di Alfonso Gianni

La nascita del governo Monti e le modalità stesse che l'hanno accompagnata hanno rinfocolato le polemiche su due aspetti della vita politica e istituzionale del Paese. Il primo riguarda la cosiddetta sospensione della democrazia, il secondo quello del presunto primato della tecnica rispetto alla politica. È bene prendere in considerazione entrambi gli aspetti in modo distinto ma contemporaneamente perché, come si vedrà, esiste un collegamento molto forte tra loro. Come sempre accade non tutte le polemiche però sono fondate. Cominciamo dall'espropriazione del metodo democratico. In che senso se ne può parlare? La destra lo ha fatto facendo ricorso al seguente argomento: il governo Monti è nato senza una validazione popolare attraverso un voto, quindi la sua esistenza sarebbe illegittima e il suo atto di nascita una violenta forzatura del metodo democratico nella formazione dei governi.

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di Antonio Rispoli

Da quando nel 2009 un colpo di Stato depose il Presidente Manuel Zelaya Rosales, regolarmente eletto, ma inviso dagli Stati Uniti, per i cittadini dell'Honduras la vita è peggiorata giorno dopo giorno: salari sempre più ridotti, sempre meno libertà, ed un Presidente, Porfirio Pepe Lobo, legato a doppio filo con gli Stati Uniti.
Il quale, seguendo le indicazioni di un economista americano, Paul Romer, ha deciso di vendere pezzi del proprio Paese. Infatti ha siglato un accordo con la società immobiliare statunitense Mgk per vendere loro un pezzo di terreno, sulla zona costiera, affinchè la Mgk possa costruire una intera città.
Non solo case, ma anche scuole, ospedali, negozi... tutto il necessario.

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di Maurizio Zoppi

Si è fatto attendere, il sostegno dell'Italia dei valori, ma alla fine la benedizione è arrivata: «Riteniamo opportuno candidare Claudio Fava». Così ieri il leader dell'Idv Antonio di Pietro e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando hanno ufficializzato, con una conferenza stampa nel capoluogo siciliano, la scesa in campo del giornalista catanese nella corsa alla presidenza della Sicilia.
Una scelta incerta fino all'ultimo, visto che le opzioni sul tavolo dei dipietristi erano diverse. La più ambita fra tutte, quella del procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, corteggiato per mesi da Orlando. Alla fine Di Pietro ha deciso di virare su Fava, sebbene tra quest'ultimo e l'uomo più forte dei dipietristi in Sicilia, Leoluca Orlando, ultimamente non corresse buon sangue. L'appoggio di Sel alla candidatura di Fabrizio Ferrandelli a sindaco di Palermo in occasione delle ultime elezioni comunali, vinte da Orlando, aveva guastato il rapporto di amicizia tra i due fondatori, nel '91, del movimento La Rete.

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di Giuseppe Grosso

Laia Ortiz, deputata del gruppo La izquierda Plural a Madrid, ha 33 anni, è laureata in scienze politiche ed è portavoce del partito Iniciativa per Catalunya Verds (Icv).
Qual è la vostra posizione sull'indipendenza?
Icv ha sempre creduto alla possibilità di ritagliare per la Catalogna uno spazio adeguato all'interno dello stato spagnolo. Tuttavia noi difendiamo il diritto all'autodeterminazione, probabilmente l'unica soluzione efficace al malessere sociale che deriva dall'ostilità del Pp e dall'indifferenza del Psoe alla questione identitaria.

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di Luca Fazio

Umberto Ambrosoli vince le primarie del centrosinistra ma per battere le destre non potrà più fare a meno di Andrea Di Stefano e di Alessandra Kustermann che hanno ottenuto un risultato davvero eccezionale MILANO. Ha vinto chi doveva vincere, l’avvocato Umberto Ambrosoli, anche perché in Lombardia, laddove era più forte la macchina organizzativa del Pd, non c’era partita. Ma l’affermazione dei due sfidanti, Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann, ha del clamoroso, perché il primo era sostenuto solo dal Prc e perché la seconda si è candidata sostanzialmente da sola, anzi addirittura osteggiata dal suo partito, il Pd.

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Quando nel 1990 la Sed, il partito di unità socialista della Rdt, si trasformò in Pds, partito del socialismo democratico, i suoi militanti ci tennero a improntarne gli statuti al massimo pluralismo interno. In esplicita polemica col culto del monolitismo nei partiti «marxisti-leninisti» di obbedienza «realsocialista», si diede ampio spazio alle correnti e ai gruppi di affinità tematica, ambito in cui anche le reti femministe e ambientaliste si sono ritagliate solidi diritti di cittadinanza.

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di Sergio Cesaratto

Con l'inferno nei mercati e un assordante assenza di leadership europea il destino anche per Italia e Spagna è segnato: un destino di inutili sacrifici prima, di uscita disordinata poi. Bene dunque ha fatto ieri sul manifesto Pitagora a invocare un'uscita ordinata del nostro paese. Questa non solo è possibile, ma realistica. Il realismo dipende dal fatto che un intervento della Bce oggi da tutti invocato sarebbe limitato dai tedeschi a riportare gli spread appena sotto i 500 punti, senza intaccare le cause della crisi.

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di Paolo Ferrero

La Bce cerca di rendere eterne le politiche del governo Monti.  La gabbia del Fiscal Compact viene infatti rafforzata dalla decisioni prese il 6 settembre da Mario Draghi.
Lo La Bce di fronte alla speculazione aveva tre alternative:
1) Lasciare libera la belva – come voleva la banca centrale tedesca – con il rischio che la speculazione facesse rapidamente saltare l’euro e producesse un disastro economico di dimensioni colossali.
2) Mettere in gabbia la belva, decidendo l’acquisto dei titoli di stato in modo illimitato e senza condizioni. Avrebbe chiuso una volta per sempre la partita con la speculazione.
3) Mettere alla belva una catena lunga abbastanza da non far mangiare nessuno ma da tenere le fauci spalancate a un centimetro dal naso dei primi della fila: Spagna, Italia, Portogallo, etc etc.

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di Elena Marisol Brandolini

Barcellona. Continueranno anche in agosto le mobilitazioni dei sindacati, nelle città spagnole: si ritroveranno ogni venerdì, in coincidenza con la celebrazione dei Consigli dei Ministri, davanti ai diversi palazzi istituzionali, per protestare contro le misure economiche del governo popolare di Mariano Rajoy. Poi, in settembre, il giorno 12, una giornata di lotta nel settore pubblico, il più penalizzato dall’ultimo decreto di tagli. E, soprattutto, sabato 15 settembre, la convocazione di una Marcia a Madrid, proveniente da tutti i territori della Spagna e la promozione di un referendum popolare, perché i cittadini possano pronunciarsi sulle poltiche del governo.

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