Niente dialogo e porta definitivamente chiusa al Pd: "Abbiamo rotto il dialogo con il Pd. Ci vediamo in Parlamento dove il primo provvedimento da esaminare dovrà essere quello sul conflitto di interessi, visto che Bersani non ha mai trovato il tempo per approvarlo negli ultimi 20 anni". Antonio Ingroia, in una conferenza stampa, spiega quale sarà d'ora in poi il cammino di Rivoluzione Civile. Gli risponde a distanza il leader del Partito democratico, a Milano per aprire la campagna elettorale per la Regione con il candidato Ambrosoli.: ''Non c'è mai stata un'ipotesi di desistenza'', ha detto il segretario del Pd rispondendo alla domanda se è stato cercato un patto con Rivoluzione Civile.

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di Roberto Gramiccia

La trasmissione dell’Annunziata dal titolo che non mi piace – “Leader” – è stata, temo, un’occasione mancata per Rivoluzione civile. Lo dico, come al solito, in spirito costruttivo. Perché ormai il dado è tratto, sulla lista Ingroia abbiamo giocato tutte le nostre carte e non c’è più tempo per distinguo e per esitazioni. Dobbiamo sostenere questa lista con tutte le nostre forze e fino in fondo. Il punto è che in corsa dobbiamo capire come aggiustare il tiro. Perché il tempo a disposizione è poco e le regole della comunicazione sono implacabili. E allora a proposito della prima grande occasione televisiva che abbiamo avuto a disposizione, ci sono da dire due cose.

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di Stefano Palmieri

Al centro delle polemiche da ormai molto tempo, il procuratore aggiunto della Dda di Palermo Antonio Ingroia ha da poco deciso di accettare un incarico delle Nazioni Unite in Guatemala. Prima, però, sono da completare gli ultimi adempimenti dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Articolotre.com lo ha incontrato per  trasmettergli la solidarietà del giornale rispetto alla sua attività di magistrato antimafia, approfittandone per rivolgergli qualche domanda.

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xrossanda

Di Gian Paolo Patta, Cesare Salvi

Grazie anche al manifesto si è aperto un importante dibattito sul futuro della politica in Italia e in particolare sul futuro della sinistra. La crisi del '92-'93 segnò la fine della Prima repubblica e dei vecchi partiti di massa, facendo da incubatrice alla nascita dei nuovi partiti leggeri e personali. Oggi si stanno creando le condizioni per una Repubblica nella quale non esistano partiti di sinistra.

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di Stefano Galieni

Con questa lunga intervista, il professor Bruno Amoroso, a suo tempo allievo di Federico Caffè, definisce gli aspetti di storia economica e di mutamenti geopolitici che hanno attraversato il pianeta negli ultimi cinquanta anni. Un testo ricco di spunti e di riflessioni che potrebbero innescare un interessante dibattito fra chi vuole guardare alla crisi attuale con una prospettiva di ampio respiro.

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fotocrem

Di Stefano Galieni

12 maggio: mettiamoci in moto contro il Governo


Giorgio Cremaschi leader dell’area programmatica “28 aprile” della Cgil e coordinatore del “Comitato no debito” ha aderito con convinzione alla manifestazione del 12 maggio promossa dalla Federazione della Sinistra. Una manifestazione che si caratterizza soprattutto contro il governo Monti e le sue politiche
«Abbiamo aderito convintamente perché bisogna mettersi in moto contro il governo e chi lo sostiene.

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di Ruben Ramboer

"Il capitalismo entra nella sua fase senile" "Il pensiero economico neoclassico è una maledizione per il mondo attuale". Samir Amin, 81 anni, non è tenero con molti dei suoi colleghi economisti. E lo è ancor meno con la politica dei governi. "Economizzare per ridurre il debito? Menzogne deliberate"; "Regolazione del settore finanziario? Frasi vuote". Egli ci consegna la sua analisi al bisturi della crisi economica. Dimenticate Nouriel Roubini, alias dott. Doom, l'economista americano diventato famoso per avere predetto nel 2005 lo tsunami del sistema finanziario. Ecco Samir Amin, che aveva già annunciato la crisi all'inizio degli anni 1970.

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di Fabio Sabatini

La settimana scorsa l’Intelligence Unit dell’Economist ha presentato i risultati di un programma di ricerca, The Learning Curve, che confronta la performance del sistema educativo di un campione di 40 paesi. Il report contiene classifiche basate su indicatori che misurano l’efficacia del sistema universitario e le competenze acquisite dagli studenti delle scuole secondarie.

Il paese con i risultati migliori è la Finlandia, in cui il 12,3% della spesa pubblica è destinato all’istruzione (scolastica e universitaria). Premesso che ogni confronto tra paesi dovrebbe tener conto di altre variabili che influenzano il contesto sociale, politico e istituzionale (richiede insomma una analisi econometrica rigorosa), è comunque interessante dare uno sguardo ai valori registrati dal report per l’Italia.

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