
di Ezio Locatelli*
A fronte di una bella e partecipata manifestazione per il 1 maggio, festa dei lavoratori che lottano per la difesa dei loro diritti calpestati, si è avuta una gestione dell'ordine pubblico, rispetto alla quale esprimo ferma riprovazione, anche perchè nelle cariche della polizia sono stati coinvolti e travolti dei semplici manifestanti, anche persone anziane militanti di Rifondazione.
La repressione, da parte delle forze di polizia, del dissenso aspro ma legittimo che si manifesta in questo momenti in città, è stata del tutto spropositata e fuori luogo. L'azione simbolica che ha portato alcuni giovani ad issare una bandiera no tav sul balcone del comune, è stata la risposta al tentativo di soffocamento del dissenso contro le grandi opere e la politica della classe di governo della città.



Giornata importante quella di ieri per il movimento No Tav, su diversi fronti. Intanto quello delle mobilitazioni che, a partire dall’appello “Blocchiamo tutto” ormai da 3 giorni si susseguono in tutto il Paese e hanno coinvolto complessivamente un centinaio di città. Una quindicina le mobilitazioni di sabato ma tutte egualmente significative.
Nostalgia canaglia. Qualche fiocco di neve e si finisce per rimpiangere persino Guido Bertolaso. Proprio lui, l’ex capo della Protezione civile, sommerso dallo scandalo della cricca dopo aver gestito per due anni i miracoli del “governo del fare”: la ricostruzione mai avvenuta a l’Aquila e la falsa soluzione dell’emergenza spazzatura a Napoli. Gianni Alemanno, nascosto dietro il suo tour de force polemico, la mette così: «Con Bertolaso non sarebbe successo». Anche il suo avversario Franco Gabrielli, ex capo dei servizi segreti, poi prefetto dell’Aquila terremotata, ora capo della Protezione civile, ammette: «Siamo un tir col motore di una cinquecento». Tutta colpa di un articoletto del decreto Milleproroghe del 2010 col quale Giulio Tremonti, nemico giurato di Superguido, metteva le briglie alle ordinanze di Protezione civile, fino a quel momento usate per ogni occasione utile o inutile, imponendo il controllo del ministero dell’Economia e della Corte dei conti.
di rassegna.it




