120415vikdi Yousef Salman, Federica Pitoni

«9 aprile 2011
Ore 19:15 locali.

Un drone israeliano, un veivolo comandato a distanza responsabile dell'uccisione di donne e bambini in queste ultime ore nella Striscia ha appena bombardato a Est di Zaitoun, Sud Est di Gaza city, a circa 200 metri dalle abitazioni della famiglia Samouni.

Il caso "Samouni" è uno degli attacchi terroristici più efferati della storia d'Israele.
Agli inizi di gennaio, 29 membri della stessa famiglia vennero massacrati senza pietà dall'esercito israeliano.

Erano tutti civili. Per lo più donne e bambini.

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sinistraredazionale
Dobbiamo partire dall'inequivocabile per avere una chiara visione, una distinta analisi di ciò che è avvenuto con queste elezioni amministrative. Se al primo turno erano evidenti delle linee di comportamento dell'elettorato, al secondo turno sono diventate lampanti le scelte fatte sulla base della ormai purtroppo consueta costrizione a scegliere tra i due "concorrenti" rimasti in gara. La truffa del doppio turno è finalmente così evidente che nessuno potrà dire: "E' solo un'interpretazione".

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121008violenzadonnedi Redazione Il Fatto Quotidiano
E’ stata uccisa dal marito con diverse coltellate al torace, nel corso di una violenta lite, Enrica Ferrazza. Lei aveva 28 anni, lui 30 e forse soffriva di depressione. I vicini hanno sentito la coppia litigare ed hanno chiamato i soccorsi, ma quando sono arrivati polizia e vigili del fuoco hanno trovato in soggiorno la donna sdraiata sul divano esanime. Il marito nel frattempo aveva tentato di impiccarsi alla scala interna dell’appartamento ed è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Padova. Sembra che la coppia fosse in crisi da tempo tanto che i due non convivevano più già da un paio d’anni. E’ rimasta incolume la figlia della coppia, che ha tre anni ed è stata affidata a dei familiari.

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121105femminicidiodi Artitcolo Tre
Fermare il 'femminicidio’ in Italia. È questo l'obiettivo della Convenzione nazionale contro la violenza maschile sulle donne.
Un patto promosso da un cartello di associazioni di donne e realtà della società civile che condividono da tempo «un forte impegno per contrastare, prevenire e sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne e sui diritti umani».
E che aderiscono a una «proposta politica unitaria, aperta all'adesione di altre realtà nazionali, locali e a singole persone, per richiamare le Istituzioni alla loro responsabilità e agli atti dovuti, per ricordare che tra le priorità dell'agenda politica, la protezione della vita e della libertà delle donne non può essere dimenticata e disattesa».

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ingroiaantoniodi Roberto Gramiccia
Comincio col dire, a scanso di equivoci, di essere pienamente d’accordo con il documento approvato dall’ultimo Comitato Politico Nazionale e con la valorizzazione delle opportunità che la lista Ingroia offre a noi e a tutto lo schieramento a sinistra del Pd. Permettetemi di dare per scontate le ragioni di questo consenso che sono le stesse ben note a tutti noi. Detto questo, vorrei osservare due o tre cose in spirito assolutamente costruttivo.
1) E’stata fatta la scelta di enfatizzare nel simbolo elettorale il nome di Antonio Ingroia. Anche volendo sorvolare sulle modalità di questa scelta, bisogna tener conto che questo fatto se, da un lato, attirerà dei consensi, dall’altro, scoraggerà  coloro (e non sono pochi) a cui è venuta a nausea la pratica di una cultura lideristico-carismatica che ha informato di sé, negli ultimi anni, fenomeni come il berlusconismo ma anche il veltronismo, il bertinottismo, il vendolismo, il grillismo e per ultimo il renzismo.

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5uebandiera

di Daniele Cardetta
Professor Giacchè, il voto greco sembra aver fatto tirare un sospiro di sollievo all’establishment europeo. Pensa che la vittoria di Nuova Democrazia possa traghettare la Grecia verso acque più tranquille? E se avesse vinto Syriza crede che la Merkel e la troika avrebbero accettato di rivedere il memorandum?

“La mia risposta a entrambe le domande e’ negativa. La vittoria di Nuova Democrazia e’ la vittoria del partito che aveva truccato i conti in Grecia. Si continuerà col massacro sociale e con la conseguente depressione economica.

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Simone Oggionni*
Il clima a Roma è pesante. Scriviamo adesso, a distanza di qualche giorno dai fatti del 3 novembre, e a dieci giorni dalla giornata di mobilitazione studentesca convocata per il prossimo 17 novembre.
Ad una distanza che ci consente quindi la maggiore lucidità e la maggiore chiarezza possibili.
La sera del 2 novembre il Questore di Roma Francesco Tagliente consegna alle agenzie un comunicato stampa surreale, avvisando preventivamente gli studenti medi di Roma che «scendere in piazza senza preavviso [li avrebbe] esposti a responsabilità penali, civili ed amministrative» e invitando i presidi a «informare i diretti interessati delle possibili conseguenze» delle proprie azioni.

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Di Paolo Ferrero

ferrero3Il fiscal compact varato ieri a Bruxelles per l’Italia è un vero disastro. Con il taglio del 3% annuo porterà ad una spirale tagli di spesa /recessione /tagli di spesa da cui l’Italia non riuscirà ad uscire. Monti mente sapendo di mentire quando afferma che l’Italia potrà reggere queste misure attraverso la crescita: è proprio il patto che renderà matematicamente impossibile la crescita perché l’entità dei tagli  - oltre 40 miliardi all’anno – impedisce la crescita. L’adesione a questa porcheria ideologica rappresenta inoltre un irreversibile e completo esproprio della sovranità italiana: per questo chiediamo che il popolo italiano si possa pronunciare attraverso un referendum popolare. Sarebbe un vero colpo di stato che un governo non deciso dagli italiani firmasse un trattato che abolisce per i prossimi decenni la sovranità dello stato italiano e riporta l’Italia in condizioni di povertà.

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di Vittorio Agnoletto
Ora il presidente Napolitano deve chiedere scusa a nome di tutte le istituzioni alle vittime della Diaz, di Bolzaneto, a tutti i cittadini italiani; deve chiedere scusa per le violenze commesse da rappresentanti dello stato, per il vergognoso silenzio mantenuto per undici anni dalle istituzioni, per aver promosso coloro che erano stati condannati per fatti gravissimi.
Napolitano lo deve fare anche per il rispetto verso il pubblico ministero Enrico Zucca, verso quei cinque giudici che emettendo la sentenza hanno certamente «semplicemente» compiuto il loro dovere, ma un dovere reso difficilissimo dai ricatti di ogni genere che sono scattati in queste settimane.

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