di Martina Castigliani

Esistono ma nessuno ne parla. È la storia dei tanti acquedotti rurali presenti nell’appennino reggiano e che rappresentano una vera e propria rivoluzione in termini di gestione dell’acqua come bene pubblico. Era il secondo dopoguerra e i contadini, piccone e pala alla mano costruirono acquedotti là dove c’erano fonti e corsi d’acqua: strutture efficienti, che dopo mezzo secolo funzionano ancora. 40 euro circa, la spesa annua per ogni abitante, che deve semplicemente far fronte alle spese di gestione e manutenzione.
A mettere in luce questa realtà, due cittadini di Villa Minozzo, Graziano Malvolti e Benedetto Valdesalici, e Tommaso Dotti, membro del Comitato Acqua Bene Comune di Reggio Emilia.

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di Luca Mastrantonio

Vent’anni e la tessera dell’associazione partigiani in tasca, vivendo l’antifascismo come memoria e partecipazione, una staffetta ideale tra generazioni. Senza temere i cortocircuiti della Storia. Jonathan Chiesa, milanese, classe 1985, laureato in scienze ambientali, si è tesserato all’Associazione nazionale partigiani d’Italia e milita nella sezione “Martiri Niguardesi”, zona Barona, a Milano. A Solferino28anni racconta come vive la festa della Liberazione da partigiano 2.0.

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di Aldo Nove

Chi oggi sostiene Matteo Renzi ha le stesse responsabilità etiche e politiche di chi 18 anni fa ha sostenuto Silvio Berlusconi. Un qualunquista e generico appello al cambiamento su base liberistica e demagogica, fortemente personalistica e ostentatamente, falsamente, velleitariamente non ideologica. E se, allora, il nemico immaginario contro il quale irretire le masse erano i vecchi comunisti, oggi sono i vecchi tout court: Credo che mai sia stato espresso un concetto più rozzo di quello di "rottamazione", vero specchio dei tempi e eco di una povertà di spirito inaudita, da combattere con tutte le forze dell'intelligenza e della dignità residua rimaste in questo stanco paese svuotato di senso e desideri.

di Alfonso Gianni

Dobbiamo all'appello contro il furto d'informazione, comparso pochi giorni fa su il manifesto e alle autorevoli firme che lo sottendono, se tra i caldi dell'estate si è infilato qualche refolo di dibattito economico. Se ne è accorta anche la grande stampa, proprio quella giustamente messa sotto accusa dai firmatari dell'appello. A essere puntigliosi dovremmo precisare che l'imputata principale è la stampa generalista, quella specializzata non ha potuto allo stesso modo nascondere la verità. Basta confrontare la differenza fra gli inserti economici di Repubblica o del Corriere della Sera e i loro contenitori.

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Quello di settembre, per la scuola, è il mese delle illusioni ottiche. Da una parte c'è un ministro, Francesco Profumo oggi, che annuncia novità epocali, svolte tecnologiche, un tablet per tutti i docenti, un computer in ogni classe, fino al punto da immaginare l'utopia cibernetica della scuola 2.0: i «centri scolastici digitali» nei piccoli centri montani dove i computer potrebbero sostituire i docenti in carne ed ossa. Dall'altra parte, c'è la realtà.
Quella che emerge, come di consueto, nel decimo rapporto sulla sicurezza dell'edilizia scolastica presentato ieri a Roma dall'associazione Cittadinanzattiva.

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di Alessandro Robecchi

Riassumiamo. Sono favorevoli a un governo Monti-bis Angela Merkel, Barack Obama, i vescovi italiani, Veltroni, Casini, un po' di Pd, un po' di PdL, la federcaccia di Ostuni, l'associazione di micologia di Trento, il dopolavoro ferrovieri di Orte, Beppe Fioroni, la federcircensi, Raffaele Bonanni e la sua famiglia, il sindacato frontalieri dell'Istria, il patronato degli elettrauto, l'Assococomeri che riunisce i produttori di angurie dell'alto Lazio, e Sergio Marchionne. Si tratta di un pezzo importante di società civile che punta coerentemente a un'applicazione innovativa e rivoluzionaria dell'istituto democratico delle elezioni. Cioè: votare in modo che si verifichi un pareggio, pur dopo sei mesi di risse televisive, e quindi implorare Mario Monti di concedere il bis a un paese stremato.

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di Alberto Ziparo

Il governo ha deciso: non chiude il progetto del Ponte sullo Stretto ma lo rinvia. La costosissima agonia del Ponte andrà avanti per almeno altri due anni, che serviranno «a verificare la fattibilità tecnica ed economico-finanziaria del progetto», prima della decisione definitiva. La società del Ponte (la Sdm), che spende circa mezzo milione di euro al mese solo per sopravvivere, potrà così continuare a sprecare risorse pubbliche nell'unica attività che porta avanti ormai da una quarantina d'anni: l'eterna progettazione. 
Ma c'è di peggio: le imprese consorziate per la realizzazione del Ponte, in attesa di un'opera che non si farà mai, potranno realizzare infrastrutture «collaterali, funzionalmente autonome rispetto al manufatto principale ma comprese nel programma». Siamo all'assurdo. 

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di Alfonso Gianni

Nel suo quarto, e ultimo per l’anno in corso, Rapporto di previsione presentato recentemente a Bologna, Prometeia si interroga se sia possibile per il nostro paese evitare di richiedere l’aiuto della Bce. La sua risposta è non solo negativa, ma costituisce addirittura un invito al nostro governo a farlo il più presto possibile e comunque prima della Spagna.
Il ragionamento dei ricercatori del noto istituto di ricerca si fonda sulla convinzione che il rispetto dei vincoli impostici dal fiscal compact, ratificato questa estate dal nostro parlamento, comporti una riduzione dei rendimenti dei nostri titoli a lunga scadenza.

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di Angiris Panagopoulos

Ha scelto un ex setificio Alexis Tsipras per presentare ieri pomeriggio il «programma di governo» che spera di mettere in atto se vincerà le elezioni parlamentari greche del 17 giugno prossimo. In una sala affollatissima di quella che un tempo era una fabbrica, il leader di Syriza è stato interrotto ripetutamente da applausi e grida d'incoraggiamento quando ha promesso che i primi provvedimenti dell'esecutivo di sinistra saranno l'abolizione del Memorandum, la tassazione dei ricchi e degli evasori e la lotta contro i politici corrotti.

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