di Simone Subrero, Filippo Orlando e Giampiero Dorato

Sono trascorsi ormai più di 70 giorni dal momento in cui i braccianti schiavi, trentanove lavoratori marocchini, occupati presso l’ azienda agricola Lazzaro situata nel comune di Castelnuovo Scrivia,
hanno deciso di dire basta alla loro condizione di sfruttamento e alla mancanza dei minimi requisiti di trattamento lavorativo dignitoso e umano, proclamando uno sciopero con effetto immediato e l’ istituzione di un presidio permanente di fronte alla azienda stessa, ai bordi della statale Tortona- Castelnuovo Scrivia. Ricordando brevemente nel concreto le ragioni di tale protesta dei lavoratori, spiccano la costrizione alle 13-14 ore di lavoro giornaliere con retribuzioni di poco superiori ad un euro all’ ora, mancanza di un minimo di umanità, la costrizione degli stessi a bere l’ acqua con cui si irrigano i campi, i continui dileggi con soprannomi tendenti a sminuire la dignità dei lavoratori ecc. ecc.;

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Intervista a Zygmunt Bauman
di Massimo Di Forti

«La ragione di questa crisi, che da almeno cinque anni coinvolge tutte le democrazie e le istituzioni e che non si capisce quando e come finirà, è il divorzio tra la politica e il potere». Zygmunt Bauman riesce subito ad andare al dunque senza perdersi in giri di frase. Non a caso possiede il dono di quella che Charles Wright Mills chiamava l’immaginazione sociologica, la capacità di fissare in una frase, in un’idea, la realtà di un’intera epoca, e il grande studioso polacco lo ha fatto con la sua metafora della "Vita liquida" e della "Modernità liquida" (cosa è più imprendibile e sfuggente dell’acqua e dei suoi flussi?) per descrivere con geniale chiarezza la precarietà e l’instabilità della società contemporanea.

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di Pierre Laurent*
In una cronaca pubblicata nei giorni scorsi da Libération, Alain Duhamel (P.S.) auspica una maggioranza assoluta socialista nell’Assemblea nazionale utilizzando un argomento scandaloso. A suo parere, “se il supporto dei deputati comunisti fosse obbligatorio, ciò condurrebbe ad uno stallo e a un braccio di ferro…forse anche nel giro di uno o due anni, fino a una temeraria dissoluzione”.

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di Vincenzo Comito

La finanza incontrollata continua a dominare la vita economica e politica. C'è poca speranza di uscire dalla crisi, finché non si riformano i meccanismi che governano il settore finanziario. Qualcosa è stato fatto, ma è troppo poco. Andiamo per ordine.
La crisi scoppiata nel 2007-2008 ha spinto politici, economisti ed esperti di varie discipline a interrogarsi su come uscirne. Con il tempo si è fatta strada una linea di pensiero che, partendo dalla constatazione che essa aveva origini sia di tipo finanziario che "reale", puntava a individuare interventi rilevanti su ambedue i piani.

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di Tommaso di Francesco

Dunque la guerra non va in vacanza, nemmeno per gli italiani. Ora è ufficiale: i nostri quattro cacciabombardieri Amx del 51esimo stormo dispiegati a Herat stanno bombardando a tappeto il nemico talebano. La conferma arriva dai nostri reportage dall'Afghanistan, dalle dichiarazioni del generale Luigi Chiappperini comandante del nostro contingente e da molte testimonianze «eroiche» dei piloti che partecipano agli attacchi.

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di Michele Martelli

Si accende la campagna elettorale, si discute di tutto, o quasi, eccetto che della “laicità”, la grande assente. Assente già negli atti e nei fatti del governo tecnico, e ora nell’Agenda della “Lista civica-Per Monti” e in quasi tutti gli altri programmi elettorali. Assenza che testimonia, in controluce, la presenza tuttora ingombrante dello Stato/Chiesa vaticano nella vita pubblica del nostro paese, un paese sovrano ma ancora dimezzato. Non c’è stato finora, per quanto mi risulta, ma sarei felice di essere contraddetto, un giornalista influente, uno che sia uno, della rai-tv o della carta stampata, che nei suoi interventi, articoli, interviste o talk show, a meno di qualche sporadico spunto, abbia posto nella sua centralità il tema della laicità dello Stato.

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di Guido Ambrosino

Riusciranno la 34enne Katja Kipping, libertaria dell'est, e l'«anticapitalista» dell'ovest Katharina Schwabedissen, 39enne dell'ovest, a scongiurare una spaccatura insanabile al congresso della Linke che si apre oggi a Göttingen?
Lo statuto del partito socialista tedesco prevede una coppia di presidenti, con almeno una donna.

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di Paolo Bracalini

Un partito (i renziani) che si è sovrapposto al partito (il Pd), asfaltandolo. Un nuovo potere a Firenze, che in parte ha ereditato sponsor e appoggi dei salotti buoni (leggi: soldi) già contigui al Pd, ma in parte ha creato nuovi network di politica, affari, lobby.
Dietro Renzi e dietro le sue costose campagne di rottamazione ci sono - molti allo scoperto, molti nell'ombra - importanti imprenditori, famiglie storiche fiorentine, banchieri, finanzieri, mecenati democratici, simpatizzanti oltreoceano. Stando alle cifre ufficiali, la kermesse alla Leopolda del 2011 è costata 110mila euro, le primarie del 2009, 209mila euro, per «Adesso!», cioè la campagna per queste primarie, Renzi ha detto che spenderà non più di 250mila euro.

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di Luca Melloni

Sull’Unità di qualche giorno fa Michele Prospero ha azzardato una lettura della storia repubblicana basata sulla comparsa dell’anti-politica ogni qualvolta si era alle porte di un cambiamento epocale. L’anti-politica è stata, a suo parere, la stampella della destra per bloccare l’ascesa al potere della sinistra – dietro le parole anti-establishment si è mirato invece ad una conservazione del sistema politico ormai decadente.
I 3 passaggi storici che Prospero inquadra sono: il 1948 e l’Uomo Qualunque contro Togliatti; il 1977 e i “Movimenti” contro Berlinguer; ed ora Il Fatto, la 7, Libero, Stella e Rizzo, Grillo e Di Pietro contro Bersani ed il PD. Mi pare una lettura assai forzata, tre episodi molto diversi tra loro che poco, forse nulla, hanno in comune.

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