè

Caso Ilva e caso Alcoa. Due storie molto diverse tra loro, che hanno però anche qualcosa in comune. In entrambi i casi, si tratta di ex imprese pubbliche che sono state privatizzate.
È un buon esempio di quanto pesino tuttora sulla nostra economia gli esiti delle privatizzazioni degli anni Novanta. Già questo sarebbe un ottimo motivo per occuparsene. Ma non è il solo. Oggi si torna a parlare della vendita di proprietà pubbliche per ridurre il debito. Sarebbe una buona idea? Capire cosa è successo venti anni fa può aiutarci a rispondere a questa domanda.
1) Dal 1992 al 2000 la gran parte dell’i n dustria di Stato e delle banche pubbliche è stata posta sul mercato. Si tratta del più ampio processo di privatizzazione mai realizzato in Occidente. La tecnostruttura guidata da Mario Draghi, all’epoca direttore generale del Tesoro (che mantenne la carica sotto 6 diversi ministri), privatizzò imprese statali per un valore di 220.000 miliardi di lire, oltre 110 miliardi di euro.

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